A meno di un mese di distanza dalle elezioni per la presidenza degli Stati Uniti l’incertezza sui mercati finanziari è in aumento anche a causa della malattia da Coronavirus del presidente Donald Trump che ha interrotto bruscamente i dibattiti di confronto tra i due candidati. In questo scenario, gli investitori potrebbero essere tentati di concentrarsi su ciò che i mercati, sempre anticipatori dei risultati elettorali, stanno dicendo in merito all’esito che uscirà dalle urne.
Secondo l’analisi di Morgan Stanley, un livello di tassi così bassi come quello attuale può indicare due possibilità: un risultato che porti a uno status quo o un governo diviso. Tuttavia, il mercato azionario statunitense – insieme ai dati dei sondaggi – offre crescenti probabilità che i Democratici guidati da Joe Biden ottengano il controllo della Casa Bianca e di entrambe le Camere del Congresso e questo aumenterebbe le probabilità di riforme politiche sostanziali. In effetti, i settori azionari che potrebbero essere interessati da tali cambiamenti politici (finanziari, energia basata sul carbonio, assistenza sanitaria e tecnologia) hanno recentemente sottoperformato rispetto al resto del mercato americano e questo è un altro segnale.
Ma la partita tra Trump e Biden è ancora tutta da giocare e il rischio elettorale negli Stati Uniti è diventato la priorità degli investitori, dopo la pandemia di Covid-19. La volatilità dell’indice VIX mostra che il mercato è preoccupato per le conseguenze delle elezioni presidenziali statunitensi del 3 novembre perché l’attuale presidente degli Stati Uniti non sembra disposto a dare garanzie su una transizione pacifica del potere ed è arrivato ad affermare che un risultato elettorale che non mostri Donald Trump come vincitore sia truccato. Le probabilità di elezioni contestate aumentano e il test positivo di Trump al Covid-19 ha aumentato l’incertezza del mercato. Ecco un’analisi sulle diversità tra Trump e Biden e come le loro idee politiche possono impattare significativamente su mercati e allocazioni di portafoglio secondo le analisi di Morgan Stanley, Amundi e Robeco:
- Differenze e punti di incontro tra Trump e Biden
- Le tasse
- I rapporti con la Cina
- Farmaci, tecnologia, infrastrutture, rinnovabili
- Gli investimenti ESG
Differenze e punti di incontro tra Trump e Biden
Nella corsa alla presidenza americana c’è un unico punto di incontro tra i due candidati: entrambi devono affrontare la questione di lungo termine legata alle diseguaglianze sociali ed economiche che sono state acuite dalla pandemia e che può essere affrontata con stimoli fiscali forti. Su tutto il resto, Trump e Biden sono divisi.
I temi principali nella campagna di Donald Trump sono:
- La strategia politica del “law and order”, ovvero “legge e ordine”, che equivale a convincere gli elettori che il crimine sia una minaccia e che solo il pugno di ferro può fermarlo. Applicata da decenni nella politica statunitense, la strategia cerca di giocare sulle paure razziste, utilizzando un linguaggio in codice – “crimine”, “città interne”, “quartieri tranquilli” – nel tentativo di connettersi soprattutto con gli elettori bianchi.
- Il nemico Cina con una politica basata sull’autarchia americana e giocata soprattutto sul terreno della tecnologia.
- Il proseguimento di una politica fiscale accomodante per le imprese che stimoli l’occupazione.
- L’idoneità di Biden al ruolo di presidente è un altro tema forte che è emerso nell’unico dibattito televisivo che si è svolto tra i due candidati.
I temi principali della campagna di Biden sono:
- La strategia politica economica definita “Build Back Better“, ovvero “ricostruisci meglio” che punta sulla sanità, sulla giustizia razziale e sulla moralità.
- La pianificazione di un altro pacchetto di stimoli fiscali per affrontare le questioni economiche legate alla pandemia.
- Un programma di investimenti in infrastrutture che supporta una revisione del Green New Deal americano.
- L’incentivazione dell’Obamacare e la riforma dei farmaci da prescrizione.
Trump contro Biden: le tasse
Secondo il consensus dei gestori, il tema fiscale che accomuna i due candidati è un elemento chiave per la ripresa economica americana nel post pandemia. L’approvazione di una legge di stimolo fiscale che dovrebbe arrivare nel 2021 – chiunque sia il presidente – insieme con la distribuzione di un vaccino potrebbero essere tutti catalizzatori per l’aumento dei tassi a lungo termine in America secondo Morgan Stanley e questo avrà un impatto diretto sulle obbligazioni e anche sul mercato azionario americano.
L’approccio di un nuovo mandato Trump sarà quello di proseguire la deregolamentazione fiscale a sostegno di chi fa impresa con tagli alle tasse che sono cominciati nel 2017. Il tema fiscale che era uno dei punti forza di Trump si sta rivelando però un punto debole dopo che un’inchiesta del New York Times ha messo in luce i dati di 16 dichiarazioni dei redditi presentate da Trump (2001-2017) da cui emerge che il presidente ha pagato 750 dollari di imposte federali sul reddito nel 2016 e nel 2017, e in dieci anni su 15 anni ha pagato zero tasse, perché ha dichiarato di aver perso più denaro di quello guadagnato.
Sul tema tasse Biden intende varare modifiche fiscali complete che puntano ad aumentare le imposte individuali per i redditi più alti e l’aliquota fiscale marginale per le società. In pratica, si tratta di una visione opposta ai tagli fiscali dell’amministrazione Trump. Le visioni opposte dei due candidati hanno disorientato i mercati che si aspettavano di vedere cominciare i negoziati di un quarto pacchetto di stimolo fiscale tra Democratici e Repubblicani prima delle elezioni generali. Ma ciò non è avvenuto e siamo in una situazione di stallo.
Trump contro Biden: i rapporti con la Cina
Le relazioni tra America e Cina potrebbero continuare ad essere difficili chiunque sia il nuovo presidente americano. La guerra per la supremazia tecnologica è in corso da tempo ed è solo una delle partite aperte tra i due Paesi che combattono su più tavoli: dai mercati dei capitali per le partecipazioni estere e al re-shoring della catena di approvvigionamento globale fino all’esplosiva situazione di Hong Kong, che introduce il rischio di sanzioni statunitensi sulle banche cinesi e di esclusione dal sistema del dollaro. L’accordo commerciale definito di prima fase raggiunto da Trump sembra per il momento sospeso e ci sono poche speranze che si arrivi alla seconda fase. Da non sottovalutare poi che i continui scontri nel Mar Cinese Meridionale e nello Stretto di Taiwan potrebbero spingere la situazione a un punto di non ritorno. Secondo l’analisi dei gestori di Amundi sotto i riflettori non c’è solo la Cina ma anche le relazioni Usa-Ue che sono peggiorate in modo significativo sotto Trump. Un certo miglioramento potrebbe esserci sotto la presidenza di Biden, mentre ulteriori barriere commerciali potrebbero essere adottate in caso di rielezione di Trump.
Trump contro Biden: farmaci, tecnologia, infrastrutture, rinnovabili i settori da tenere d’occhio
Ci sono settori di mercato che più di altri sono sensibili al risultato delle elezioni presidenziali americane. I settori delle Big tech, della difesa, dei finanziari e dell’energia alimentata a carbone, per esempio, sono favoriti in caso di una vittoria di Trump, mentre i settori delle energie rinnovabili e delle infrastrutture potrebbero rivelarsi vincenti sotto Biden. In particolare, Biden ha messo nel suo programma un piano quadriennale con investimenti pari 2 mila miliardi di dollari da impiegare nelle infrastrutture e nell’energia pulita e ha l’obiettivo di raggiungere un settore elettrico privo di emissioni entro il 2035. Un discorso a parte merita il settore sanitario e farmaceutico che in piena pandemia è centrale per entrambi i candidati. Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, Biden ha proposto di ampliare ed estendere quanto previsto dall’Affordable Care Act (Aca) che dovrebbe rivoluzionare il sistema americano dei farmaci.
Trump contro Biden: come cambia lo scenario per gli investimenti ESG
L’economia e il mercato finanziario sono nel mezzo di una rivoluzione guidata dai criteri Environmental, Social e Governance (ESG) che guardano a come Stati e imprese rispondono al rischio ambientale, sociale e di governance. Nel corso della presidenza Trump gli Stati Uniti hanno fatto un passo indietro sulle politiche favorevoli all’ESG, con una riduzione delle normative e un allentamento delle misure ambientali. L’amministrazione Trump, per esempio, ha scoraggiato l’introduzione dei criteri ESG nei piani pensionistici americani e ha portato avanti una deregolamentazione ambientale con l’eliminazione di una serie di norme che limitavano l’inquinamento atmosferico da emissioni di CO2, ha favorito l’industria delle trivellazioni ed estrazioni e ha eliminato norme relative alla protezione delle specie animali. Una vittoria di Trump proseguirebbe questo scenario, mentre una vittoria di Biden cambierebbe il corso ESG negli Stati Uniti che potrebbero aderire nuovamente all’accordo sul clima di Parigi del 2015 e riprendere in mano il Green New Deal rimasto fermo per 4 anni. Secondo il consensus dei gestori di Robeco, in ogni caso, gli investimenti ESG acquisiranno sempre più forza a livello globale e anche negli Stati Uniti. Resta da capire a quale velocità: più lenta con Trump, più veloce con Biden.
IDEE DI INVESTIMENTO
Al di là della vittoria di Trump o Biden e dei settori vincitori con un candidato o con l’altro, un investitore di lungo termine deve prendere in considerazione il posizionamento del proprio portafoglio ora, per sfruttare lo scenario che prenderà forma nel 2021. Dopo la correzione, le opportunità sono sul mercato azionario e secondo Morgan Stanley si trovano in particolare sui titoli finanziari statunitensi, nelle azioni a piccola capitalizzazione a livello globale, nei settori ciclici e nelle azioni globali. Una revisione del portafoglio in vista di un grande cambiamento politico che incide a livello globale è sempre consigliata e si può tenere conto dell’opportunità di ripensare il proprio investimento di lungo termine in chiave ESG.
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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