Quando si chiacchiera di grandi affari finanziari oggi tutte le strade portano a Jack Ma, ex insegnante di inglese, con il mito di Forrest Gump, che a 35 anni ha fondato Alibaba e a 50 anni è diventato l’uomo più ricco di Cina, dopo aver incassato oltre 50 miliardi di dollari con la quotazione più grande di sempre al NASDAQ. (Trova qui i migliori fondi per investire in tecnologia). Tanto che l’e-commerce, il suo core business, ormai sta davvero stretto a Ma.
La prova? L’ultimo business sulla sua scrivania è Netflix, il colosso dei film e delle serie tv via streaming, con un fatturato di 5,5 miliardi di dollari e oltre 60 milioni di abbonati. In Italia Netflix arriverà a Natale, con un catalogo che già spaventa Sky e Mediaset Premium. Per Ma è solo un altro passo verso la sua passione per la macchina da presa. Alibaba Pictures Group, infatti, ha già investito 3 miliardi di dollari in produzioni cinematografiche dalle fortune alterne. In Netflix entrerebbe attraverso una controllata, la Wasu Media Holding in cui Alibaba ha una partecipazione di circa il 20%. Per Netflix è una mossa strategica alla conquista del mercato cinese.
Aumenta il peso nel turismo e assicurazioni con Fosun. Ma non c’è solo il cinema tra i pallini di Ma. Un altro chiodo fisso è il turismo. Far viaggiare i cinesi è una sua ossessione e non a caso al Travel ha dedicato una seziona del suo mall Taobao (l’Ebay cinese), con un’offerta di viaggi su misura.
Anche in questo caso non è Alibaba ad entrare in prima persona. Secondo indiscrezioni, alcuni fondi d’investimento sostenuti da Jack Ma e dal presidente di Tencent Holdings, Pony Ma, hanno partecipato all’aumento di capitale da 1,2 miliardi di dollari in private placement di Fosun International.
Il gruppo cinese ha conquistato dopo una lunga battaglia l’operatore francese di villaggi e resort turistici Club Med, che tanto piacciono al fondatore di Alibaba, e adesso punta a nuove acquisizioni nel campo delle assicurazioni in Europa.
Del resto la finanza è da tempo nei piani di Ma – Alibaba è il terzo azionista della giapponese Softbank – e le assicurazioni sono solo una diversificazione nel settore. L’obiettivo primario è da sempre la banca online per cui Ma ha ottenuto l’autorizzazione subito dopo la quotazione a Wall Street. Attraverso Ant, il braccio finanziario di Alibaba, il gruppo cinese vuole offrire prestiti, servizi di credito e assicurativi, sistemi di pagamento e consulenza per i risparmi. E il conto alla rovescia per l’operatività sta per finire: secondo quanto ha riportato l’agenzia Reuters, entro giugno 2015 è atteso il lancio della banca (controllata al 30% da Ant).
Tanto attivismo in Borsa non si vede, guai con la moda. Affari, affari. Tanti, forse troppi. Sul titolo in Borsa, infatti, tutto questo darsi da fare non ha pagato: Alibaba ha raggiunto il suo massimo a 120 dollari nel novembre 2014 poi il titolo è sceso fino a un minimo di 77 dollari a inizio maggio per poi risalire fino a 85 dollari.
A pesare sulle quotazioni c’è stata anche la causa legale presentata a New York da Kering, la società fondata dall’imprenditore francese Francois Pinault, che controlla tra gli altri i marchi Gucci e Yves Saint Laurent. L’accusa? Alibaba venderebbe online marchi contraffatti. Jack Ma ha già respinto le accuse e annunciato ricorso e, chissà, magari sul suo tavolo il prossimo affare sarà nella moda.
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