Gli investimenti sostenibili sono strettamente collegati ai criteri ESG (Environmental, Social, Governance) che in tre lettere racchiudono le tre dimensioni della sostenibilità. Su queste dimensioni gli investitori istituzionali, come società di gestione e assicurazioni, stanno lavorando da tempo per comprendere meglio il potenziale impatto finanziario delle problematiche ambientali sulle società che inseriscono nei loro portafogli.
La strada per investire come ESG comanda e costruire portafogli di investimento di fondi comuni secondo la lettera “E” della sigla richiede una grande attenzione da parte gestori verso il rispetto delle regole in settori come i cambiamenti climatici, i rischi connessi all’energia (combustione del carbone, per esempio), l’efficienza energetica, il riciclo delle materie e i rischi ambientali nell’aria, nell’acqua e nel suolo.
Gli investitori istituzionali svolgono un ruolo importante per indirizzare gli investimenti sui temi ambientali e l’emergenza causata dal Covid-19 spingerà ancora di più questa attitudine che è un trend di lungo periodo. Dall’altra parte il virus ha consegnato alla società cittadini più consapevoli delle problematiche ambientali, pronti a rivedere le proprie abitudini di vita e di consumo, cercando di limitare al minimo indispensabile le attività altamente inquinanti.
Secondo l’analisi di Pictet Asset Management, per soddisfare tali cittadini, le istituzioni dovranno indirizzare le politiche di bilancio a sostegno dell’economia verso investimenti legati all’ambiente: secondo un sondaggio Ipsos MORI, il 65% degli intervistati a livello globale ha infatti indicato che, nell’erogare le risorse necessarie per la ripresa, i governi dovrebbero dare priorità agli investimenti “green”.
La lettera “E” come environment è quella più semplice da capire perché punta dritta su clima e ambiente ed è più facile da comprendere perché riguarda il mondo che ci circonda. Investire su questo fattore significa costruire portafogli che hanno come obiettivo contenere il rischio ambientale del Pianeta. In particolare:
- Contenere il rischio collegato a rifiuti e inquinamento;
- Trovare soluzioni per evitare l’esaurimento delle risorse naturali;
- Preservare la biodiversità attraverso tecniche agricole innovative che contengano lo sfruttamento del suolo;
- Contenere le emissioni di gas serra attraverso la decarbonizzazione dei portafogli, la lotta alla deforestazione e la riduzione di CO2 nell’atmosfera.
IDEE DI INVESTIMENTO
I fattori ambientali comprendono il contributo che una società, o un governo, offre ai cambiamenti climatici. I potenziali effetti negativi per le aziende che non gestiscono i rischi ambientali sono l’aumento dei costi (ad esempio la necessità di ripulire gli sversamenti o di ripristino del paesaggio), danni alla reputazione in caso di incidenti inquinanti secondo l’analisi di Robeco. Per costruire portafogli che soddisfano i criteri della lettera E i gestori vanno a caccia di storie e trend di lungo periodo che soddisfino gli obiettivi generali del tema. Tra queste ci sono: Le storie più forti in questo momento sono:
La decarbonizzazione dei portafogli che prevede anche di eliminare i titoli di aziende che non rispettano i criteri dell’Accordo di Parigi. Un esempio forte in questo senso è stato dato da BlackRock – gestore americano con oltre 6.500 miliardi di dollari in gestione – che a luglio 2020 ha redatto la sua lista nera di 244 aziende che stanno compiendo progressi insufficienti nell’integrare il rischio climatico nei rispettivi business model e informative.
Tra le aziende bocciate ci sono primari gruppi petroliferi (Exxon, Chevron) e colossi della mobilità (Lufthansa, Daimler). La scelta di BlackRock rispecchia ciò che sta accadendo sul mercato del risparmio gestito con i gestori che orientano i portafogli a scelte di lungo termine per contenere il rischio climatico:
- Arrivare a emissioni zero richiederà almeno 50 mila miliardi di dollari di investimenti entro il 2050 a livello globale e la maggior parte del denaro confluirà nell’innovazione tecnologica secondo i calcoli di Morgan Stanley Research;
- ogni 3 mila miliardi di dollari investiti c’è un guadagno stimato in 10 mila miliardi di dollari;
- il mancato mantenimento del limite di 2 gradi centigradi potrebbe sottrarre tra 10 e 20 mila miliardi dal PIL globale entro il 2100.
Il processo di digitalizzazione dell’agricoltura ha come obiettivo primario la conservazione delle biodiversità ed è un tema importante nella nuova politica alimentare dell’UE. Questo processo di transizione che fa dell’investimento in agricoltura un megatrend è agevolato dal piano Green Deal che sottolinea come tutti gli attori della catena alimentare dovrebbero sfruttare le soluzioni tecnologiche e digitali per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
- Almeno il 30% delle aree rurali e marine europee dovranno diventare protette
- il 10% delle superfici agricole dovranno essere trasformate in aree ad alta biodiversità
- l’Unione Europea spenderà almeno 20 miliardi l’anno finanziati attraverso fondi UE, fondi nazionali e privati.
La difesa da choc ambientali è una delle priorità post Covid-19. Secondo un’analisi del World Economic Forum (WEF) la necessità di aumentare gli investimenti per prepararsi a far fronte alle catastrofi in un’ottica almeno decennale deve essere un obiettivo primario per i Paesi a livello globale. Si prevede che epidemie, inondazioni, tempeste, siccità e incendi diventeranno più frequenti e gravi, colpendo ogni anno centinaia di milioni di persone. Questo presuppone una serie di azioni che riguardano direttamente le politiche statali.
- L’accelerazione della transizione dalle fonti energetiche fossili a quelle rinnovabili;
- l’investimento in infrastrutture (strade, ferrovie, grandi opere e così via) che tengano conto di criteri sostenibili;
- il lancio di piani governativi che tengano conto del raggiungimento di emissioni zero entro il 2030 come, per esempio, il Green Deal previsto dalla Commissione europea.
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Note
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