L’economia globale delle batterie sta cambiando marcia. Questo grazie alla rapida adozione di veicoli elettrici, al miglioramento della tecnologia, a una nuova urgenza per i governi e alle aziende di decarbonizzazione. Lo scenario che segna un megatrend di investimento sostenibile deriva da una combinazione di fattori. Secondo i calcoli di Morgan Stanley, le batterie sono per questo secolo ciò che è stato il petrolio nel 900.
Le batterie sono un tema di investimento chiave per tanti settori (produzione di celle, estrazione di prodotti chimici speciali, attrezzature, componenti, macchinari, imballaggi e case automobilistiche). Contribuiscono anche a formare un mercato che potrebbe superare i 525 miliardi di dollari entro il 2040, secondo Morgan Stanley.
In particolare, l’economia delle batterie è un grosso driver per l’industria automobilistica. L’aumento del valore aggiunto legato ai componenti elettronici e il passaggio alla mobilità elettrica proiettano i costruttori in un mondo dove aumentano le difficoltà di reperimento dei materiali e i rapporti di forza diventano meno favorevoli. Questo secondo l’analisi di La Financiere de l’Echiquier.
Le batterie e l’industria automotive
L’industria automotive dovrà:
- trovare nuove strategie per internalizzare le competenze;
- assicurarsi contratti di lungo termine per garantire l’approvvigionamento dei componenti critici;
- ridurre gli intermediari;
- rafforzare la tracciabilità;
- avere una conoscenza più dettagliata dei componenti elettronici e software dei veicoli prodotti.
Secondo i calcoli di La Financiere de l’Echiquier, il fabbisogno di investimenti nella digitalizzazione e nell’elettrificazione dei veicoli è significativo. 60 miliardi di euro per Mercedes, 90 miliardi per Volkswagen entro il 2026, pari a più del 50% degli sforzi di ricerca e sviluppo e di investimento di questi gruppi. Questa nuova era favorirà la nascita di nuove partnership, come quella tra Stellantis e Foxconn, e farà emergere industriali ancora poco noti. Come Wuxi Lead per l’equipaggiamento delle linee di produzione di batterie e veicoli elettrici.
Ma non c’è solo l’automotive da tenere d’occhio. Siamo all’inizio di un ciclo che dovrebbe consolidarsi entro il 2030. Fino ad allora, secondo Morgan Stanley, sono diversi i settori che possono trarre vantaggio dall’economia delle batterie.
In particolare:
- All’inizio del ciclo, le aziende che lavorano per abilitare l’adozione di una nuova tecnologia sono le favorite.
- Successivamente, la creazione di valore si sposta sulle infrastrutture e sui produttori di dispositivi con una maggiore penetrazione.
- Verso la fine del ciclo, le opportunità si spostano sulle società di software e servizi in grado di capitalizzare la crescita dei veicoli elettrici.
IDEE DI INVESTIMENTO
Come tutti i megatrend di investimento emergenti l’economia delle batterie comporta dei rischi. Il primo e più significativo è l’evoluzione tecnologica delle batterie. Oggi le batterie agli ioni di litio sono la soluzione più utilizzata, ma non è detto che lo saranno anche in futuro. Oltre al rischio di invecchiamento precoce delle materie prime utilizzate c’è anche da mettere in conto il rischio di investimenti eccessivi rispetto a quanto serve realmente da parte delle industrie interessate.
Secondo l’analisi di Pictet Asset Management, la transizione del settore automotive verso la mobilità elettrica e la guida autonoma – illustrata dagli standard europei per le emissioni di CO2 nel 2025 e nel 2030 – non lasciano altra scelta se non l’elettrificazione dei veicoli su larga scala. Per questo, le fabbriche faranno sempre più ricorso a software sofisticati che consentono di risparmiare risorse ed energia.
L’economia delle batterie è strettamente legata al passaggio del settore automotive all’elettrico e ai temi di energia e ambiente. Si tratta di megatrend che sono tutti legati al clima. Online SIM offre la possibilità di investire con la massima diversificazione in un portafoglio modello sul cambiamento climatico che ha un rendimento annualizzato del 14,61% (dati aggiornati a febbraio 2022) ed è costruito in collaborazione con Main Street Partners, boutique finanziaria inglese specializzata in ESG.
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Note
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