La sfida dei regali hi-tech di Natale 2018 si gioca tra console di ultima generazione (Xbox One X, la PlayStation 4 Pro e la Nintendo Switch), controller e device di retrogaming che riportano in vita pezzi storici come la prima Playstation di Sony. È il segno di un rinascimento nei videogiochi, uno dei settori che è stato rivivificato dalle funzionalità digitali come il gioco globale in rete, i download di giochi completi e i contenuti collegati al gioco, tanto che l’industria, che secondo i calcoli di Morgan Stanley Research oggi vale già 180 miliardi di dollari, potrebbe crescere del 5% all’anno da qui al 2025.
I giocatori di ogni età crescono insieme alla community online degli appassionati dei titoli più gettonati dei cosiddetti multiplayer online come Call of Duty e Battlefield. La vera battaglia è tra i produttori di console e tra gli editori dei giochi che hanno trovato nel cloud un nuovo terreno di gioco. I Big Data, infatti, sono la nuova frontiera anche dei videogiochi e sono il preludio per portare tutta l’industria verso nuove forme di ricavo con nuovi modelli di abbonamento a consumo, esattamente come è accaduto nel settore dell’entertainment.
Il passaggio all’abbonamento e alla fruizione in streaming è già avvenuto in settori come la musica e i video e ha cambiato i consumi portando le persone ad acquistare, per esempio, solo la musica che suona su smartphone, eliminando i supporti fisici come i Cd e i device per farli funzionare. In questo momento il settore dei videogiochi sta vivendo la stessa fase di transizione che la musica ha già vissuto e, secondo i calcoli di Morgan Stanley, questo processo può generare un giro d’affari di oltre 19 miliardi di dollari per l’aggiornamento di hardware e di oltre 9 miliardi di dollari di commissioni che gli editori, che controllano i titoli, pagano ai produttori di console per raggruppare i contenuti e renderli fruibili alle community dei giocatori.
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Il rinascimento dei videogiochi è un affare anche per gli store digitali (Apple e Google) che si sono trasformati in sale giochi per milioni di fans e hanno contributo al successo di titoli come Candy Crush o Clash of Clans che sono ormai compagni di viaggio per chi si sposta in tram, metro e treni. E soprattutto l’affare c’è, e ci sarà, per i gestori dei cloud data center che hanno la tecnologia ma non hanno i contenuti. Secondo lo studio di Morgan Stanley research il futuro dei videogiochi avrà due fasi chiave:
- Il passaggio di massa all’abbonamento online dei giochi che oggi vale solo il 3% del mercato globale. Ed è un passaggio che dovrebbe completarsi nei prossimi 5 anni.
- Il passaggio al cloud gaming che avverrà a più lungo termine, almeno 10 anni, e questo cambiamento sarà più drammatico per il settore perché potrebbe mettera rischio la sopravvivenza dell’hardware e le console potrebbero scomparire.
La sfida per i produttori è guidare le community fedeli verso i propri servizi basati sul cloud, mentre per gli editori la sfida è allearsi con i provider di cloud creando proprie piattaforme di cloud-gaming. E il gioco è appena iniziato. Chi vincerà?
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