Dopo una fase di turbolenza nei mercati, come quella causata dai dazi annunciati da Donald Trump nel cosiddetto “Giorno della Liberazione”, molti investitori europei in fondi comuni si ritrovano a porsi una domanda fondamentale: quanto rischio posso davvero sopportare nel mio portafoglio?

Capirlo non è solo una questione teorica, ma un passo necessario per evitare decisioni impulsive durante le prossime crisi. Ecco 10 passaggi pratici per arrivarci.

  1. Rivedi le tue emozioni recenti

Hai sentito ansia o panico durante l’ultima fase di volatilità? Se sì, il tuo portafoglio potrebbe essere più rischioso di quanto pensassi. L’emotività è il primo indicatore di un mismatch tra tolleranza al rischio e asset allocation.

Consiglio: Ripensa a come ti sei sentito durante l’ultima fase di volatilità.

Esempio:
Laura, 52 anni, ha investito il 70% in fondi azionari. Quando i mercati hanno perso il 10% in pochi giorni, ha controllato il portafoglio ogni ora. Questo stress indica che la sua esposizione è troppo alta rispetto alla sua tolleranza.

  1. Valuta le perdite che puoi davvero sopportare

Immagina di perdere il 30% del tuo capitale in pochi mesi. Riesci a dormire la notte? Se la risposta è no, è tempo di ridurre la componente azionaria. La domanda chiave è: quale drawdown riesco a sopportare senza vendere in preda al panico?

Consiglio: Rifletti su quanto potresti perdere prima di cedere alla tentazione di vendere.

Esempio:
Giovanni ha 100.000 euro investiti. Se vede scendere il suo portafoglio a 75.000 euro, si dice che “è solo temporaneo”. Ma se scendesse a 60.000, ha ammesso che venderebbe tutto. Quindi il suo rischio massimo sopportabile è del 25%.

  1. Applica la regola del 4×5

Un metodo semplice: moltiplica la percentuale azionaria del tuo portafoglio prima per 4 e poi per 5. Questo è l’intervallo di drawdown possibile in una crisi severa. Esempio: 70% in azioni = drawdown atteso tra il 28% e il 35%. È troppo? Ricalibra.

Consiglio: Calcola il possibile drawdown in caso di crisi.

Esempio:
Marco ha un portafoglio 60% azioni e 40% obbligazioni. 60 × 4 = 24; 60 × 5 = 30. Deve aspettarsi che, in uno scenario grave, possa perdere dal 24% al 30% del capitale. Se questo gli sembra eccessivo, deve abbassare la quota azionaria.

  1. Non farti ingannare dall’età

Sei giovane? Non è detto che tu debba avere l’80% del portafoglio in azioni. La tolleranza al rischio non dipende solo dall’età, ma anche dalla tua capacità emotiva e finanziaria di affrontare le perdite.

Consiglio: Non seguire alla cieca le regole generiche sull’età.

Esempio:
Anna ha 30 anni e un portafoglio 90% azioni perché è giovane. Ma ogni volta che i mercati calano del 5%, si preoccupa e pensa di vendere. Meglio per lei un 60% azionario, più in linea con la sua sensibilità.

  1. Controlla la tua esposizione a eventi estremi

La volatilità media non racconta tutta la storia. Eventi come il Covid o la crisi del 2008 hanno causato perdite del 30-50%. Calcola la “resilienza” del tuo portafoglio agli shock, non solo le performance medie.

Consiglio: Verifica quanto il tuo portafoglio potrebbe soffrire in una crisi severa.

Esempio:
Durante la crisi Covid, Paolo aveva un portafoglio 80/20. Ha perso il 28% in un mese. Era molto di più di quanto si aspettasse. Da allora ha ridotto la parte azionaria al 60% per sentirsi più tranquillo.

  1. Simula uno scenario di crisi

Prendi i tuoi fondi attuali e applica ipotetici cali del 20%, 30%, 40%. Osserva l’impatto sui tuoi risparmi totali. Visualizzare l’effetto reale sul proprio patrimonio aiuta a ragionare in termini concreti, non astratti.

Consiglio: Fai delle prove con ipotetici cali per capire l’impatto.

Esempio:
Carla ha 200.000 euro investiti. Ha simulato un calo del 30% su Excel: 60.000 euro in meno. Ha realizzato che non si sentirebbe a suo agio e ha deciso di rivedere la sua allocazione.

  1. Verifica la coerenza tra rischio e obiettivi

Hai un obiettivo a 3 anni? Allora un portafoglio aggressivo ha poco senso. Se l’orizzonte è lungo, puoi assumerti più rischi – ma sempre nel limite di ciò che puoi tollerare psicologicamente.

Consiglio: Allinea l’esposizione al rischio con la tua tempistica.

Esempio:
Roberto vuole usare i suoi investimenti tra 2 anni per comprare casa. Aveva il 70% in fondi azionari. Troppo rischioso per un obiettivo a breve. È passato a un portafoglio più conservativo (30/70) per proteggere il capitale.

  1. Evita soluzioni “standardizzate”

Non affidarti a formule come “100 meno la tua età”. La tua tolleranza al rischio è unica. Personalizza il portafoglio con l’aiuto di un consulente, partendo dalla tua capacità reale di reggere le flessioni di mercato.

Consiglio: Personalizza il portafoglio, non affidarti a formule semplificate.

Esempio:
Francesca ha 45 anni e il classico portafoglio 55/45 (azioni/obbligazioni). Ma è molto tranquilla di fronte alla volatilità. Con l’aiuto del consulente ha aumentato la quota azionaria al 70% per migliorare i rendimenti potenziali.

  1. Accetta che il rischio zero non esiste

Anche i portafogli conservativi (es. 40% azioni, 60% obbligazioni) possono perdere il 15-20% in una crisi. Se non accetti alcuna perdita, valuta soluzioni più liquide e stabili, ma preparati a rendimenti molto più bassi.

Consiglio: Anche i portafogli più prudenti possono perdere valore.

Esempio:
Luca aveva un portafoglio 40% azioni / 60% obbligazioni, pensando fosse “sicuro”. Durante la crisi 2008, ha perso comunque il 17%. Oggi è più consapevole che “conservativo” non vuol dire “immune”.

  1. Prepara una strategia per le crisi, ora

Non aspettare il prossimo crollo. Decidi oggi cosa farai se il mercato perderà il 30%. Stabilisci in anticipo i tuoi limiti e le tue azioni. La disciplina batte la reazione impulsiva, sempre.

Consiglio: Decidi oggi cosa farai in caso di forti cali di mercato.

Esempio:
Elisa ha scritto una semplice regola personale: se il mercato perde fino al 25%, mantiene la rotta. Solo se supera il 40%, rivede il portafoglio. Avere un piano l’ha aiutata a restare calma durante l’ultimo ribasso e a non vendere.

IDEE DI INVESTIMENTO

Il rischio si misura prima, non durante. La vera protezione contro le crisi finanziarie non è un fondo miracoloso o la previsione perfetta del mercato. È la conoscenza di sé. Solo chi sa quanto può permettersi di perdere, riesce a restare investito abbastanza a lungo da beneficiare dei rimbalzi futuri.

Inizia oggi: rivedi il tuo portafoglio, fai i conti con le emozioni e adatta l’allocazione al rischio che puoi realmente affrontare. Ogni investitore ha un punto di rottura, ed è fondamentale conoscerlo in anticipo. Avere un portafoglio coerente con la propria psicologia è la chiave per attraversare le crisi e restare investiti a lungo termine.

Non esiste un portafoglio perfetto, ma esiste quello giusto per te. Per investire con la massima diversificazione scopri i portafogli modello costruiti con diverse asset class e sviluppati sulla base di metodologie quantitative. Ogni portafoglio ha un grado di rischio differente e adotta strategie di investimento diverse puntando su settori, strumenti e Paesi. I portafogli modello sono offerti dalle migliori società di gestione (UBS, Pictet Asset Management, MC Advisory CSR, Natixis Investment Managers, 4Timing Sim) comprese quelle specializzate in investimenti ESG e in fondi passivi Vanguard.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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