La pandemia da Covid-19 grazie ai vaccini sta diventando endemia, ovvero un virus diffuso, nella maggior parte dei Paesi sviluppati. Questo accade solo dove la percentuale di vaccini è alta e si sono mantenute le misure di prevenzione (mascherine e distanziamento). Non è così dove la percentuale dei vaccinati è bassa o sono cadute le misure di prevenzione (Russia, UK) e più in generale nei Paesi Emergenti. Infatti, solo il 28% della popolazione dei Paesi Emergenti ha ricevuto due dosi di vaccino, rispetto al 57% nelle economie avanzate. La differente gestione della campagna vaccinale, ovvero il vaccine divide, ha una conseguenza diretta sull’economia globale.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI) preoccupano i Paesi Emergenti. Per questa ragione FMI ha rivisto al ribasso il tasso di crescita mondiale previsto al 6% per il 2021. FMI ipotizza che i Paesi sviluppati possano tornare ai livelli di crescita pre pandemia nel corso del 2022, mentre molte nazioni dei Paesi Emergenti o in via di sviluppo impiegheranno anni per tornare a quei livelli.
Cina e Stati Uniti continuano a essere i motori della crescita mondiale. L’Europa è ben avviata ma, secondo FMI, in molti Paesi la crescita continua a peggiorare, ostacolata dal basso accesso ai vaccini e da politiche vincolanti, specialmente in alcune nazioni a basso reddito. Questo è un rischio se consideriamo la seconda variabile che condiziona i mercati in maniera non omogena: l’inflazione. Ed è un rischio se guardiamo alla terza variabile che è il debito pubblico arrivato ormai quasi al 100% del Prodotto Interno Lordo (PIL) a livello globale.
Vaccine divide: perché influisce sugli investimenti
Secondo l’analisi del FMI e Banca Mondiale vaccinare almeno il 40% della popolazione a livello globale nel 2021 è il primo obiettivo da raggiungere per sostenere l’economia. Ma non basta. Bisogna arrivare al 70% nel primo semestre del 2022 aumentando in maniera esponenziale la consegna di dosi nei Paesi Emergenti.
In che modo? Attraverso donazioni da parte dei Paesi più ricchi come già promesso. Se tutto questo non accadrà, per il FMI entro il 2026 potremmo perdere oltre 5.300 miliardi di dollari di PIL a livello globale e il virus sarà sempre qui.
Accanto al vaccino è importante calibrare le manovre di politica monetaria e fiscale a seconda delle necessità dei vari Paesi e a livello globale. Tutto questo senza perdere di vista i pilastri dell’economia sostenibile: il cambiamento climatico, l’innovazione tecnologica e l’inclusione.
Secondo i calcoli del FMI, se i governi si muoveranno in maniera coordinata su tutti i punti (vaccino, politica fiscale e monetaria, spinta verso l’economia sostenibile) il PIL globale potrebbe aumentare del 2% circa entro il 2030, con la creazione di almeno 30 milioni di nuovi posti di lavoro.
Vaccine divide: i Paesi Emergenti sono i più penalizzati
La ripresa della produzione delle economie sviluppate è tornata quasi al di sopra dei livelli pre-pandemia, mentre nei Paesi Emergenti e basso reddito siamo al di sotto quasi del 7% secondo i calcoli del FMI. Il divario tra Paesi ricchi e poveri sta aumentando a causa del Covid-19 e risolvere il vaccine divide è solo uno dei punti chiave. In particolare, i Paesi Emergenti stanno soffrendo nonostante possiedano il vaccino.
Prendiamo per esempio il Messico: è stata la prima nazione latinoamericana a somministrare un vaccino contro il Covid-19 lo scorso dicembre, ha ricevuto di gran lunga il maggior numero di donazioni dagli Stati Uniti e non ha una popolazione no-vax. Eppure è rimasto molto indietro rispetto agli altri Paesi dell’America Latina nella corsa all’inoculazione.
La ragione? Problemi della catena di approvvigionamento e una logistica scadente hanno lasciato la seconda economia della regione coperta al 40%, ben al di sotto di Argentina, Brasile e persino Ecuador, che a maggio 2021 aveva vaccinato appena il 3% della sua popolazione.
IDEE DI INVESTIMENTO
La storia delle vaccinazioni in Messico è emblematica delle carenze a cui i Paesi Emergenti devono far fronte. Non basta il vaccino, serve anche tutto il resto: una buona logistica, un’organizzazione capillare. Secondo l’analisi di Schroders, il vaccine divide impatta sulle catene di approvvigionamento globali di tutte le merci e pesa sull’inflazione in tutto il mondo.
I governi, soprattutto nei mercati emergenti, grazie a campagne vaccinali efficienti avrebbero maggiore flessibilità sulle riaperture dell’economia. Questo, secondo Schroders supporterebbe non solo l’attività economica globale, ma farebbe ridurre le pressioni sui prezzi legate a carenze sul lato dell’offerta, per esempio i chip di cui Taiwan è il maggior produttore mondiale.
Per Pictet Asset Management, le forze divergenti a cui sono sottoposti i mercati emergenti sono un’occasione di investimento nel segmento obbligazionario che finanzia la ripresa. In particolare sui green bond. I risultati dei singoli Paesi, la “traiettoria pandemica”, sono un fattore che determinerà il modo in cui queste economie e i mercati si svilupperanno, non solo nel breve termine, e il vaccino è un elemento determinante.
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