Cosa hanno in comune uno smartphone, una macchina elettrica e un pc portatile? Sono tutti alimentati con batterie al litio che è il nuovo oro per il mercato delle materie prime. Non a caso il litio è noto anche come oro bianco, a causa del suo colore, ed è l’energia di quasi tutte le nuove tecnologie che guardano alla sostenibilità, tanto che il litio sta diventando un elemento costoso. Secondo i calcoli del Bloomberg New Energy Finance, da qui al 2030 consumeremo meno dell’1% delle riserve di litio nel terreno, ma i produttori di batterie dovranno investire molto in miniere per sostenere la loro produzione e dovranno costruirle più rapidamente di quanto pensassero, con costi elevati.
Ecco perché con l’aumentare della domanda, per esempio di auto elettriche, il litio diventerà più difficile da ottenere e più caro da produrre. Per questo la ricerca di una materia prima alternativa e sostenibile impegna da tempo i ricercatori di tutto il mondo e sembra che un buon candidato adesso ci sia: il sodio, con cui si possono produrre batterie che costano l’80% in meno rispetto a quelle al litio e con la stessa capacità di incamerare energia.
L’oro bianco adesso ha un concorrente temibile di colore blu: il sodio. Gli ioni di sodio consentono di produrre batterie con un costo più basso e con una capacità di ricarica più veloce. Queste nuove batterie agli ioni di sodio sono state realizzate da un gruppo di ricercatori dell’Università di Stanford e risolvono il tallone d’Achille del sodio che finora non aveva la stessa capacità di stoccaggio di energia del litio. I ricercatori di Stanford hanno però sottolineato come il litio al momento non si batte in termini di prestazioni, ma essendo un materiale sempre più raro e costoso, è una buona alternativa sviluppare batterie ad alte prestazioni, ma a basso costo, basate su elementi abbondanti come il sodio. La scoperta di Stanford arriva dopo diversi anni che la ricerca nel campo dell’energy storage si è concentrata sul sodio – un altro materiale alternativo è il potassio ma i risultati non sono entusiasmanti – perché facile da reperire con una spesa contenuta.
IDEE DI INVESTIMENTO
Le materie prime sono state gravemente penalizzate dalla pandemia di Covid-19. Ma l’universo delle materie prime è estremamente variegato: va dal greggio ai metalli preziosi, passando per le cosiddette soft commodities e per i materiali adatti all’energia sostenibile. Secondo l’analisi di Columbia Threadneedle Investments, con la ripresa dell’economia, la domanda e l’offerta avranno un andamento molto diverso da un settore all’altro; ci sono opportunità da cogliere nel settore delle materie prime per gli investitori attivi con un fondo specializzato che abbia un approccio selettivo, per valutare attentamente pro e contro delle diverse componenti.
Per investire sul segmento delle risorse naturali, di cui il litio e anche il sodio fanno parte, e delle energie alternative ci sono fondi azionari specializzati (Categoria Morningstar Azionari Settore Risorse Naturali)
La Top 5 dei fondi che investono in risorse naturali
Prodotto | Rendimento 1y | Rendimento YTD |
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Bgf World Mining Fund Eur Classe E2 | 10,06% | 1,87% |
Pictet - Timber Classe R Eur | 4,77% | -4,41% |
Vontobel Future Resources Classe B Eur | -8,67% | -5,68% |
Amundi Funds CPR Global Resources Classe FHE EUR Acc | -8,86% | -11,60% |
Aberdeen Standard Sicav I - World Resources Equity Fund Classe A Usd Acc | -11,37% | -16,20% |
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Note
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