La costruzione di una pensione di scorta non è più solo un tema di risparmio, sta diventando un’emergenza sociale. Il mercato del lavoro attuale, infatti, pone delle condizioni lavorative e reddituali che rischiano di creare condizioni sociali allarmanti per i giovani che si stanno affacciando al mondo del lavoro e hanno prospettive di pensione misere. Per risolvere il problema la politica si interroga sull’introduzione di formule che modifichino il calcolo dei trattamenti pensionistici, attenuando il collegamento rigido tra le prestazioni e i contributi versati. In questo modo si può andare incontro alle nuove generazioni che sempre di più hanno una storia lavorativa fatta di impieghi saltuari e poco remunerativi, privilegiando gli anni di attività individuale e non solo il montante di contributi accumulati. Si tratta di un’ipotesi allo studio che deve però fare i conti con la sostenibilità del sistema previdenziale pubblico.
Non a caso dalla recente Sesta indagine campionaria del Mefop (società per lo sviluppo del Mercato dei Fondi Pensione) emerge come una pensione inadeguata rappresenti una delle principali preoccupazioni per gli italiani (39%). Ma questo dato stride rispetto all’ultima relazione annuale Covip, secondo la quale un italiano su quattro che ha aderito ai fondi pensione nel corso del 2018 – circa 2 milioni di italiani sugli 8 milioni di iscritti – ha smesso di versare contributi nelle casse previdenziali. Se di guardano i rendimenti ottenuti nel 2018 non sono un elemento di stimolo alla sottoscrizione: i fondi negoziali hanno perso in media il 2,5% contro un guadagno dell’1,9% del Trattamento di fine rapporto (TFR). In particolare, i fondi aperti hanno reso in media il 4,5% nel 2018 che sale al 6,5% per i Piani individuali di risparmio (PIP). Ma se si guarda il rendimento nel lungo periodo i fondi pensione continuano a essere la scelta migliore: nel decennio 2009-2018, secondo dati Covip, il rendimento medio annuo è stato del 3,7% per i fondi negoziali (+4,1% per i fondi aperti; +4% pei i Pip ramo III; +2,7% per i Pip del ramo I) contro il 2% di rendimento del TFR nello stesso periodo.
IDEE DI INVESTIMENTO
Nonostante circa 2 milioni di italiani, secondo dati Covip, abbiano smesso di versare contributi nei fondi pensione nel corso del 2018, i dati confermano che il trend degli iscritti è in costante crescita ed è pari al 30% della forza lavoro in Italia. Il sistema italiano è sicuramente meno evoluto rispetto al resto d’Europa perché più giovane – ha solo 25 anni – ma è proprio dall’Europa che potrebbe arrivare una spinta decisiva verso lo sviluppo del settore dal 2020 in avanti. Ci sono, infatti, due importanti cambiamenti che spingono i fondi pensione italiani verso innovazione e maggiore trasparenza:
- Il recepimento della direttiva europea Iorp 2 che ha dato regole stringenti su governance, trasparenza e attività transfrontaliera, grazie alla quale il settore può fare un salto di qualità importante anche introducendo in portafoglio più asset che guardano alla sostenibilità.
- L’arrivo del Pan-european personal pension product (PEPP), i fondi pensione con il passaporto europeo, che sanciscono il diritto per i cittadini dell’Unione europea di godere dei benefici di una nuova forma di pensione privata valida in tutti i Paesi membri annullando il problema della portabilità di un prodotto finanziario. Questi nuovi prodotti dovrebbero portare a un’armonizzazione delle regole fiscali – al momento meno vantaggiose in Italia rispetto al resto d’Europa – e a una maggiore flessibilità della sottoscrizione online. Il bacino dei possibili iscritti a questi nuovi prodotti è al momento pari 1,3 milioni i cittadini che lavorano in un Paese europeo diverso da quello di residenza, ma il bacino potenziale della forza lavoro è di 11,3 milioni di europei.
Online SIM, la piattaforma italiana del risparmio gestito, offre ai suoi clienti la possibilità di investire in fondi pensione in completa autonomia a zero commissioni di ingresso e con commissioni di gestione molto competitive. Tra i prodotti ci sono:
- Arca previdenza. Fondo pensione gestito da Arca Sgr che investe sui mercati finanziari con differenti profili ed è articolato in 4 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e un 1 comparto garantito.
- Seconda Pensione. Il fondo gestito da Amundi Sgr che consente di costruire nel tempo un trattamento pensionistico complementare al sistema obbligatorio investendo i contributi versati nelle differenti possibilità offerte dal fondo pensione. Il fondo è articolato in 5 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e in 1 comparto garantito.
- Anima Arti & Mestieri. È un fondo pensione aperto a contribuzione differita. Il fondo offre la possibilità di scegliere tra 5 comparti, di cui 1 comparto garantito, con una composizione di investimento azionaria/obbligazionaria differente a seconda delle esigenze.
Note
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