Il segmento obbligazionario è sicuramente l’asset class del 2023 per gli investitori più prudenti. La ragione? Rifugiarsi nella liquidità non è una soluzione: i risparmi parcheggiati sul conto stanno subendo l’erosione di un’inflazione strutturalmente più elevata rispetto ai valori osservati negli ultimi 20 anni.

Il 2023 è l’anno dei tassi in rialzo e questo crea condizioni favorevoli per un ritorno nell’investimento obbligazionario. Ma dove cercare valore? Ecco alcuni consigli secondo le analisi di Columbia Threadneedle Investments, Pictet Asset Management e J.P. Morgan Asset Management.

Trovare valore nel 2023

  • I rendimenti sono tornati al punto di partenza. Contrariamente alle aspettative, l’economia mondiale ha saputo superare bene il ciclo di rialzo dei tassi. Una simile tenuta potrebbe ritardare l’arrivo di una recessione e obbligare le Banche Centrali a mantenere i tassi a livelli più elevati per un tempo più lungo. La traiettoria immediata dell’economia e delle politiche monetarie resta poco chiara. I rendimenti attuali offrono un punto di ingresso interessante nel mercato obbligazionario, specie nei segmenti di alta qualità, come il credito Investment Grade.
  • Scadenze brevi. Oggi, in particolare, si possono trovare opportunità interessanti nel perimetro delle obbligazioni a breve termine (1-3 anni), meno sensibili ai movimenti sui tassi e che hanno scontato più bruscamente il cambio di direzione delle politiche monetarie.
  • L’importanza di una gestione attiva. I diversi segmenti del mercato del reddito fisso hanno performance differenti a seconda della fase del ciclo economico. Di conseguenza, per massimizzare il reddito e i rendimenti la diversificazione su più asset class tenendo conto del rischio è la scelta migliore. Non bisogna aver paura di ricalibrare i pesi all’interno del portafoglio.
  • Opportunità in Europa, Usa e mercati emergenti. Il segmento investment grade europeo è il favorito dai gestori, c’è più cautela sulle obbligazioni high yield a causa del previsto aumento dei tassi. Se si vuole andare in America, i titoli di Stato a 10 anni hanno superato la fase di aumento dell’inflazione e questo vuol dir che siamo molto vicini alla fine del ciclo di rialzo. Bene anche i mercati emergenti grazie alla riapertura della Cina.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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