La manovra di bilancio 2025 del governo Meloni mette al centro una nuova riforma delle pensioni. Al momento di tratta solo di proposte, ma l’orientamento è quello di spingere sulla previdenza integrativa adottando una misura sul Trattamento di fine rapporto (TFR) molto simile a quella già messa in atto nel 2006 con qualche aggiustamento. Vediamo in particolare cosa può cambiare e un confronto tra rendimento del TFR e fondi pensione.
La proposta di manovra sul TFR
L’ipotesi su cui sta lavorando il Governo è di istituire un periodo di silenzio assenso – nel 2006 fu di sei mesi – oltre il quale il TFR viene trasferito automaticamente ad un fondo pensione. Ma ci sono alcune differenze sostanziali.
- Obbligo solo sul 25% del TFR. Nel 2006 il governo decise che se il lavoratore non si fosse opposto, tutto il TFR sarebbe stato conferito nel fondo pensione. Nella manovra 2025 la proposta è di introdurre l’obbligo di destinare solo una quota del 25% del TFR a fondi previdenziali integrativi.
- Come funziona il silenzio assenso. Non è previsto al momento un obbligo diretto di cedere il 25% del TFR maturato, anche se la Lega spinge per introdurlo. Oggi il TFR resta in azienda se il lavoratore non ha espresso una volontà diversa entro sei mesi dalla data dell’assunzione. Con la riforma il dipendente dovrà comunicare di voler mantenere il TFR in azienda, altrimenti le somme maturate saranno trasferite automaticamente ad un fondo pensione.
- Sei mesi per decidere. Dal momento in cui entrerà in vigore la riforma, il lavoratore avrà un periodo di sei mesi prendere una decisione. Se non comunicherà all’azienda una decisione, scatterà il silenzio assenso e il TFR andrà automaticamente al fondo pensione.
- Il target sono i giovani. Nel 2006 in Italia la previdenza integrativa era agli albori. L’obiettivo del governo è far partire il mercato interessando tutti i lavoratori, in particolare quelli erano già entrati nel regime retributivo. Oggi l’obiettivo sono le giovani generazioni che risultano più penalizzate rispetto al passato dalle pensioni INPS. Secondo dati a fine 2023 della Commissione di Vigilanza sui fondi pensione (COVIP) relativi alla composizione demografica degli iscritti ai fondi pensione, gli under 34 rappresentano il 19,3% del totale contro il 47,8% degli iscritti tra 35 e 54 anni e il 32,9% degli over 55 anni. La percentuale del 19,3% risulta praticamente stabile rispetto al 17% rilevato nel 2019.
TFR e fondo pensione: chi rende di più
Conviene il fondo pensione rispetto al TFR? Oltre al rendimento sul lungo termine bisogna considerare l’aspetto fiscale e in vincoli che la previdenza integrativa impone ai nuovi iscritti. In particolare:
- I fondi rendono più del TFR nel 2024. I dati di rendimento dei fondi pensione relativi al primo semestre 2024 indicano una performance superiore al TFR. Secondo dati COVIP; a rendere di più sono le linee a matrice azionaria che hanno ottenuto una performance media del 6,4% per i fondi negoziali e del 7,% per i fondi aperti. Il rendimento medio scende al 3,1% medio per le linee bilanciate dei fondi negoziale e al 3,5% per quelle dei fondi aperti e mentre è vicina a zero per i comparti obbligazionari e garantiti.
- Le linee azionarie bilanciate battono il TFR a 10 anni. Facendo un confronto sul lungo termine, dal 2014 al primo semestre 2024 le linee azionarie hanno reso in media il 4,5-5%; le linee bilanciate il 2-3% mentre le linee garantite e obbligazionarie meno dell’1%. Nello stesso periodo il TFR, che ha una rivalutazione legata all’andamento dell’inflazione, ha reso il 2,3%.
- Il vantaggio fiscale dei fondi pensione. Al TFR che rimane in azienda è applicata una tassazione che va da un minimo del 17% ma supera il 23% per le aziende con più di 50 dipendenti. Al TFR conferito a un fondo pensione è applicata una tassazione che arriva fino a un massimo del 15% e può scendere fino al 9% in base agli anni di contribuzione.
- Anticipo TFR e fondo pensione. Si può chiedere un anticipo del TFR in qualunque momento per acquisto o ristrutturazione della prima casa, motivi di salute o personali. Il datore di lavoro è tenuto a concederlo solo al 10% dei propri dipendenti nell’arco di un anno e mai in misura superiore al 4% del numero totale dei dipendenti. L’anticipo sul fondo pensione per i medesimi motivi può essere richiesto solo dopo 8 anni dall’iscrizione.
IDEE DI INVESTIMENTO
Il fondo pensione inoltre può anche essere una formula di investimento per il futuro dei nostri figli. Acquistando un fondo pensione può essere un grande regalo considerato il sistema pensionistico italiano.
Online SIM offre ai suoi clienti la possibilità di investire nella previdenza integrativa con fondi pensione aperti. E’ possibile aderire anche a due fondi pensione contemporaneamente mantenendo il vantaggio fiscale.
Tra i prodotti ci sono:
- Arca previdenza. Fondo pensione gestito da Arca SGR che investe sui mercati finanziari con differenti profili ed è articolato in 4 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e in un comparto garantito.
- Seconda Pensione. Il fondo gestito da Amundi SGR che consente di costruire nel tempo un trattamento pensionistico complementare al sistema obbligatorio investendo i contributi versati nelle differenti possibilità offerte dal fondo pensione. Il fondo è articolato in 5 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e in un comparto garantito.
- Anima Arti & Mestieri. È un fondo pensione aperto gestito da Anima SGR a contribuzione differita. Il fondo offre la possibilità di scegliere tra 5 comparti, di cui un comparto garantito. Questi con una composizione di investimento azionaria/obbligazionaria differente a seconda delle esigenze.
Aprire un fondo pensione consente di avere una rendita privata, ma come scegliere il migliore? Per evitare di sbagliare, scopri come scegliere il fondo pensione più adatto.
NOTE
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