Le banche centrali, che sono state un punto fermo nella gestione dell’economia degli ultimi 10 anni, sembrano aver perso la bussola per navigare nella nuova era dell’inflazione. L’aumento dei prezzo è un rebus anche per Fed e Bce che hanno lanciato al mercato un avvertimento: l’aumento dei tassi potrebbe non servire a contenere l’inflazione. Ma non solo. L’aumento dei prezzi potrebbe diventare una caratteristica permanente dell’economia globale post pandemia condizionata da continui shock di domanda e offerta.
I dubbi dei banchieri centrali sono già incorporati nei prezzi del mercato azionario e obbligazionario che sconta una recessione nel breve termine. Guarda però con velato ottimismo al lungo termine. La ragione? È ancora troppo presto per giudicare se un’inflazione elevata – siamo arrivati a livelli mai visti da 40 anni a questa parte – sia una caratteristica permanente dell’economia globale perché i modelli sui gli economisti basano le previsioni sono saltati post pandemia e, per esempio, non riusciti a prevedere l’enorme shock dell’offerta su alcuni settori chiave.
Non c’è dubbio però che il gioco delle banche centrali adesso sia pericoloso secondo l’analisi di Payden & Rygel. La ragione? Fed e Bce sembrano inseguire i mercati, anche se non lo possono ammettere. La prova è che il mercato obbligazionario ha già iniziato a prezzare i rialzi dei tassi nell’autunno del 2021 e la Fed l’ha seguito. Poi il mercato obbligazionario ha prezzato ancora di più all’inizio del 2022 e la retorica delle banche centrali è cambiata di nuovo.
Insomma, le banche centrali si concentrano sulle aspettative di inflazione che se poi non si verificano mandano tutti nel panico. Cosa può accadere adesso? Secondo l’analisi di Ersel, Per frenare la pericolosa corsa dei prezzi, le Banche centrali adesso si trovano costrette ad accelerare sul cammino delle restrizioni di politica monetaria e c’è il rischio che questo percorso possa portare a una nuova recessione per l’economia globale.
IDEE DI INVESTIMENTO
Per navigare nella nuova era dell’inflazione senza perdere la bussola la parola d’ordine è diversificazione. Costruire un portafoglio esposto su un’ampia gamma di classi di attività e coerente con il proprio profilo di rischio è sempre la scelta vincente.
Sul fronte azionario:
- In questa fase lo stile value è il favorito e l’aumento dei prezzi può diventare addirittura un fattore positivo.
- Non bisogna dimenticare di guardare al lungo termine e cercare le storie e i temi che possono far guadagnare nel tempo. I fondi tematici possono essere una buona strada dopo la correzione dei mercati. Ascolta anche il podcast sulle strategie di investimento tematico in ambito azionario.
Sul fronte obbligazionario:
- una buona occasione di diversificazione sono i fondi che investono in obbligazioni indicizzate all’inflazione. La domanda di questi investimenti, però, cresce durante i periodi di inflazione e quindi può far salire i loro prezzi.
- Un’altra strada sono i fondi multistrategy alternative che danno un’ampia delega al gestore e sono categorizzati come bilanciati flessibili.
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Note
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