Una volta era lo spread, il differenziale tra il Bund e il Btp a mettere paura ai mercati. Adesso questo indicatore è passato nel dimenticatoio per colpa del petrolio. La prova è che i mercati azionari si muovono assecondando i tentativi di rimonta, più o meno riusciti, del prezzo del greggio che oscilla come in una bilancia impazzita sopra o sotto i 30 dollari al barile. Certo, la coda dell’occhio è sempre puntata a Shangai ma è l’oro nero il vero protagonista di questo inizio 2016. E per qualcuno è proprio sul petrolio che si dovrebbe puntare per guadagnare.
Del resto, questo è il peggior gennaio dal 1991 per il prezzo del petrolio e gli analisti di Citigroup pensano sia solo una fase passeggera che serve ai listini per superare la sovrapproduzione dovuta al ritorno dell’Iran sul mercato mondiale (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim). Per Citigroup, il petrolio sarà il trade, l’affare, dell’anno perché sta influenzando praticamente tutti gli asset finanziari. Per questa ragione prevedere quale direzione prenderà fa la differenza.
Qual è ora il consensus degli analisti? Il prezzo dell’oro nero si riprenderà stabilmente solo nella seconda parte dell’anno. Secondo Ubs il barile potrebbe arrivare a 40 dollari nel corso del 2016 (la stima è stata ribassata rispetto ai 52 dollari iniziali) e anche per Société Générale 40 dollari è il prezzo giusto. In base ai calcoli fatti da Citigroup, invece, il petrolio potrebbe arrivare a un livello di 41 dollari al barile nel terzo trimestre e di 47 dollari nel quarto trimestre 2016.
IDEE DI INVESTIMENTO
Previsioni a parte, di sicuro c’è che il valore del barile è arrivato ai minimi da 12 anni a questa parte, giù del 70% rispetto ai valori del 2013. E le stime degli analisti parlano di un rialzo potenziale almeno del 30% nel corso del 2016. Ad influenzare l’andamento c’è sicuramente una guerra strisciante combattuta dai Paesi Opec contro Stati Uniti, Russia e Teheran (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim). Per il capo economista di Allianz, Mohamed El-Erian, che in tempi non sospetti fu l’unico a predirre la discesa del barile (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim) , il calo del barile per il momento è più una maledizione che una benedizione, ma ora è possibilista su una ripresa.
Per investire sull’oro nero, una buona strada è quella dei fondi specializzati in energia (categoria Morningstar: Azionari Energia). Ecco i migliori a tre anni che hanno la maggior parte del portafoglio impiegata nel Big Oil:
- MFS Meridian Funds – Global Energy Fund Class W1 USD Acc a tre anni perde il 3,66%. Il portafoglio è investito all’80% in energia e il primo mercato sono gli Stati Uniti.
- Julius Baer Multistock – Energy Transition Fund EUR E perde il 5,24% a tre anni. Il gestore ha diversificato il portafoglio anche in tecnologia (24%) e bendi industriali (24%) per seguire la trasformazione del mercato energetico
- Eurizon Azioni Energia E Materie Prime perde il 5,45% a tre anni. Insieme all’energia che pesa il 54% sul portafoglio, ben il 40% è diversificato in materie prime.
Note
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