I fondi Sicav, Società di Investimento a Capitale Variabile, sono un particolare tipo di investimento: scopri come funzionano e quali sono i vantaggi.
- Che cosa sono i fondi SICAV?
- Come funziona una SICAV?
- Chi autorizza le SICAV?
- La tassazione delle SICAV
- SICAV e fondi comuni di investimento: quali sono le differenze?
- Differenze tra SICAV, SGR e SICAF
Che cosa sono i fondi SICAV?
Il significato di SICAV è contenuto nella sigla: si tratta di Società di Investimento a Capitale Variabile.
In particolare:
- Sono società per azioni che hanno come unico scopo quello di investire il patrimonio raccolto mediante un’offerta al pubblico di azioni proprie.
- Sono state introdotte in Italia nel 1992. Sono Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) e sono sottoposte al Regolamento del Testo Unico della Finanza (TUF) che è il punto di riferimento per tutte le normative in tema di intermediazione finanziaria.
Come funziona una SICAV?
Chi investe in SICAV diventa azionista della società, acquisendo alcuni diritti patrimoniali (diritto agli utili e al rimborso del capitale a seguito della richiesta di riscatto) e amministrativi.
Di fatto, le SICAV funzionano come un fondo comune di investimento, ovvero acquistano titoli (azioni, obbligazioni e così via), partecipando ai profitti o alle perdite a seconda del numero di quote che detengono in portafoglio.
Chi autorizza le SICAV?
Ad autorizzare la costituzione delle SICAV è Banca d’Italia, sentito il parere della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB). Per ottenere l’autorizzazione servono alcuni requisiti essenziali di legge che sono contenuti nel Decreto legislativo del 04/03/2014 articolo 35 bis in vigore da 09 aprile 2014.
In particolare, secondo il testo contenuto in Gazzetta Ufficiale:
- la sede legale e la direzione generale devono essere in Italia;
- il capitale sociale deve avere un ammontare non inferiore a quello determinato in via generale dalla Banca d’Italia;
- i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo devono avere i requisiti di professionalità, indipendenza e onorabilità definiti da Banca d’Italia;
- lo statuto deve prevedere come oggetto esclusivo l’investimento collettivo del patrimonio raccolto mediante offerta delle proprie azioni;
- con l’atto costitutivo si deve presentare anche lo statuto, ovvero un programma di attività iniziale e una relazione sulla struttura organizzativa. Banca d’Italia ne attesta la conformità;
- con la costituzione i soci fondatori procedono ai versamenti relativi al capitale iniziale sottoscritto entro trenta giorni dalla data di rilascio dell’autorizzazione. Il capitale iniziale deve essere interamente versato;
- nel caso la SICAV sia multicomparto, ogni comparto deve avere un patrimonio autonomo, distinto a tutti gli effetti da quello degli altri.
La tassazione delle SICAV
La tassazione delle SICAV prevede un’aliquota unica del 26% al momento del realizzo, ovvero quando si vendono le azioni detenute nella SICAV. Dall’aliquota del 26% sono però esclusi i Titoli di Stato italiani ed equiparati, ovvero le obbligazioni statali di Paesi esteri che appartengono alla cosiddetta White List, ai quali è applicata l’aliquota agevolata del 12,5%.
Le SICAV beneficiano di questa agevolazione fiscale sui Titoli di Stato secondo un calcolo che tiene conto della media in portafoglio di questi titoli. C’è da tenere conto però che i proventi realizzati dalle SICAV sono tassati quotidianamente e il valore della quota è sempre al lordo delle ritenute fiscali e degli altri costi.
SICAV e fondi comuni di investimento: quali sono le differenze?
Spesso le SICAV sono assimilate ai fondi comuni di investimento perché i punti di contatto tra i due strumenti sono molti. Ma c’è una differenza sostanziale:
- Il fondo comune è una cassa comune con un proprio patrimonio che si deve ai sottoscrittori ed gestito da una Società di gestione del risparmio (SGR).
- La SICAV è una società vera e propria di cui i sottoscrittori sono soci con tutti i relativi diritti. La gestione del patrimonio della SICAV può essere fatta dai soci amministratori o delegata a una o più SGR.
L’attività di investimento che svolgono fondi e SICAV è però praticamente identica. Entrambi gli strumenti si avvalgono di gestori responsabili degli investimenti, consegnano documenti informativi ai sottoscrittori e hanno costi di gestione spesso simili.
Differenze tra SICAV, SGR e SICAF
La gestione professionale del risparmio, secondo le regole di Banca d’Italia, è svolta dagli Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) ed è affidata a tre soggetti: le Società di Gestione del Risparmio (SGR), le Società di Investimento a Capitale Variabile (SICAV) e le Società di Investimento a Capitale Fisso (SICAF).
Le SGR sono autorizzate a:
- gestire il patrimonio e i rischi degli OICR e commercializzare quote o azioni di OICR gestiti in proprio o da terzi;
- gestire i portafogli, prestare il servizio di consulenza in materia di investimenti;
- istituire e gestire fondi pensione;
- prestare il servizio di ricezione e trasmissione di ordini, qualora autorizzate a prestare il servizio di gestione di Fondi di Investimento Alternativi (FIA).
- prestare il servizio accessorio di custodia e amministrazione di strumenti finanziari per conto dei clienti.
Le SICAV e le SICAF sono autorizzate a:
- raccogliere denaro in forma societaria e prestare il servizio di gestione collettiva del risparmio e le attività previste per le SGR in relazione al patrimonio raccolto mediante l’offerta di azioni proprie. Possono altresì svolgere le attività connesse e strumentali previste dalle disposizioni applicabili.
- Una particolare forma di SICAF è rappresentata dalle Società di investimento semplice (SiS), che hanno lo scopo di investire direttamente in PMI non quotate su mercati regolamentati, che si trovano nella fase di sperimentazione, di costituzione e di avvio dell’attività.
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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