Due narrazioni hanno dominato i mercati nel 2024: le elezioni, non solo americane, e l’inflazione. Gli effetti di questi due temi influenzeranno tutto il 2025 e dovrebbero continuare a ripercuotersi sull’economia globale in varia misura nei prossimi anni. Il 2025 si prospetta come una sfida unica per gli investitori, con mercati finanziari altamente influenzati da fattori macroeconomici complessi, scenari geopolitici e l’evoluzione delle politiche di sostenibilità. Ecco i punti chiave secondo le analisi di: Allianz Global Investors, Axa Investment Managers, BlackRock, Columbia Threadneedle Investments, Ersel, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Natixis IM, Robeco, Vanguard.
Outlook 2025: il fronte macroeconomico
- Inflazione. Continua il percorso di normalizzazione dei tassi a livello globale, ma i progressi potrebbero rallentare e variare da un Paese all’altro. Questo complica le manovre delle banche centrali che potrebbero adottare azioni divergenti. È probabile che i tagli dei tassi della Fed siano sospesi entro la metà del 2025, mentre la Banca Centrale Europea e la Banca d’Inghilterra potrebbero continuare a tagliare. Nel frattempo, gli economisti prevedono che la Banca del Giappone aumenterà i tassi due volte nel 2025.
- Effetto Trump. L’esito delle elezioni statunitensi inaugurerà cambiamenti politici con impatti che si ripercuoteranno sull’economia globale. L’economia americana dovrebbe rallentare nel 2025 e nel 2026 con l’imposizione di nuovi dazi e restrizioni all’immigrazione. A livello globale, secondo il consensus la crescita può arrivare al 3% nel 2025 e al 2,9% nel 2026, con gli investitori che probabilmente dovranno affrontare una crescente incertezza e disparità geografiche.
- Le tensioni politiche in Europa. L’elezione di Trump arriva in un momento di tensioni geopolitiche importanti per le guerre in Medio Oriente e Ucraina, e l’annuncio di dazi può mettere ulteriormente in difficoltà l’Europa. Nel Vecchio Continente il tema è anche politico, con la Germania che si avvia a elezioni difficili e la Francia che da quasi un anno vive una fase di incertezza. Le attese sono per una crescita del Prodotto interno lordo (PIL) europeo intorno alll’1%. Le proposte di riforma di Mario Draghi illustrano le sfide che l’Europa deve affrontare.
- Cina e Giappone: due facce della deflazione. La Cina continua a combattere la deflazione, poiché i dazi rappresentano un rischio per il settore manifatturiero del Paese, mentre i consumi e gli stimoli potrebbero rimanere insufficienti. Il Giappone, invece, continua a prendere le distanze dai decenni deflazionistici, con una tendenza all’inflazione salariale stabilita e un’inflazione intorno al 2%.
Le prospettive per il mercato azionario
Il 2025 richiederà un’attenta gestione del rischio e la capacità di navigare tra opportunità e minacce, mantenendo una prospettiva di lungo termine. I temi di transizione, sia economica sia sostenibile, rappresentano catalizzatori chiave per il valore degli investimenti. Gli investitori dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di sovrappesare le azioni nei portafogli nel 2025, con le azioni statunitensi e giapponesi che probabilmente saranno le più interessanti.
Idee di investimento
- America e Giappone le borse favorite. Le azioni di Stati Uniti e in Giappone, dove la politica delle banche centrali ha guidato le economie verso un atterraggio morbido, sono le favorite dai gestori nonostante le valutazioni siano molto elevate.
- Europa possibile outsider. Le azioni europee mostrano un potenziale di rivalutazione elevato grazie a possibili sorprese sugli utili e a politiche fiscali più accomodanti.
- Emergenti il rischio aumenta. I mercati emergenti restano un’occasione di lungo termine ma nel breve possono risentire dell’effetto Trump e dell’aumento del dollaro.
- Megatrend da tenere d’occhio. Sul fronte tematico il megatrend di investimento dell’intelligenza artificiale è trasversale a tanti settori: dalla tecnologia alla salute.
Le prospettive del 2025 per il mercato obbligazionario
Tassi in discesa e previsioni di crescita a livello globale modeste sono favorevoli al mercato obbligazionario soprattutto nella prima parte del 2025. La discesa del costo del denaro è però già nei prezzi delle obbligazioni sia statali, sia corporate. Le occasioni di investimento, quindi, si fanno più sofisticate e la diversificazione deve essere massima.
Idee di investimento
- Vince una gestione attiva e globale. I bond statali o corporate o societarie sono l’asset class da privilegiare nel 2025, ma occorre puntare su portafogli davvero ampi e diversificati a livello geografico. Da privilegiare una gestione attiva che possa fare fronte a improvvise impennate dell’inflazione.
- Obiettivo di lungo termine. Anche se le banche centrali stanno allentando la politica monetaria, l’aspettativa che i tassi ufficiali a un certo punto si stabilizzeranno su livelli più alti rispetto a quelli osservati negli anni ’10 del 2000 e condivisa dai gestori. Questo contesto getta le basi per rendimenti obbligazionari solidi nel prossimo decennio. La scelta della parte obbligazionaria di portafoglio deve guardare al lungo termine. L’allungamento della duration è la strada per beneficiare della dinamica dei tassi di interesse, trasformando l’aumento della volatilità in un’opportunità di rendimento. Secondo i calcoli di Vanguard, gli investitori in euro possono ottenere rendimenti annualizzati del 2,2%-3,2% nei prossimi 10 anni per l’obbligazionario dell’area euro e del 2,3%-3,3% per l’obbligazionario globale (area euro esclusa) con copertura valutaria.
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NOTE
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