Il mondo ha ancora molta strada da fare per raggiungere l’obiettivo di un’intelligenza artificiale davvero sostenibile. Lo rileva la prima edizione del Global Index on Responsible Ai, che analizza 138 Paesi secondo alcuni parametri di riferimento (diritti umani, diritto al lavoro, sicurezza, uguaglianza di genere, governance).

Il risultato? Nonostante l’accelerazione dello sviluppo e dell’uso dei sistemi di intelligenza artificiale, la maggior parte dei Paesi del mondo è lontanissimo dall’uso di criteri di IA responsabile. Quasi 6 miliardi di persone nel mondo vivono in Paesi che non dispongono di misure adeguate per proteggere o promuovere i loro diritti umani nel contesto dell’IA. In positivo il report evidenzia un grande fermento sul fronte della cooperazione internazionale per stabilire regole chiare in teme di IA.

Intelligenza artificiale: i punti chiave della sostenibilità

Uguaglianza di genere, diritto al lavoro e diritti umani sono le aree più carenti sulla strada della definizione di un’intelligenza artificiale sostenibile. L’indice globale sull’intelligenza artificiale responsabile ha rilevato che, sebbene ci siano molti esempi e approcci alla governance dell’IA, questo non significa che l’intelligenza artificiale responsabile venga promossa.

Il 79% dei 34 paesi che hanno strategie nazionali di IA non ha la capacità garantire lo sviluppo e l’uso responsabile dell’IA. A livello regionale, il continente africano è il luogo in cui l’intelligenza artificiale responsabile ha bisogno di un sostegno maggiore, seguono i Caraibi, l’America centrale e meridionale, l’Asia e l’Oceania e, in misura minore, il Medio Oriente.

Diritti umani

Solo 43 dei Paesi analizzati dispone di un quadro governativo che prevede di monitorare l’impatto dell’IA sui diritti umani e solo 35 prevedono norme per il risarcimento e la tutela di violazione e perdita dei diritti derivanti dall’uso o dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Nella maggior parte dei Paesi non esistono procedure chiare per chiedere giustizia in caso di lesioni né per procedure per reclami, per correggere errori o chiedere un risarcimento.

Uguaglianza di genere

Nonostante la crescente consapevolezza dell’importanza dell’uguaglianza di genere nell’intelligenza artificiale, la maggior parte dei Paesi non ha ancora compiuto sforzi significativi per promuoverla. L’uguaglianza di genere è una delle aree tematiche con i risultati più bassi: solo 24 dei Paesi analizzati ha un quadro governativo specifico su IA e parità di genere. Fa ben sperare il fatto che 37 governi, di cui 6 africani, hanno avviato iniziative per promuovere l’uguaglianza di genere nel contesto dell’IA. La società civile, seguita dalle istituzioni accademiche, è più attiva dei governi in questo campo.

Diversity

Superare le diversità culturali e linguistiche è un tassello importante della sostenibilità dell’IA. Affrontare alcuni dei principali squilibri culturali e linguistici negli attuali modelli di intelligenza artificiale, in particolare quando si tratta di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) è il nodo principale. Se utilizzata in modo responsabile, l’intelligenza artificiale può contribuire a promuovere diversità e proteggere le lingue e il patrimonio culturale con poche risorse. Applicazioni di IA che coinvolgono gruppi linguistici multipli, per esempio, promuovono l’inclusività.

Diritto al lavoro

Più l’utilizzo dell’intelligenza artificiale aumenta sul posto di lavoro e più c’è bisogno di garantire i diritti dei lavoratori con nuove forme di contrattazione. Pochi Paesi lo fanno. Dei 138 Paesi esaminati, solo 33 hanno affrontato il tema a livello governativo per tutelare il diritto al lavoro, ma solo 7 hanno promosso leggi. Medio Oriente ed Europa sono in prima linea.

Sicurezza

Sono tanti i Paesi che hanno adottato misure per garantire la sicurezza, la protezione, l’affidabilità e l’accuratezza dei sistemi di intelligenza artificiale. Il tema della cybersicurezza è il più sentito a livello globale dato anche il numero sempre crescente di malware e di attacchi informatici ai sistemi. In generale, però, il rischio rimane. Solo 38 paesi (che rappresentano il 28% del totale) hanno adottato misure per affrontare la questione della sicurezza, dell’accuratezza e dell’affidabilità dei sistemi nazionali di IA e solo 34 (25%) dispone di norme da fare rispettare.

Cooperazione internazionale

La necessità di una cooperazione internazionale è stata l’area tematica con il punteggio più alto. Questo mostra che c’è una forte solidarietà globale verso un’intelligenza artificiale responsabile. Un dato significativo è che il lavoro dell’UNESCO costituisce il principale meccanismo per sviluppare capacità a livello nazionale in materia di IA responsabile.

Un’altra iniziativa multilaterale citata è la Global Partnership on AI (GPAI), che attualmente comprende 29 Paesi membri provenienti da diverse regioni del mondo che condividono lo stesso impegno a promuovere un uso e uno sviluppo dell’IA responsabili e rispettosi dei diritti. Il report sottolinea la necessità di politiche di IA inclusive e incentrate sull’uomo e di una collaborazione globale continua per colmare i divari esistenti e garantire che l’IA serva l’umanità in modo equo.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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