Il 2023 è l’anno dei mercati emergenti, ma quali sono? Scopri le loro caratteristiche, quali sono i più importanti e come investire.
- Quali sono i mercati emergenti nel 2023
- Le caratteristiche dei mercati emergenti
- Come investire nei mercati emergenti
Quali sono i mercati emergenti nel 2023
Nella definizione economica classica si intendono tutti i Paesi a livello globale con un dinamismo economico e sociale che porta ad una crescita più veloce e superiore di quella dei Paesi sviluppati.
I mercati emergenti sono un universo complesso vediamo come individuarli:
- Il punto di riferimento è l’indice MSCI Emerging Markets che nel 2023 comprende 24 Paesi (Arabia Saudita, Brasile, Cile, Cina, Colombia, Corea, Repubblica Ceca, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Filippine, Grecia, Ungheria, Indonesia, India, Kuwait, Messico, Malesia, Perù, Polonia, Quatar, Sudafrica, Tailandia, Turchia, Taiwan).
- Un’ulteriore suddivisione è stata fatta negli anni per consentire di concentrare gli investimenti su aree specifiche. Nel 2001 l’economista Jim O’Neill inventò l’acronimo BRIC per indicare 4 Paesi emergenti più veloci economicamente rispetto agli altri (Brasile, Russia, India e Cina). Questa sigla si è evoluta nel tempo prima diventando BRICS con l’aggiunta della “S” di Sudafrica e ad agosto 2023 è stato deciso l’ingresso di altri 6 Paesi portando a 11 i BRICS con l’aggiunta di Arabia Saudita, Argentina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran da gennaio 2024.
- Non ha avuto lo stesso successo l’acronimo MINT lanciato sempre da O’Neill nel 2014. La sigla raggruppa le economie di Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia. Il punto di forza di questi Paesi emergenti sono le materie prime. Nel 2023 questa sigla è poco usata dagli investitori.
- Un altro raggruppamento di mercati emergenti sta sotto l’acronimo CIVETS, coniato nel 2010 da Hsbc, per raggruppare le economie di Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia e Sudafrica. Nel 2023 questa sigla non ha raggiunto il peso geopolitico dei BRICS.
Le caratteristiche dei mercati emergenti
I mercati emergenti hanno una serie di caratteristiche comuni:
- i tassi di crescita alti e un reddito medio pro-capite della popolazione basso rispetto alla media globale
- una trasformazione dell’economia a forte matrice rurale verso una più votata ai servizi. Questo porta alla trasformazione dei processi agricoli e spinge l’industria e l’urbanizzazione;
- una forte trasformazione sociale che porta alla diminuzione del tasso di povertà e spesso alla nascita di una forte classe media con nuovi consumi;
- un forte incremento dei capitali provenienti dall’estero con investimenti che mirano ad avere risultati nel lungo termine in territori dove spesso l’instabilità politica ha un peso rilevante sulla crescita economico-sociale.
Come investire nei mercati emergenti
Investire nei mercati emergenti porta a una serie di vantaggi e svantaggi:
PRO
- prospettive interessanti di performance nel lungo termine
- bassa correlazione con i mercati sviluppati
- opportunità di diversificazione del portafoglio
CONTRO
- rischio maggiore rispetto ai mercati sviluppati
- forte correlazione con la politica economica del Paese
- rischio liquidità
IDEE DI INVESTIMENTO
Considerando la complessità e la specificità dei mercati emergenti, la competenza sui mercati locali è fondamentale per investire. I fondi d’investimento sono la porta d’ingresso privilegiata ai mercati emergenti.
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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