C’erano una volta i Pigs che poi diventarono Piigs, un acronimo che suonava quasi come un insulto per i Paesi Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna che lo componevano. Quella sigla adesso non è più di moda e, Grecia a parte, i sorvegliati speciali dell’Europa si sono presi una bella rivincita. Su tutti, però, spicca la Spagna che ha ripreso a crescere su livelli “non europei”.
L’economia del Paese iberico ha chiuso il 2015 con un rialzo del 3,2% ai vertici dell’Eurozona, segnando i massimi dal 2007 e cancellando i danni dal crac immobiliare e dal maxi-salvataggio bancario finanziato dagli aiuti europei con quasi 100 miliardi di euro.
Il miracolo spagnolo, stando ai numeri, ha fondamenta solide anche se la crescita procede in maniera più lenta rispetto alla scorsa estate: il Prodotto interno lordo (Pil) è salito dello 0,3% nell’ultimo trimestre 2015 (3,5% su base annua) appena al di sotto delle previsioni del governo uscente di Mariano Rajoy, il premier uscente che ha vinto le elezioni a dicembre ma non riesce a formare una maggioranza di Governo (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim).
La crescita attesa è quindi sempre vicina al 3% su livelli che restano un miraggio per molti Paesi dell’Eurozona, Italia compresa. Come è stato possibile il miracolo iberico? La forza spagnola è un’economia basata sui servizi e meno sull’industria manifatturiera, al contrario dell’Italia. Il punto di contatto tra i due ex Piigs, è stato una recessione profonda durante la crisi: il Pil spagnolo è sceso dell’1% nel 2011, del 2,6% nel 2012 e dell’1,7% l’anno successivo, per riprendersi solo nel 2014 (+1,4%). Ma Madrid, di fronte a un crollo del settore edilizio che ha trascinato le banche, ha reagito nel 2012 con un salvataggio bancario da 100 miliardi finanziato dall’Europa, usandone meno della metà per ricapitalizzare le sue banche.
IDEE DI INVESTIMENTO
Il mercato spagnolo è quello meglio impostato alla crescita tra i Paesi dell’Eurozona. Per gli economisti, il rallentamento del terzo trimestre 2015 è fisiologico e le previsioni della Banca centrale spagnola sono improntate all’ottimismo con una revisione al rialzo della crescita: il Pil salirà al ritmo del 2,8% nel 2016 dal precedente 2,7%.
- I punti di debolezza della Spagna restano la deflazione con i prezzi che hanno subito un calo dello 0,4% a gennaio contro le attese per un -0,1%; e la disoccupazione che, è vero, è ai minimi dal 2010 ma è sempre stabilmente sopra il 20%.
- Il punto di forza spagnolo sta nelle riforme fatte nel momento della peggior crisi dagli anni ’30, seguendo alla lettera i diktat europei. Tra queste spicca la riforma del mercato del lavoro “alla tedesca”, basata sulla flessibilità del posto e anche dei salari.
Per puntare sulla crescita spagnola, la maniera più diretta e meglio diversificata è un fondo azionario europeo che investe in società a grande capitalizzazione (Categoria Azionari Europa Large Cap) e ha una buona esposizione di portafoglio sul mercato iberico.
Nella tabella, i dieci fondi che secondo l’analisi effettuata con Morningstar Direct hanno la maggiore esposizione sulla Borsa di Madrid.
Fondi azionari Europa large cap che investono di più a Madrid
Nome fondo | Peso Spagna in portafoglio | Performance 3 y |
---|---|---|
R Conviction Euro P EUR | 12,85% | --- |
GAM Star Cont European Equity EUR Acc | 12,48% | 11,94% |
HSBC GIF Euroland Growth AC | 12,38% | 6,94% |
AXA Rosenberg Eurobloc Eq Alpha A | 12,14% | 10,05% |
Threadneedle Pan European Focus RN EUR | 11,95% | 14,20% |
AXA WF Frm Eurozone RI F-C EUR | 11,89% | 6,76% |
Franklin Euroland A Acc USD | 11,75% | 7,59% |
GAM Star European Equity C EUR Acc | 11,64% | 10,53% |
Invesco Euro Eq A EUR Acc | 11,48% | 13,95% |
Deutsche Invest I Top Euroland FC | 11,29% | 10,30% |
Note
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