L’innovazione corre veloce quando si tratta di intelligenza artificiale (IA). Ci si interroga quindi sui rischi sociali di una diffusione su larga scala. Automazione dei posti di lavoro e il pericolo di guerre tecnologiche sono le paure più diffuse. Ma non c’è solo questo. Uno studio di due ricercatori di Berkeley, Andrew Critch and Stuart Russell, ha misurato per la prima volta quali possono essere in concreto i rischi sociali dell’IA e quali sono le conseguenze sull’umanità.

Sei rischi sociali dell’IA

  1. Responsabilità diffusa o assente. I processi automatizzati possono causare danni alla società anche quando non c’è un responsabile della creazione o implementazione dei processi e forse anche come risultato del assenza di responsabilità. Lo studio di Berkeley cita come esempio il flash crash del 2010 sul mercato azionario americano: quando a causa degli algoritmi impazziti ci fu una svalutazione di oltre 1 trilione di dollari in pochi minuti. L’intervento umano risolse il problema, ma in futuro potrebbe non essere possibile perché la tecnologia IA diventa più potente e pervasiva.
  2. Potenza maggiore del previsto. L’intelligenza artificiale impara da sè stessa e più va avanti l’innovazione più l’algoritmo diventa potente. Questo vuol dire che l’evoluzione potrebbe sfuggire di mano a chi ha creato inizialmente l’algoritmo. L’impatto su larga la scala può verificarsi anche se solo un team è responsabile della creazione della tecnologia.
  3. Danni peggiori del previsto. Spesso, lo scopo principale della produzione di una nuova tecnologia di intelligenza artificiale è produrre un grande impatto di solito positivo sulla società. Pertanto, una delle principali categorie di rischio su scala sociale deriva da interventi ampi e ben intenzionati che vanno male.
  4. Indifferenza etica. Tutti i potenziali danni che deriva da IA più potenti e non controllabili sono più probabili se chi sviluppa la tecnologia non adotta un codice etico.
  5. Cybercriminali. Non è difficile immaginare che la tecnologia IA possa causare danni se cade nelle mani di persone sbagliate. Per esempio, un algoritmo progettato per pilotare droni di consegna che potrebbero essere riutilizzati per trasportare cariche esplosive o un algoritmo progettato per consegnare terapie mediche che potrebbe avere l’obiettivo di diffondere malattie.
  6. Guerra tecnologica. Gli Stati potrebbero utilizzare l’IA per armarsi in vista di guerre tecnologiche senza confine e senza bisogno dell’uomo.

Sei rischi sociali dell’IA

Lo studio di Berkeley mette in fila una sorta di tassonomia dell’intelligenza artificiale e conclude auspicando una serie di risposte tecniche, sociali e di diritto per garantire la sicurezza pubblica non fermando l’innovazione. Al momento solo Europa e America hanno affrontato il tema della regole dell’IA prendendo una posizione forte.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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