Tra escalation di tensioni e trattative diplomatiche, sempre più spesso condotte in sordina, nessuno sa come potrebbe finire la crisi Russia-Ucraina. Finita anche sul tavolo del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Secondo gli osservatori politici, il livello di tensione è simile a quello raggiunto nel 1962 alla vigilia della crisi cubana. La parola più pronunciata nelle analisi degli ultimi giorni però è “stallo”.
Lo scenario al momento vede:
- La disponibilità degli Stati Uniti a proseguire il dialogo chiedendo un passo indietro alla Russia sulle richieste di rinunciare ad ogni allargamento della Nato e al ritiro delle forze dell’Alleanza Atlantica dai Paesi entrati dopo il 1997.
- La diplomazia europea che segue la strada della ripresa della discussione. Partendo dagli accordi di Minsk del 2015 firmati tra i capi di Stato di Ucraina, Russia, Francia e Germania sotto l’egida del Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). Gli accordi stabilirono l’impegno a dare un assetto costituzionale all’Ucraina, riconoscendo margini di autonomia alle regioni di etnia russa.
- Le armate russe sono schierate ai confini dell’Ucraina, sul Mar Nero e nel Mediterraneo. Le forze che Stati Uniti e Nato stanno mettendo in campo per rispondere fanno pensare a un rischio di guerra imminente.
Russia-Ucraina: le conseguenze economiche e sociali
Mentre si guarda alla pianificazione militare delle parti in campo, si calcolano le conseguenze economiche e sociali di un conflitto che avrà un impatto diretto sui mercati finanziari. Colpendo in modo particolare i settori alimentare, tecnologie, materie prime, e soprattutto energia.
A rischio c’è il progetto del gasdotto Nord Stream 2 che ha l’obiettivo di raddoppiare la fornitura del gas russo verso l’Europa. Un fallimento del progetto che metterebbe in crisi l’Europa. Secondo i calcoli di Jp Morgan, anche senza contare un taglio del gas russo, l’Europa spenderà circa 1.000 miliardi di dollari nel 2022 in energia (contro i 500 miliardi di dollari del 2019).
Sarà anche costretta ad attingere alle proprie riserve di gas e dovrà spendere di più per ricostituire le riserve. Questo per non andare incontro a una crisi energetica nell’inverno del 2023. In questo scenario, paradossalmente, il prezzo maggiore lo pagherebbe la Russia che vedrebbe crollare drasticamente l’export di gas e le entrate.
IDEE DI INVESTIMENTO
Prevedere quale direzione possa prendere la crisi Russia-Ucraina è impossibile. Sui mercati finanziari la prima conseguenza è un aumento del rischio e della volatilità che è testimoniata dall’andamento dell’indice VIX ritornato sopra la soglia psicologica di 30 punti e la forte correzione dei mercati azionari.
Ci sono altre conseguenze da valutare nel breve termine (da qui a sei mesi) secondo l’analisi di Raiffeisen Capital Management:
- Le azioni russe, dell’Europa centrale e dell’Europa area euro saranno le più impattate dalla crisi Russia-Ucraina.
- Il peso delle azioni russe sigli indici globali è poco rilevante e questa è una buona notizia per chi diversifica a livello globale il portafoglio azionario.
- La stabilizzazione dei mercati richiederà tempo e gli up and down azionari sono destinati a continuare al meno per tutto il primo semestre 2022.
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Note
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