Il 2020 è l’anno del rilancio dei Piani individuali di risparmio (PIR) che negli ultimi due anni hanno dato un contributo importante allo sviluppo economico delle Piccole e medie imprese (PMI) italiane e hanno anche introdotto un nuovo modello di risparmio che, grazie anche un vantaggio fiscale consistente, ha avvicinato molti italiani al risparmio gestito. I numeri della raccolta parlano chiaro: secondo dati Assogestioni, il patrimonio totale dei PIR raccolto nei primi due anni di vita di questi prodotti è arrivato a 18,5 miliardi di euro. Alcuni limiti normativi introdotti a inizio 2019 avevano frenato la raccolta, soprattutto nel secondo semestre dello scorso anno, portando il dato complessivo di questi prodotti in negativo (-717 milioni di euro secondo dati Assogestioni da gennaio a settembre 2019).
Ora questi limiti sono stati eliminati con una modifica al regolamento che prevede appunto l’eliminazione di due vincoli importanti e, in pratica, riporta i PIR verso l’impianto normativo originario. In particolare, la nuova normativa prevede:
- L’eliminazione dei due vincoli del 3,5% dell’investimento sull’AIM Borsa Italiana, ovvero il segmento destinato alla quotazione delle PMI, e al venture capital, ovvero all’universo di fondi di private equity che come azionisti qualificati finanziano i piani di sviluppo delle piccole imprese, introducendo un unico obbligo: riservare il 5% del valore complessivo del PIR (sempre il 70%) in strumenti finanziari di imprese diverse da quelle inserite degli indici Ftse Mib e Ftse Mid di Borsa italiana o in indici equivalenti di altri mercati regolamentati.
- La seconda importante novità è che i fondi pensione, e le casse previdenziali in generale oltre che i fondi di investimento, possono detenere più di un PIR sempre restando nel limite del 10% del patrimonio complessivo.
Le nuove regole, secondo un’analisi della investment bank indipendente Intermonte, faranno ripartire la raccolta sui PIR che potrebbe arrivare a 3,5 miliardi di euro nel 2020 per salire a 4 miliardi nel 2021 e arrivare a 4,5 miliardi nel 2022. Anche il segmento AIM di Borsa Italiana avrà un impatto positivo con le nuove regole secondo i calcoli di IR Top Consulting si stima che i nuovi PIR possano generare nel triennio 2020-2022 tre effetti principali:
- un incremento medio del numero di quotazioni annue pari a +30% con un relativo aumento del numero di società quotate su AIM Italia;
- una crescita della dimensione media della raccolta, passando da Euro 5,9 milioni nel 2019 a circa euro 10 milioni a fine periodo, pari al +69% in termini di incremento di afflusso di nuovi capitali; un ampliamento del flottante medio in IPO, dal 24% nel 2019 a un 30% a fine stima.
- Questi effetti potrebbero beneficiare inoltre per l’anno 2020 del credito di imposta sui costi di quotazione, con una misura stanziata dal Governo pari a Euro 30 milioni.
IDEE DI INVESTIMENTO
Le nuove regole hanno fatto risvegliato le società di gestione che da gennaio 2020 hanno riaperto le sottoscrizioni dei PIR adeguando i prodotti alla nuova normativa. Tra i primi a muoversi ci sono stati Arca, AcomeA, Amundi, Dws, Eurizon, Pramerica, Sella e Zenit ma tutte le Sgr sono pronte a ripartire. «Le novità inserite nel decreto fiscale approvato a dicembre 2019 saranno un volano per il settore dei PIR nel 2020 perché il decreto inserisce una chiara indicazione di quello che, necessariamente, deve essere investito fuori dagli indici principali» secondo l’analisi di Antonio Amendola e Giacomo Tilotta gestori dei fondi Pir di AcomeA SGR. «Le PMI avranno un canale alternativo al finanziamento, più trasparente e meno invasivo del private equity».
Secondo il consensus dei gestori le nuove regole daranno ai PIR una seconda giovinezza anche se manca ancora un tassello importante per rendere ancora più appetibile il prodotto: l’innalzamento della quota annuale investibile ad almeno 100 mila euro che aprirebbe le porte anche al segmento del private banking.
Al di là delle nuove regole di investimento per i gestori restano invariati i vantaggi dei PIR per gli investitori che abbiano un orizzonte temporale di investimento di almeno 5 anni. Ecco le caratteristiche chiave dei PIR:
- I PIR sono rivolti esclusivamente alle persone fisiche e sono individuali e non sono ripetibili. Ciò significa che un singolo PIR non può essere sottoscritto da un’azienda, non è cointestabile e ne può essere sottoscritto solo uno a testa nella vita.
- I PIR non hanno una durata minima e massima, possono essere anche per tutta la vita. Il vantaggio fiscale si ottiene però solo se si detiene il prodotto per minimo 5 anni.
- I PIR offrono un’agevolazione fiscale sugli utili: non si devono pagare le imposte su capital gain e rendimenti (12,5% sulle cedole e utili relativi a titoli di Stato e 26% su azioni e obbligazioni) se si tiene il prodotto 5 anni. Se al termine dei 5 anni dell’investimento non ci saranno utili, ma perdite, il risparmiatore dovrà rispettare le regole generali dei fondi per il credito di imposta.
- I PIR sono esenti dall’imposta di successione. La cifra può diventare importante nell’asse ereditario di un investitore privato. Ipotizzando un rendimento annuo del 2% su un investimento di 30 mila euro per 5 anni (150mila alla fine del quinquennio) dopo 10 anni, l’utile atteso è di 25.818 euro con un risparmio di 6.713 euro di tasse (pari a circa il 4%) sul capitale versato.
- I PIR prevedono un investimento minimo di 500 euro e un investimento massimo di 30 mila euro l’anno. Il limite in 5 anni è fissato a 150 mila euro. I versamenti possono essere rateizzati come in un Piano di accumulo (PAC). Per i gestori questo è ancora un limite del prodotto.
I migliori fondi PIR compliant venduti in Italia
Prodotto | Società di gestione | Rendimento 5y annualizzato | Rendimento totale a 5y | Rendimento 3y annualizzato | Rendimento 1y |
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Fondersel P.M.I. | Ersel asset management sgr | 6,60% | 37,63% | 9,06% | 14,88% |
Schroder Italian Equity Classe A | Schroders | 4,99% | 27,55% | 7,40% | 17,42% |
Credit Suisse (Lux) Italy Equity Fund ClasseB EUR Cap | Credit Suisse | 4,47% | 24,42% | 8,56% | 17,11% |
AXAWF Fram Italy F Cap EUR | Axa Investment Management | 4,09% | 22,21% | 6,75% | 13,55% |
Investitori Piazza Affari | Investitori | 3,90% | 21,10% | 4,88% | 13,07% |
New Millennium Augustum Italian Div Bd I | NATAM Management Company SA | 3,87% | 20,90% | 4,19% | 10,91% |
Oyster Italian Opportunities Eur | SYZ Asset Management | 3,55% | 19,05% | 6,62% | 15,16% |
Amundi Dividendo Italia B | Amundi | 3,44% | 18,40% | 6,42% | 12,42% |
FF - Italy Fund - A - EUR | Fidelity | 2,54% | 13,37% | 5,64% | 16,36% |
Mediolanum Flessibile Futuro Italia LA | Mediolanum | 2,32% | 12,12% | 5,31% | 11,29% |
Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia L | Mediolanum | 0,66% | 3,36% | 0,49% | 5,53% |
Sulla piattaforma Online SIM è possibile sottoscrivere i fondi PIR e aprire un conto dedicato.
Note
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