Secondo il Global Gender Gap 2024 del World Economici Forum (WEF) aumenta a 134 il numero di anni che serviranno per eliminare le differenze tra uomini e donne a livello globale (nel 2023 erano 131). Ma non tutto è negativo. Regioni come l’Europa occidentale mostrano progressi sostanziali, con alcuni Paesi che si avvicinano alla parità, mentre altri, in particolare in regioni come il Medio Oriente e il Nord Africa, continuano a lottare in modo significativo. Il report evidenzia che l’empowerment politico rimane la dimensione con il divario più sostanziale, con solo una frazione della disparità colmata finora. In particolare.

Come si misura la parità di genere

L’analisi dei 146 Paesi che compongono l’indice del WEF è arrivato alla diciottesima edizione e evidenzia che in nessuno dei Paesi analizzati è stata raggiunta la parità assoluta di genere. Il 97% dei Paesi però ha colmato più del 60% del divario. Oggi l’indice di divario, che indica fino a che punto il gap è stato colmato, è arrivato al 68,5% in media a livello globale.

Per misurare la parità di genere l’indice del WEF si basa su quattro macro temi che mostrano un andamento differente:

  • partecipazione economica e opportunità dove il gap si è ridotto del 60%;
  • livello di istruzione dove il gap si è ridotto del 94,9%;
  • salute e sopravvivenza dove il gap si è ridotto del 96%;
  • emancipazione politica dove il gap si è ridotto solo 22,5%.

Parità di genere: i progressi dell’Europa

  • I Paesi nella Top 10. Da oltre dieci anni è l’Islanda (indice 93,5%) il Paese più virtuoso in ambito parità di genere. Nessun altro Stato supera la percentuale del 90%. Sul podio ci sono Finlandia (87,5%) e Norvegia (87,5%). Fuori dal podio Nuova Zelanda (83,5%), Svezia (81,6%), Nicaragua (81,1%), Germania (81%), Namibia (80,5%), Irlanda (80,2%) e Spagna (79,7%) che entra per la prima volta nel club dei primi dieci scalzando la Lituania.
  • Chi c’è in fondo alla classifica. I peggiori si confermano Algeria, Ciad, Guinea, Iran, Mali, Marocco, Niger, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo e Sudan.
  • L’Europa guida la classifica regionale 2024. Il Vecchio Continente è riuscito a colmare il 75% del divario anche se continua a essere debole in termini di parità economica (67,8%) e di parità sanitaria, mentre va forte nel settore dell’istruzione (99,5%). Il recupero maggiore dell’Europa è sulla parità politica che nel 2024 fa segnare il dato più alto (36%).
  • L’Italia perde posizioni. Sono otto le posizioni perse in classifica perse dall’Italia nel 2024 (da 79 a 87 dell’indice). Ci sono però dei lati positivi. L’Italia deve migliorare su emancipazione politica ed economia, mentre non va male sul fronte educativo e sulla salute.

IDEE DI INVESTIMENTO

Investire sulla parità di genere rientra nell’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030. Tale obiettivo punta ad ottenere la parità di genere, non solo tra sessi, ma anche tra razze, culture, reddito e istruzione e guida un megatrend di investimento sostenibile.

Il portafoglio modello per investire

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portafoglio modello uguaglianza genere

 

Il portafoglio modello investe in fondi tematici che guardano alla parità di genere e in fondi generalisti che puntano su aziende ben posizionate su alcune metriche legate al tema (per esempio, percentuale di donne in CdA, percentuale di donne nel top management, la soddisfazione degli impiegati). Queste metriche vengono ricalcolate periodicamente e comunicate all’investitore in modo da dargli il senso di un investimento tangibile con degli obiettivi chiari e trasparenti.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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