Se torniamo indietro a novembre 2015, in pochi avrebbero scommesso un euro sull’oro. Perché il metallo giallo, come aveva previsto l’economista Nouriel Roubini nel 2013, si trovava avvolto da una bolla speculativa che ha fatto precipitare le quotazioni di quasi il 50% dai massimi del 2011 quando valeva 1895 dollari l’oncia. Chiuso l’anno con un calo del 12% circa, l’oro si è risvegliato in piena tempesta di Borsa, comportandosi proprio come ha sempre fatto da bene rifugio per eccellenza. La prova? Dall’inizio dell’anno ha messo a segno un rialzo di oltre l’11% praticamente azzerando le perdite del 2015 e il trend rialzista sembra consolidarsi con un rally che non si vedeva proprio dal lontano 2011.
Cosa è cambiato? In realtà nulla dal punto di vista macroeconomico. La discesa dell’oro era cominciata prima di quella di altre materie prime come rame e petrolio che sono ancora in corso ed è legato al cambio di passo della politica monetaria della Banca centrale americana (Fed).
Cosa aspettarsi adesso? Per gli analisti l’andamento è imprevedibile anche se concordano nell’affermare che l’oro adesso ha due funzioni: bene rifugio quando i mercati traballano e un’asset class su cui puntare anche se le Borse salgono a causa del rialzo dei tassi americani e del conseguente atteso indebolimento del dollaro.
IDEE DI INVESTIMENTO
Investire in oro è una scelta di valore e una possibilità di parcheggiare la liquidità in momenti di forte volatilità. Il metallo giallo è senza dubbio la sorpresa del 2016 anche perché riprendendo le previsioni per l’anno in corso delle principali case di investimento, la maggior parte degli analisti prevedeva un andamento tendenzialmente piatto: in media i tra 1.054 dollari per oncia di Barclays e i 1.150 dollari di Credit Suisse. E invece è il miglior asset dell’anno finora.
Il rally è sostenibile? Anche in questo caso gli analisti sono scettici. Goldman Sachs, per esempio, continua a ipotizzare una caduta fino a 1.000 dollari entro dicembre, proprio a causa della politica della Fed e della ripresa americana.
Per puntare sulla ripresa del dollaro esistono fondi specializzati in metalli preziosi che investono gran parte del portafoglio in oro e devono essere acquistati con una logica di lungo periodo tenendoli in portafoglio almeno 5 anni.
Ecco i migliori tre da inizio anno per performance:
- Deutsche Invest I Gold and Precious Metals Equities LC rende il 29,7% da gennaio (a tre perde il 17,2%). Il fondo è gestito fa Manuel Tenekedshijew e Terence Brennan e invste il 70% del portafoglio in società i cui ricavi o utili sono stati generati in primo luogo dalla ricerca, dall’estrazione e dalla lavorazione di oro, argento, platino o altri metalli preziosi.
- Amundi Funds Equity Global Gold Mines Classe Su rende il 25,4% da gennaio (a tre anni perde 16%) è gestiro da Arnaud du Plessis che investe almeno il 67% del patrimonio in azioni di società specializzate nel settore dell’estrazione dell’oro e in altri metalli preziosi o prodotti minerari (argento e platino) per un massimo di un terzo del patrimonio netto.
- Bgf World Gold Fund Eur Classe E2 gestito da Thomas Holl rende il 25,2% (a tre anni perde il 12%). Investe a livello mondiale almeno il 70% del patrimonio in azioni di società del settore delle miniere d’oro.
Note
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