L’economia circolare è un punto chiave per la transizione energetica e digitale in atto a livello globale. Ma è ancora un tema poco conosciuto al grande pubblico. La prova è un recente sondaggio condotto dalla società norvegese Dnv, attiva nei servizi di Assurance e nella gestione del rischio, su un campione di quasi 2900 persone. Circa il 40% degli intervistati non sa cosa sia l’economia circolare.
Per capire a cosa ci si riferisce quando si parla di economia circolare un buon punto di riferimento sono i principi guida redatti da Ellen MacArthur Foundation. Si parla di un punto di riferimento dal 2010 dello sviluppo dell’economia circolare a livello globale.
L’economia circolare si basa su tre capisaldi:
- Eliminare i rifiuti e l’inquinamento
- Dare nuova vita a prodotti e materiali
- Rigenerare la natura
L’economia circolare punta a ridurre gli sprechi. In che modo? Incidendo sui sistemi produttivi, dando una nuova vita alle materie prime e cercando nuovi materiali rinnovabili che possano sostituire i vecchi, promuovendo la condivisione e il riutilizzo di beni.
Il megatrend dell’economia circolare
Facciamo qualche esempio concreto di economia circolare:
- Una nuova visione economica per la plastica in cui non diventi mai rifiuto. Innovazione degli imballaggi per renderli compostabili e riciclabili, divieto delle confezioni monouso sono solo alcune delle strade possibili.
- Nuovi modelli di business per il tessile. L’industria della moda è ancorata all’economia lineare del take-make-waste. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, il settore ha il quarto impatto più significativo sulle materie prime e sull’acqua dopo cibo, abitazioni e trasporti.
- Recuperare la biodiversità e ripensare il cibo. Approcci agricoli rigenerativi, come l’agroecologia, l’agroforestazione e il pascolo gestito, sono una strada per diminuire le emissioni di Co2 nel suolo. Aumentare la biodiversità negli ecosistemi circostanti, consentendo ai terreni agricoli di rimanere produttivi invece di degradarsi nel tempo. Nuovi modelli produttivi possono portare a ridisegnare l’economia del cibo in chiave rigenerativa.
- Rendere le città sostenibili. Entro il 2050 due terzi della popolazione globale vivrà nelle città, consumando il 75% delle risorse naturali mondiali, producendo il 50% dei rifiuti globali e oltre il 60% delle emissioni di gas serra. Ripensare il modello delle città in chiave sostenibile anche dal punto di vista della mobilità e del fabbisogno energetico è un fattore chiave dell’economia circolare.
L’economia circolare è sostenuta anche dalla transizione digitale oltre che da quella energetica. Punta a un sistema resiliente che fa bene alle imprese, alle persone e all’ambiente e porta benefici per la salute. Questo attraverso la riduzione dell’impatto ambientale, una migliore gestione delle risorse e progressi nella sicurezza e protezione alimentare. Gli studi indicano anche che un’economia circolare ha il potenziale per portare un aumento medio netto dell’occupazione.
Può fare bene anche al portafoglio di investimento secondo l’analisi dell’Università Bocconi condotta nel 2021 su un campione di oltre 200 società europee quotate in 14 settori. Il risultato? Più un’azienda è circolare, minore è il rischio di insolvenza sul debito e maggiori sono i rendimenti aggiustati per il rischio del suo titolo.
IDEE DI INVESTIMENTO
Per investire con un’ottica di lungo termine sul megatrend dell’economia circolare che abbraccia tanti settori della sostenibilità continua a crescere la pattuglia dei fondi tematici. Ecco dove investono i migliori fondi presenti sulla piattaforma di Online SIM.
- BGF – Circular Economy Fund Classe E2 EUR è un azionario internazionale lanciato nel 2019 rende l’8,88% a un anno (dati Morningstar aggiornati a febbraio 2021). Investe almeno l’80% del patrimonio complessivo in titoli azionari di società a livello globale che beneficiano o contribuiscono al progresso dell’economia circolare. Beni industriali, beni di consumo e materie prime sono i settori più rappresentati. Il mercato Usa vale il 40% del portafoglio.
- Robeco Capital Growth Funds Circular Economy Equities Classe D EUR Acc è un azionario internazionale lanciato nel 2020 rende il 7,37% a un anno (dati Morningstar aggiornati a febbraio 2021). Investe in maniera particolare sul tema della biodiversità investendo in aziende che promuovano modelli di business efficienti sotto il profilo delle risorse per quanto riguarda la produzione e il consumo di beni in coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (UN SDGs): Fame Zero (SDG 2), Buona salute e benessere (SDG 3), Lavoro dignitoso e crescita economica (SDG 8), Industria, innovazione e infrastrutture (SDG 9) e Consumo e produzione responsabili (SDG 12). Beni industriali e tecnologia sono i settori più rappresentati. Il mercato Usa vale il 44% del portafoglio.
- Decalia Circular Economy Classe A1 EUR Acc il fondo lanciato nel 2019 dopo un forte rally nel 2020 e 2021 perde il 3,31% a un anno (dati Morningstar aggiornati a febbraio 2021). In portafoglio ha 8 settori specifici: l’economia della condivisione e della funzionalità, la prevenzione e la diagnostica, la nutrizione, le energie rinnovabili e le reti intelligenti, il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, i materiali industriali “verdi” e intelligenti e Industria 4.0. Il mercato Usa vale il 73% del portafoglio.
- Candriam Sustainable – Equity Circular Economy Classe C Eur Hedged è un azionario internazionale lanciato nel 2020 perde il 6,30% a un anno (dati Morningstar aggiornati a febbraio 2021). Investe in aziende che forniscono soluzioni per una transizione verso un’economia circolare per affrontare le principali sfide sostenibili. Beni industriali, tecnologia e beni di consumo sono i settori più rappresentati. Il mercato Usa vale il 57% del portafoglio.
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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