Addio Cina, benvenuta India. Nello scacchiere dei mercati emergenti si sta verificando un passaggio di testimone per la leadership economica dei prossimi 10 anni. Sarà un decennio decisivo con l’India che può accelerare la decarbonizzazione su larga scala continuando a crescere.

L’India è sulla buona strada per diventare la terza economia più grande del mondo entro il 2027, superando Giappone e Germania. Ma non solo. Entro il 2030 avrà il terzo mercato azionario più grande a livello globale, grazie alle tendenze globali e agli investimenti chiave che il paese ha fatto e ha in programma di fare in tecnologia ed energia.

Quali sono i punti chiave della crescita dell’India secondo le analisi di Morgan Stanley e McKinsey.

  • L’India è già l’economia in più rapida crescita al mondo. Il Prodotto interno lordo (PIL) ha avuto una crescita media del 5,5% nell’ultimo decennio. Secondo gli analisti di Morgan Stanley, il PIL indiano potrebbe più che raddoppiare entro il 2031 (dagli attuali 3.500 miliardi di dollari a oltre 7.500 miliardi di dollari) e la Borsa di Bombay potrebbe registrare una crescita annua dell’11%, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 10.000 miliardi di dollari.
  • La distribuzione del reddito dell’India potrebbe capovolgersi nel prossimo decennio e, di conseguenza, il consumo complessivo nel Paese potrebbe più che raddoppiare passando dai 2.000 miliardi di dollari nel 2022 ai circa 5.000 miliardi di dollari entro il 2030. A beneficiare di questa distribuzione della ricchezza saranno settori come abbigliamento e accessori, tempo libero, beni e servizi per la casa

India: i tre megatrend di investimento che spingono la crescita del PIL

  • Delocalizzazione globale. Il ruolo dell’India come back office del mondo ha ripreso forza con il Covid-19. Le aziende a livello globale hanno esternalizzato servizi come lo sviluppo di software, il servizio clienti e l’esternalizzazione dei processi aziendali a basso, ma anche alto valore aggiunto.
  • Transizione digitale. L’India prima di altri Paesi ha saputo investire nell’informatica e nella digitalizzazione. Nel 2010 ha lanciato il programma di identificazione nazionale chiamato Aadhaar. Il sistema crea carte di identità biometriche ed è stato determinante nella digitalizzazione delle transazioni finanziarie. Oggi a gestire il processo di digitalizzazione del Paese che conta su oltre 1 miliardo di cittadini c’è la società statale IndiaStack che offre un sistema completo di identità digitale, pagamento e gestione dei dati anche sanitari a basso costo.
  • Transizione energetica. L’India sta puntando sulle energie rinnovabili per portare l’elettricità negli oltre 600 mila villaggi sparsi per il Paese. Oggi il 75% dell’energia prodotta in India, secondo McKinsey, deriva da fonti fossili, ma le cose cambieranno. Entro il 2050 si stima che i due terzi del nuovo consumo di energia dell’India saranno forniti da fonti rinnovabili come biogas ed etanolo, idrogeno, energia eolica, solare e idroelettrica. Questo cambiamento potrebbe ridurre la dipendenza dell’India dall’energia importata e migliorare le condizioni di vita in un paese che ora ospita 14 delle 20 città più inquinate del mondo. L’India ha inoltre spinto per una nuova mobilità con veicoli elettrici, biciclette e camion e autobus alimentati a idrogeno.

IDEE DI INVESTIMENTO

Puntare sulla crescita dell’India è un tema di investimento di lungo termine che porta con sé una serie di rischi: una recessione globale prolungata, sviluppi geopolitici non favorevoli, cambiamenti nelle politiche interne, volatilità delle materie prime e dell’energia.

In una corretta diversificazione di portafoglio per investire in India è opportuno guardare ai mercati emergenti in generale. Per State Street Global Advisors le azioni dei mercati emergenti oggi sono un’opzione interessante in un contesto in cui la crescita globale è quasi ferma, mentre le economie in via di sviluppo dovrebbero vedere una crescita stimata al 3,5% quest’anno e al 4,1% nel 2023.

India e Cina sono i motori dei Paesi emergenti seguiti da Taiwan e Corea del Sud. Secondo l’analisi di Raiffeisen Capital Management, India e Taiwan e in parte anche la Cina offrono anche spunti di investimento interessanti in chiave ESG.

I migliori fondi mercati emergenti

Ecco dove hanno investito i migliori fondi mercati emergenti (Categoria Morningstar Azionari Paesi Emergenti) presenti sulla piattaforma di Online SIM.

  • RAM (Lux) Systematic Funds – Emerging Markets Equities Classe F è un fondo azionario denominato in dollari specializzato nei mercati emergenti che investe prevalentemente nel mercato asiatico. Lanciato nel 2009, ha un rendimento del 6,16% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a novembre 2022). Finanza e tecnologia sono i primi settori in portafoglio. L’Asia emergente vale il 39% mentre l’Asia Paesi sviluppati il 34%.

RAM (Lux) Systematic Funds - Emerging Markets Equities Classe F

  • Carmignac Emergents Classe A Eur Acc è un fondo azionario mercati emergenti che investe nei paesi emergenti in Asia, America Latina, Europa dell’Est, Medio Oriente ed Africa. Mette in portafoglio una selezione di titoli di società dei paesi con uno spiccato potenziale di sviluppo. Lanciato nel 1997, ha un rendimento del 5,15% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a novembre 2022). Finanza e tecnologia sono i primi settori in portafoglio. L’Asia emergente vale il 40% mentre l’Asia Paesi sviluppati il 30%.

Carmignac Emergents Classe A Eur Acc

  • Capital Group New World Fund (LUX) Classe B EUR Acc è un fondo azionario mercati emergenti che investe in azioni di società con una notevole esposizione a paesi con economie o mercati in via di sviluppo. Lanciato nel 2016, ha un rendimento del 3,24% a tre anni (dati Morningstar aggiornati a novembre 2022). Finanza e tecnologia sono i primi settori in portafoglio. L’Asia emergente vale il 27%.

Capital Group New World Fund (LUX) Classe B EUR Acc

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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