La destinazione del Trattamento di fine rapporto (TFR) al fondo pensione può offrire numerosi vantaggi finanziari a lungo termine. Scopri come fare e le opzioni disponibili.
- Cos’è il TFR e cosa si può scegliere
- Come viene tassato il TFR
- I vantaggi di destinare il TFR al fondo pensione
- I rischi del mantenimento del TFR in azienda
- Come trasferire il TFR al fondo pensione
- Come viene tassato il fondo pensione
- Quali alternative ci sono per destinare il TFR al fondo pensione
Cos’è il TFR e cosa si può scegliere
TFR indica il Trattamento di Fine Rapporto che una volta veniva definito liquidazione al termine dell’attività lavorativa. In particolare:
- Fa parte della retribuzione. Il TFR è a tutti gli effetti un elemento della retribuzione solo che la sua erogazione è differita al momento della fine del rapporto di lavoro.
- Si calcola annualmente. Il valore del TFR è calcolato ogni anno ed è una quota della retribuzione dovuta che va rivalutata in base al tasso collegato all’andamento dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
- Vale per tutti i contratti da dipendente. Il TFR è dovuto a tutti i contratti di lavoro subordinato (indeterminato, a termine, part-time, apprendistato e formazione lavoro) e si matura anche durante il periodo di prova.
Entro sei mesi dall’assunzione, tutti i lavoratori dipendenti che maturano il TFR hanno diverse possibilità di scelta su come e dove destinare il proprio TFR. Questa possibilità è valida dal 2007 con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 252/2005 Disciplina delle forme pensionistiche complementari. In particolare si può:
- lasciare il TFR in azienda (pubblica o privata);
- destinare le quote di TFR alla previdenza complementare, per esempio un fondo pensione di categoria o un fondo pensione aperto;
- non decidere. In questo caso, se esiste un forma di previdenza complementare collettiva, il datore di lavoro trasferisce il TFR al fondo pensione previsto dagli accordi o contratti collettivi. Nel caso ci siano più forme pensionistiche complementari, il TFR sarà trasferito al fondo pensione a cui hanno aderito più dipendenti. Se non esiste un forma di previdenza integrativa collettiva collegata al contratto di lavoro, il datore di lavoro deve trasferire il TFR maturando al FONDINPS, ovvero la forma pensionistica complementare istituita presso l’INPS.
Come viene tassato il TFR
Il TFR ha una regime di tassazione separata che viene inserita nell’ultima busta paga e calcolata in base all’aliquota media del periodo della prestazione lavorativa. In particolare.
- Se il TFR resta in azienda. La tassazione minima è del 17%, ma può anche superare il 23% per le aziende con più di 50 dipendenti.
- Se il TFR va al fondo pensione. La tassazione del TFR può arrivare fino a un massimo del 15%.
I vantaggi di destinare il TFR al fondo pensione
Nel momento in cui si firma un contratto di lavoro c’è subito da fare una scelta importante: lasciare il TFR in azienda o al datore di lavoro, oppure destinarlo a un fondo pensione? Soprattutto per i più giovani questa è una scelta importante per costruire fin da subito una pensione integrativa. Il TFR è una prima base importante a costo zero che può essere accantonata ogni mese.
Come funziona la scelta:
- La decisione di dove destinare il TFR deve essere presa entro 6 mesi dalla prima assunzione e si lavora in un settore privato.
- Una volta presa la decisione di destinarlo a un fondo pensione non si può tornare indietro, mentre se si lascia il TFR in azienda si può sempre e in ogni momento cambiare idea.
- Se non si sceglie entro 6 mesi, la legge prevede il meccanismo del silenzio-assenso: il TFR va automaticamente nel fondo pensione previsto dal contratto collettivo di lavoro o, in presenza di più fondi, in quello a cui è iscritto il maggior numero di dipendenti.
Ma conviene? Vediamo quali sono i vantaggi:
- Un salvadanaio sicuro per il futuro. Il mercato del lavoro è cambiato e, soprattutto per i più giovani, le carriere si costruiscono cambiando spesso azienda e in questo modo si accumula difficilmente un TFR importante negli anni. Destinarlo a un fondo pensione consente di essere costanti nei versamenti e nei risultati anche se si cambia azienda spesso.
- Deduzione fiscale annua immediata. Il vantaggio fiscale è immediato: solo gli iscritti a un fondo pensione hanno l’opportunità di dedurre fiscalmente i contributi versati, fino a un importo massimo di 5.164,57 euro annui.
- Aliquote più vantaggiose sui rendimenti. La performance del fondo pensione ha un trattamento fiscale diverso da tutti gli altri strumenti di risparmio: è tassato al 12,5% per gli investimenti in titoli di Stato e al 20% per tutti gli altri impieghi contro del 26% applicato a tutti gli altri prodotti.
- Una tassazione agevolata alla riscossione. Al fondo pensione al momento della riscossione va applicata un’aliquota che da un minimo del 9% fino a un massimo del 15%. Anche i rendimenti del fondo pensione hanno una tassazione agevolata. Il TFR lasciato in azienda al momento della riscossione ha una tassazione da reddito con aliquote IRPEF che vanno da un minimo del 23% fino al 43%.
- Flessibilità e autonomia nella gestione. Se si devono affrontare spese impreviste, il fondo pensione dà la possibilità di riscatti anticipati in qualsiasi momento per spese sanitarie; acquisto o ristrutturazione prima casa; necessità di denaro contante trascorsi 8 anni dall’apertura del fondo.
I rischi del mantenimento del TFR in azienda
La gestione del TFR lasciato in azienda o al datore di lavoro è affidata totalmente alla capacità dell’impresa di accantonare il denaro destinato ai TFR dei suoi dipendenti. Ma quali sono i possibili rischi?
- Problemi di liquidità da parte dell’azienda che al momento della richiesta di riscossione del TFR per dimissioni, licenziamento o per pensionamento non è in grado di fare fronte al pagamento della cifra.
Fallimento dell’azienda o del datore di lavoro. La buona notizia è che c’è un salvagente. Si tratta del Fondo di garanzia del TFR e dei crediti di lavoro istituito nel 1982 proprio per pagare il TFR maturato dal lavoratore in sostituzione del datore di lavoro insolvente, per esempio perché fallito. - Nessun rendimento atteso. Il TFR lasciato in azienda non rende, ma si rivaluta secondo una componente fissa dell’1,5%, a cui si aggiunge il 75% del tasso di inflazione misurato a dicembre dell’anno precedente. Alla rivalutazione deve essere poi applicata un’imposta sostitutiva pari al 17%.
Come trasferire il TFR al fondo pensione
Il trasferimento del TFR al fondo pensione può essere fatto al momento della prima assunzione o anche in un momento successivo. I lavoratori fin da subito sono messi di fronte a una scelta: lasciare il TFR in azienda fino al termine del proprio contratto, oppure conferirlo a un fondo di previdenza integrativa. In particolare:
- Adesione esplicita. Il lavoratore dichiara all’azienda con una richiesta scritta entro sei mesi dalla sua assunzione di voler aderire a un fondo pensione. Se il contratto lo prevede, il lavoratore può essere iscritto a un fondo di categoria, detto anche chiuso, oppure può scegliere un fondo aperto. Se non si effettua una scelta, il TFR viene trasferito automaticamente al fondo di categoria previsto dal contratto.
- Adesione successiva. Se si lavora già da qualche anno e si è lasciato il TFR in azienda, si può comunque aderire a un fondo pensione. In questo caso è necessario sottoscrivere un accordo con il proprio datore di lavoro. All’azienda spetta il calcolo dei periodi di maturazione del TFR. La trattenuta corrisponde al 6,91% della retribuzione lorda. In questo caso, bisogna anche tenere conto che il TFR maturato prima del 2006 non è soggetto alle agevolazioni fiscali.
Come viene tassato il fondo pensione
Ci sono diversi vantaggi fiscali per chi sottoscrive un fondo pensione. In particolare:
- Esenzione in fase di contribuzione. Chi sottoscrive un fondo pensione può dedurre fino a 5.164,57 euro all’anno di contributi versati.
- Aliquota agevolata sui rendimenti. Il fondo pensione è un investimento di lungo termine che genera un rendimento nel tempo. Questi rendimenti di gestione annuali sono sottoposti a un’aliquota fiscale agevolata del 20% contro il 26% che si applica a tutti gli altri strumenti di investimento. Questa differenza pari al 4% incide sulla performance del fondo pensione nel tempo.
- Aliquota agevolata all’erogazione. Quando si arriva a percepire la pensione integrativa ci sono due strade: il capitale viene erogato fino a un massimo del 50% del montante finale accumulato e il restante 50% deve essere erogato in forma di rendita. In entrambi i casi la tassazione è agevolata. Si applica una ritenuta d’imposta con aliquota massima del 15% contro un range cha va dal 23% al 43% a seconda del reddito delle normali aliquote IRPEF applicate sui redditi complessivi. Se si detiene un fondo pensione per oltre 15 anni, ci sono ulteriori sconti sull’aliquota: ogni anno si sconta uno 0,30% fino ad arrivare al 6% di sconto massimo complessivo. Chi investe in un fondo pensione nel lungo periodo può quindi far scendere l’aliquota al momento dell’erogazione dal 15% fino al 9%.
Quali alternative ci sono per destinare il TFR al fondo pensione
Se si sceglie di destinare il TFR al fondo pensione si hanno davanti due alternative: versare la somma in un fondo pensione chiuso oppure in un fondo pensione aperto. Qual è la differenza?
Fondo pensione chiuso
- Il fondo pensione chiuso è un prodotto che nasce in base a un accordo contrattuale tra lavoratori e datori di lavoro.
- Di solito è riferito a un contratto collettivo, per esempio metalmeccanici, ma può essere frutto anche di un accordi tra soci di una cooperativa, tra lavoratori autonomi e sindacati oppure istituito con una legge ragionale.
- La sottoscrizione è riservata alle categorie di lavoratori che rientrano nell’accordo, per questo fondo pensione si chiama “chiuso”. La gestione è affidata a intermediari professionali specializzati (società di gestione del risparmio, banche, assicurazioni, società di intermediazione mobiliare).
Fondo pensione aperto
- Il fondo pensione aperto è un prodotto lanciato e gestito da intermediari finanziari (banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio, società di intermediazione mobiliare).
- Non è riferito a un contratto collettivo di lavoro e chiunque può scegliere di aderire.
- Non c’è un limite di età per aderire: si può aprire un fondo pensione aperto intestandolo a un minore.
- Il fondo pensione aperto dà la possibilità di scegliere tra tante linee di investimento.
Fondi pensione chiusi e aperti cosa hanno in comune
Entrambi danno la possibilità di scegliere tra tante linee di investimento quella più adatta al proprio profilo di rischio e all’età del sottoscrittore. Le linee più comuni sono:
- obbligazionaria: investe solo o prevalentemente in obbligazioni;
- bilanciata o lifestyle: investe e in azioni e obbligazioni;
- azionaria: investe solo o prevalentemente in azioni;
- garantita: offre una garanzia di rendimento minimo o di restituzione del capitale versato se previsto dal contratto.
IDEE DI INVESTIMENTO
Il fondo pensione è il prodotto ideale per una corretta pianificazione previdenziale. Tra i vantaggi del fondo pensione ci sono: una tassazione favorevole con diverse opzioni di deducibilità fiscale e una gestione flessibile del riscatto delle somme versate.
Il fondo pensione inoltre può anche essere una formula di investimento per il futuro dei nostri figli: un grande regalo considerato il sistema pensionistico italiano.
Online SIM offre ai suoi clienti la possibilità di investire nella previdenza integrativa con fondi pensione aperti.
Tra i prodotti ci sono:
- Arca previdenza. Fondo gestito da Arca SGR che investe sui mercati finanziari con differenti profili ed è articolato in 4 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e in un comparto garantito.
- Seconda Pensione. Il fondo gestito da Amundi SGR che consente di costruire nel tempo un trattamento pensionistico complementare al sistema obbligatorio investendo i contributi versati nelle differenti possibilità offerte dal fondo pensione. Il fondo è articolato in 5 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e in un comparto garantito.
- Anima Arti & Mestieri. È un fondo aperto gestito da Anima SGR a contribuzione differita. Il fondo offre la possibilità di scegliere tra 5 comparti, di cui un comparto garantito. Questi con una composizione di investimento azionaria/obbligazionaria differente a seconda delle esigenze.
Aprire un fondo pensione consente di avere una rendita privata, ma come scegliere il migliore? Per evitare di sbagliare scopri come scegliere il fondo più adatto.
Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
*Articolo pubblicato originariamente a marzo 2023 e sottoposto a successive revisioni e aggiornamenti.
6 Commenti
non è chiaro un punto, anche se da Voi appena accennato, se si cambiano più posti di lavoro, viene ogni volta liquidato il TFR lasciato in Azienda con una tassazione in acconto e successivamente l’Agenzia delle Entrate effettuerà la tassazione separata a conguaglio, mentre se si versa il TFR nei fondi questo si accumula e viene tassato solo alla fine?
Buongiorno Rosanna,
il TFR viene tassato ogni volta che si cambia lavoro (dimissioni, licenziamento) e azienda. Si tratta di una tassazione separata pari alla media dell’IRPEF degli ultimi 5 anni di lavoro: aliquota minima del 23% e aliquota massima del 43%. Se si versa il TFR in un fondo anche se si cambia lavoro non c’è tassazione. Questa si applica solo al momento del riscatto.
Cordiali saluti.
Il team di Online SIM
Salve io purtroppo ho perso il lavoro causa chiusura azienda il tfr lo verserà inps ad un fondo pensione che attualmente non ho. Vorrei sapere se dopo averlo aperto e dopodiché inps verserà il mio tfr se potrò ritirare almeno la metà. Grazie
Buongiorno Emilio,
in caso di licenziamento o cassa integrazione conviene richiedere un riscatto parziale del 50% dopo 12 mesi dalla data di inizio della disoccupazione. Per la richiesta ogni fondo pensione ha una modulistica apposita e va dimostrata l’effettiva perdita del lavoro. Se sono trascorsi 4 anni dall’inizio dalla data del licenziamento, si può procedere al riscatto del restante 50% maturato dal fondo pensione. La tassazione che si applica alle somme riscattate varia da un’aliquota massima del 15% che può scendere dello 0,30% all’anno dopo il quindicesimo anno di partecipazione al fondo fino a un minimo del 9%.
Cordiali saluti.
Il team di Online SIM
Buonasera,
sono un Dirigente di Azienda Commerciale e risulta che nel 2023 sono stati dedotti dal sostituto 9754 Euro versati al Fondo Pensione di categoria.
Io ho volontariamente versato 4164 Euro al mio Fondo Pensione Aperto ; il mio commercialista che ha preparato il mio UNICO 2023 non vuole portare questi ultimi in deduzione, è corretto? Posso dedurli o no?
Grazie
Buongiorno Paolo,
confermiamo quanto fatto dal commercialista. Il limite di deducibilità fiscale per i fondi pensione ammonta a 5.164,57 euro annui, avendo superato tale limite con il versamento TFR, il contributo volontario non è deducibile.
NB. Chi ha diritto alla deduzione, ma non può dedurre completamente i contributi, per esempio perché eccedono il limite di € 5.164,57, beneficerà di una futura esenzione fiscale.
Infatti al momento dell’incasso della pensione integrativa, gli oneri non dedotti e quindi già tassati in fase di dichiarazione dei redditi non potranno essere tassati nuovamente. In questo caso non si perde il vantaggio fiscale ma viene rimandato nel futuro.
Cordiali saluti.
Il team di Online SIM