Chi pensa che il 2016 sia stato un anno difficile per i mercati finanziari non ha ancora fatto i conti con il 2017. Il nuovo anno secondo quanto riportano i principali outlook 2017 delle case di investimento mondiali consultati da Online Sim, sarà sfidante per le Borse e più complesso del 2015 e del 2016. La crescita economica globale dovrebbe migliorare, sostenuta dallo stimolo fiscale, mentre i leader politici di tutto il mondo si allontanano dalle politiche di austerità. Ma la prospettiva di un protezionismo commerciale emersa a seguito della Brexit e delle elezioni presidenziali Usa potrebbe implicare un rallentamento della crescita e inflazione più elevata.
Le azioni restano l’asset da privilegiare rispetto alle obbligazioni in un contesto in cui i tassi d’interesse sono bassissimi o addirittura negativi. Per i money manager ha ancora senso mantenere una posizione sovrappesata sulle attività dei mercati emergenti (azioni, obbligazioni e valute) e sui corporate bond rispetto ai titoli di Stato, con un occhio di riguardo al tema delle azioni value e ai settori ciclici, legati alla ripresa economica, piuttosto che a quelli difensivi.
IDEE DI INVESTIMENTO
Ecco le linee guida delle principali case di investimento globali per investire in fondi azionari nel 2017:
- L’Europa è promettente, ma resta il rischio politico. Nella scelta dell’area geografica da privilegiare nell’asset allocation 2017, nell’analisi di Russell Investments emerge come le azioni dell’area euro siano lievemente a buon mercato in termini assoluti e decisamente a buon mercato rispetto agli Stati Uniti. “Aspettare la sovraperformance sui mercati finanziari è come aspettare Godot”, ha detto Luca Gianelle, Client Portfolio Manager, di Russell Investments. “Nell’ultimo anno, ogni volta che sembrava che si affermasse un trend al rialzo, subito interveniva qualcosa a farlo vacillare”. Tuttavia, i fondamentali sono rimasti favorevoli nel 2016 e questo, combinato con le valutazioni attraenti continuerà a supportare una posizione di sovrappeso sull’azionario dell’eurozona.
Non c’è dubbio, però, che in Europa sono da monitorare attentamente i rischi politici. “Siamo ottimisti sul fatto che, per il prossimo anno, nell’eurozona non ci saranno sorprese analoghe alla Brexit o alle elezioni presidenziali americane” ha detto Gianelle. Il 2017 sarà un anno elettorale in numerosi Paesi europei (comprese la Francia e la Germania) e ci sono pochi dubbi che questi temi entreranno ben presto a far parte dei dibattiti, sottolineano gli strategist di Amundi. - Usa, difficile fare previsioni nell’era Trump. Negli Usa, le grandi case di investimento evidenziano come la “Trumponomics” non abbia precedenti a cui riferirsi, ma non c’è dubbio che stimoli eccessivi possano portare a un surriscaldamento dell’economia, con una conseguente stretta della Fed e una regressione dell’economia nel 2018. Le valutazioni sui mercati azionari sono elevate secondo l’analisi di Russell Investments che suggerisce cautela relativamente al fatto che un’eccessiva euforia sulle misure di Trump possano portare a un periodo prolungato di ipercomprato. Per gli strategist di State Street Global Advisors, divisione di asset management del gruppo State Street, la previsione a un anno per i titoli azionari dei mercati sviluppati (eccetto gli USA) è paragonabile al 3,3% che ci attendiamo per gli Stati Uniti: pertanto l’asset manager invita gli investitori a considerare con cautela le azioni internazionali, con posizioni di sottopeso in Europa e nell’area Asia-Pacifico.
- Un anno cruciale per i mercati emergenti. Per gli strategist di Goldman Sachs nel 2017 inseguire il rendimento sulle azioni, ma anche sulle obbligazioni, vuol dire investire Asia ex Japan, ovvero l’area raggruppata sotto l’indice Msci Asia ex Japan, ovvero escluso Giappone, che include otto mercati emergenti: India, Indonesia, Corea, Malesia, Filippine, Taiwan and Tailandia. Sono ottimisti sull’andamento della azioni nei mercati emergenti gli strategist di State Street Global Advisors, divisione di asset management del gruppo State Street, secondo i quali i titoli in quest’area cresceranno di circa il 6% nel 2017, nell’ottica di una prospettiva di crescita più forte, come conseguenza della fine della recessione per Russia e Brasile e della fine dell’impatto negativo del calo dei prezzi delle materie prime. Il rischio per chi investe nei mercati emergenti resta alto.
- Il Giappone è troppo dipendente dagli Usa. L’outlook 2017 del mercato azionario del Giappone è diventato lievemente più complicato dopo le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, secondo i gestori di Schoders. La ragione? Se il rafforzamento del dollaro e i tassi di interesse più alti che hanno prevalso dopo il voto si protrarranno nel tempo, allora il mercato azionario nipponico riceverà sostegno dal miglioramento delle aspettative sugli utili societari e dai rendimenti domestici estremamente bassi a lungo anche in seguito alla riforma voluta da Shinzō Abe. In Giappone, il sentiment nei confronti della crescita globale potrebbe risultare ancora fragile, specialmente se nel 2017 riemergeranno delle tendenze protezionistiche. L’outlook del Paese continua a dipendere dalle aspettative sullo yen che, dopo le elezioni USA, si è indebolito per riflettere l’allargamento dei rispettivi differenziali sui tassi. Tuttavia, se la moneta continuerà a essere percepita come un porto sicuro, al crescere dell’avversione al rischio globale potrebbero seguire nuovi apprezzamenti.
Note
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