Dopo un 2023 in chiaroscuro, le materie prime ripartono dalle certezze: petrolio e oro. Il prezzo del barile di petrolio è tornato a 80 dollari, non accadeva da novembre 2023, e il valore dell’oro è stabile sui 2100 dollari l’oncia. Cosa sta accadendo al settore delle materie prime?
Perché il petrolio è ripartito
Rischi geopolitici in aumento, tagli alla produzione maggiori delle attese da parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori del Petrolio (OPEC) e fermo produttivo da parte delle maggiori imprese mondiali di greggio sono le ragioni della ripresa del prezzo del petrolio. Vediamo cosa può accadere secondo l’analisi di Citi, Goldman Sachs e Bank of America.
- Rischi geopolitici. Gli attacchi alle navi merci e alle petroliere nel Mar Rosso da parte dei ribelli Houthi dello Yemen hanno un impatto diretto sulla produzione e sull’esportazione del petrolio. In particolare, l’Iran che sostiene gli Houthi può fermare l’export e trascinare con sé anche altri importanti fornitori OPEC se la tensione in Yemen dovesse aumentare. Iran, Iraq, Libia, Nigeria e Venezuela sono tutti Paesi vulnerabili alle interruzioni delle forniture di petrolio. In questo scenario, resta la questione Ucraina-Russia. Se l’Ucraina attaccasse le raffinerie russe con i droni, le forniture di petrolio russo si interromperebbero anche su quel fronte.
- Le decisioni OPEC. La riunione di marzo dell’OPEC sarà decisiva per capire quale strada prenderà la produzione di questi Paesi. Le attese degli analisti sono un ulteriore taglio alla produzione anche nel secondo trimestre 2024 da parte di Arabia Saudita e dei suoi partner.
- Dove può arrivare il prezzo. Gli analisti hanno ricominciato a fare i conti sulle prospettive di crescita del prezzo del petrolio nel 2024. Per Citi il prezzo del barile può arrivare a 100 dollari entro 12 mesi. Goldman Sachs Group vede un’oscillazione all’interno di una fascia di 20 dollari centrata sugli 80 dollari al barile, con una volatilità contenuta, mentre Bank Of America prevede che il petrolio si manterrà tra i 60 e gli 80 dollari.
Perché l’oro sta correndo
L’aumento degli acquisti di oro da parte delle banche centrali emergenti e un’economia globale che va verso la stagflazione, ovvero una combinazione di stagnazione e inflazione sopra i livelli attesi dalla banche centrali, o addirittura in recessione sono i fattori che, da soli o insieme, sostengono il prezzo del metallo giallo. Vediamo, dopo il petrolio, cosa può accadere per l’oro secondo l’analisi di Citi, Goldman Sachs e Bank of America.
- La politica delle banche centrali emergenti. Il processo di dedollarizzazione globale in corso con un rafforzamento delle economie emergenti e un aumento delle tensioni geopolitiche porta le Banche centrali dei mercati emergenti ad aumentare sensibilmente gli acquisti di oro. In particolare, in prima linea ci sono le Banche centrali cinesi e russe, seguite da India, Turchia e Brasile.
- Stagflazione o recessione. La direzione che prederanno inflazione e crescita economica nel corso del 2024 sono determinanti per il prezzo dell’oro da sempre bene rifugio per eccellenza. Sia in caso di stagflazione, sia in caso di recessione, l’oro diventa attraente anche per banche centrali a livello globale.
- Dove può arrivare il prezzo. Secondo l’analisi di Citi, le prospettive di crescita dell’oro nel 2024 sono del 50% con un prezzo che può arrivare fino a 3.000 dollari all’oncia. Più conservativa la posizione di Goldman Sachs Research, che vede i prezzi dell’oro salire del 6% nei prossimi 12 mesi fino a 2.175-2.200 dollari l’oncia. Per Bank of America l’oro potrebbe raggiungere i 2.400 dollari entro la fine del 2024.
IDEE DI INVESTIMENTO
Le materie prime sono una classe di investimento ideale per diversificare il portafoglio con l’obiettivo di mitigare il rischio derivante da azioni e obbligazioni. Se si guarda a oro e petrolio la strada passa dai fondi comuni di investimento con prodotti specializzati in oro finanziario (Categoria Morningtsar Azionari settore Metalli Preziosi) o in risorse naturali che oltre al petrolio guardano anche alle fonti che sono alla base delle energie alternative anche a uso industriale (Categoria Morningstar Azionari Settore Risorse Naturali).
I migliori fondi che investono in oro
- Franklin Gold and Precious Metals Fund A (acc) USD investe in società specializzate in materie prime con particolare riferimento alle aree del Canada, Australasia e Africa. Il fondo è stato lanciato nel 2010 e rende a cinque anni il 5,76% (secondo dati Morningstar aggiornati a marzo 2024).
- Ninetyone Sicav – Global Gold Classe A Usd è un fondo azionario denominato in dollari che investe rende a cinque anni il 5,10% (secondo dati Morningstar aggiornati a marzo 2024). Investe a livello globale in azioni di società operanti nell’estrazione di oro, ma può investire anche fino a un terzo del proprio valore nelle azioni di società operanti nell’estrazione di altri metalli preziosi, minerali e metalli non preziosi.
- Schroder ISF Global Gold Classe A USD Acc Il fondo è stato lanciato nel 2010 e rende a cinque anni il 4,35% (secondo dati Morningstar aggiornati a marzo 2024). Investe in maniera attiva almeno due terzi del proprio patrimonio in azioni e titoli legati ad azioni di società di tutto il mondo coinvolte nel settore dell’oro.
I migliori fondi che investono in risorse naturali
- Ninety One Global Strategy Fund – Global Natural Resources Usd Classe A Acc è un azionario globale che investe in società che operano nell’industria mineraria, nell’estrazione, produzione, trasformazione o trasporto di risorse naturali o materie prime. Rende il 12,92% a cinque anni (dati Morningstar aggiornati a marzo 2024). Partito nel 2008 ha materie prime ed energia come primi settori in portafoglio, America pesa il 34%.
- Bgf World Mining Fund Usd Classe E2 è un azionario globale che investe a livello globale almeno il 70% del patrimonio complessivo in società operanti prevalentemente nell’attività mineraria e nella produzione di metalli di base e preziosi o di minerali. Rende l’8,57% a cinque anni (dati Morningstar aggiornati a marzo 2024). Partito nel 2008 ha materie prime ed energia come primi settori in portafoglio, il Canada è il primo mercato con il 26%, seguono gli Usa con il 19%.
- Jpm Global Natural Resources A (dist) – Eur è un azionario globale che investe in azioni di società impegnate nella ricerca per lo sviluppo, la raffinazione, la produzione e la commercializzazione a livello mondiale di risorse naturali e dei prodotti da esse derivati. Rende l’8,04% a cinque anni (dati Morningstar aggiornati a marzo 2024). Partito nel 2005 ha materie prime ed energia come primi settori in portafoglio, l’America è il primo mercato e pesa il 33%.
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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