Dopo la pandemia di Covid-19, il settore delle biotecnologie e dei vaccini ha subito una trasformazione significativa, sia a livello scientifico sia economico. La pandemia ha messo in evidenza l’importanza della ricerca e dello sviluppo rapido di vaccini e terapie, aprendo la strada a nuove tecnologie e approcci.

Tanto che, dopo che le overdose fatali da droghe con aggiunta di fentanyl negli Stati Uniti e in Canada sono aumentate vertiginosamente, come riporta Bloomberg Businessweek, oggi si parla addirittura della possibilità di un vaccino contro la droghe sintetiche che sono considerate ormai un’epidemia sanitaria. Tra sperimentazioni e realtà, quali sono i virus più studiati e qual è la ricaduta economica per le società biotecnologiche che sono in prima linea nella ricerca di vaccini di nuova generazione.

Vaccini: dove investe la ricerca biotech

La portata degli investimenti e delle ricerche si sta ora espandendo oltre la pandemia, abbracciando una vasta gamma di malattie e minacce sanitarie globali. In particolare:

Virus respiratori e pandemici

L’attenzione verso altre potenziali minacce pandemiche è aumentata. Alcuni dei virus più studiati includono:

  • Influenza. Diverse aziende, tra cui Moderna e Pfizer, stanno lavorando a vaccini influenzali basati sulla tecnologia mRNA, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia dei vaccini rispetto a quelli tradizionali.
  • Virus respiratorio sinciziale (RSV). L’RSV è una causa comune di infezioni respiratorie nei bambini e negli anziani. Pfizer e GSK hanno sviluppato vaccini per l’RSV, già approvati o in fasi avanzate di studio.
  • Coronavirus (varianti e altri tipi). Le varianti del SARS-CoV-2 restano una priorità, ma ci sono anche studi su altri coronavirus zoonotici che potrebbero causare future pandemie.

Malattie infettive tropicali e neglette

Le biotecnologie stanno anche affrontando malattie infettive che colpiscono prevalentemente le regioni in via di sviluppo. Tra queste:

  • Malaria. I vaccini contro la malaria sono stati a lungo un obiettivo ambizioso. Il recente successo del vaccino RTS,S, sviluppato da GSK, è un importante passo avanti. Inoltre, aziende come BioNTech stanno lavorando a vaccini a mRNA contro la malaria.
  • Dengue. Sanofi ha già sviluppato un vaccino contro la dengue, ma ulteriori ricerche sono in corso per migliorare la protezione e ridurre gli effetti collaterali.
  • Tuberculosis (TB). Con milioni di casi ogni anno, nuovi vaccini e terapie per la TB sono essenziali. BioNTech, per esempio, sta esplorando l’uso dell’mRNA per combattere la tubercolosi.

Malattie croniche e degenerative

L’impatto della biotecnologia va oltre le malattie infettive. I progressi nelle tecnologie genetiche e nelle terapie mirate stanno aprendo nuove strade per affrontare malattie croniche come:

  • Cancro. I vaccini contro il cancro sono una delle aree di maggior interesse. Moderna e BioNTech stanno lavorando a vaccini terapeutici basati su mRNA per il trattamento di diversi tipi di cancro, inclusi melanoma e tumori polmonari.
  • Malattie autoimmuni. Le biotecnologie stanno sviluppando terapie per malattie come l’artrite reumatoide e il lupus, utilizzando nuove forme di terapie geniche e vaccini terapeutici.
  • Malattie cardiovascolari. Nuovi vaccini e terapie genetiche stanno emergendo anche in questo campo, mirati a ridurre il rischio di eventi cardiovascolari attraverso la modulazione del sistema immunitario.

HIV e altre malattie virali

L’HIV è stato un bersaglio per i vaccini per decenni, e i progressi della tecnologia mRNA potrebbero portare a risultati finalmente tangibili. Moderna e altre aziende stanno lavorando su vaccini sperimentali per l’HIV, sfruttando le conoscenze acquisite durante lo sviluppo dei vaccini Covid-19.

Malattie neurologiche

Anche le malattie neurodegenerative sono al centro dell’attenzione. Le biotecnologie stanno esplorando l’uso dell’mRNA e di altre terapie geniche per trattare malattie come:

  • Alzheimer. Si stanno esplorando approcci per attivare una risposta immunitaria contro le proteine tossiche che si accumulano nel cervello.
  • Parkinson. Alcune ricerche si concentrano sulla protezione o la rigenerazione delle cellule cerebrali danneggiate.

Vaccini: il potenziale economico a lungo termine

La ricerca sui vaccini va di pari passo con un altro filone fondamentale: le terapie personalizzate. Questo è vero particolarmente nel campo oncologico e delle malattie genetiche rare. Grazie alla mappatura del genoma e all’uso dell’intelligenza artificiale è possibile sviluppare trattamenti e vaccini specifici per i singoli pazienti, migliorando notevolmente l’efficacia e riducendo gli effetti collaterali. Il potenziale economico è enorme.

Quanto vale il mercato biotech

Secondo un’analisi di S&P Global la crescita media annuale composta (CAGR) del settore biotech è stimata tra il 7% e il 9% per il prossimo decennio. Secondo alcune stime, l’intero mercato biotecnologico potrebbe superare i 2.440 miliardi di dollari entro il 2032, con una parte rilevante di questa crescita attribuibile al segmento dei vaccini.

I trend di mercato

Secondo le analisi di Morgan Stanley e Goldman Sachs, il settore biotech è una delle aree di crescita di lungo termine. Per BlackRock, invece, la biotecnologia è parte di un più ampio trend di trasformazione economica, con una particolare enfasi sugli investimenti in infrastrutture tecnologiche e in sistemi sanitari avanzati. Questo rende il settore biotech un’opportunità interessante per gli investitori di lungo termine.

In particolare: l’innovazione tecnologica porta all’adozione di piattaforme come l’mRNA che consente lo sviluppo rapido di nuovi vaccini, riducendo i tempi di produzione e aumentando l’efficienza. L’espansione dei programmi vaccinali globali che coinvolgono sempre spesso i Paesi emergenti, favorendo una domanda sostenuta di vaccini contro malattie infettive e nuove minacce globali.

IDEE DI INVESTIMENTO

Lo sviluppo dei vaccini rappresenta uno dei motori principali per la crescita del mercato biotech nei prossimi 10 anni, con implicazioni significative per gli investitori e l’industria della salute globale. Per investire sulla biotecnologia a lungo termine ci sono fondi settoriali azionari che investono a livello globale. I migliori presenti sulla piattaforma di Online SIM.

  • Franklin Biotechnology Discovery Fund A (acc) USD è un fondo azionario che investe in maniera globale su società biotecnologiche principalmente con una capitalizzazione di mercato inferiore ai 2 miliardi di dollari. Partito nel 2000, a un anno rende il 37,13% (dati Morningstar aggiornati a ottobre 2024). L’87% dell’investimento è negli Stati Uniti, circa il 4% è investito in Europa.
  • Pictet – Biotech Classe R Eur è un fondo azionario che investe a livello globale su società biotecnologiche privilegiando quelle focalizzate sullo sviluppo di prodotti e dotate di solido potenziale commerciale. Partito nel 2006, a un anno rende il 31,33% (dati Morningstar aggiornati a ottobre 2024). Il 91% dell’investimento è negli Stati Uniti, il 7% è investito in Europa euro e non euro.
  • Candriam Equities L Biotechnology Classe C è un fondo settoriale biotecnologie che investe a livello globale in società biotecnologiche e in attività collegate (per esempio, diagnostica molecolare e attrezzature scientifiche). Partito nel 2000, a un anno rende il 26,52% (dati Morningstar aggiornati a ottobre 2024). L’85% dell’investimento è negli Stati Uniti, circa l’11% è investito in Europa euro e non euro.
  • UBS (Lux) Equity Fund – Biotech (USD) P-acc è un fondo settoriale biotecnologie che investe a livello globale in società biotecnologiche. Partito nel 1996, a un anno rende il 12,28% (dati Morningstar aggiornati a ottobre 2024). Gli Stati Uniti sono il mercato di riferimento (84%), circa l’11% è investito in Europa euro e non euro.
  • Variopartner SICAV – Sectoral Biotech Opportunities Fund P USD è un fondo azionario che investe in maniera globale in società biotecnologiche a piccola, media e grande capitalizzazione attive nel settore della medicina umana. Partito nel 2015, a un anno rende l’11,68% (dati Morningstar aggiornati a ottobre 2024). Gran parte dell’investimento è negli Stati Uniti (86%), una piccola parte è investita in UK (6%).

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NOTE

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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