Il debito pubblico italiano è previsto in crescita rispetto al PIL: ma come influenzerà i mercati nei prossimi mesi e anni?  Scoprilo ora.

A quanto ammonta il debito pubblico italiano

A ottobre 2024, il debito pubblico italiano ha raggiunto un nuovo record, attestandosi a 2.868 miliardi di euro, con un aumento di circa 23,5 miliardi rispetto al mese di settembre. Questo incremento è dovuto principalmente all’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro e al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche. Anche la vita media residua del debito è rimasta stabile a circa 7,7 anni.

Il dato è quasi in linea con quelle del 2023 che si è chiuso con 2.862,8 miliardi di euro di debito pubblico (+3,8% rispetto al 2022).

Andamento del debito pubblico italiano

L’andamento del debito pubblico italiano negli ultimi 20 anni ha visto una crescita costante, influenzata da eventi economici e politici. In particolare:

  • 2004-2007: il debito era sotto i 1.600 miliardi di euro e l’andamento al rialzo era lento
  • 2008-2012: a causa della crisi finanziaria globale e della crisi del debito sovrano europeo, è salito oltre i 2.000 miliardi
  • 2013-2019: ha continuato a crescere, toccando i 2.400 miliardi nel 2019
  • 2020: a causa della pandemia da Covid-19 e delle misure economiche straordinarie, il debito è aumentato drasticamente, superando i 2.573 miliardi
  • 2021: il debito ha continuato a crescere raggiungendo circa 2.678 miliardi
  • 2022: si è stabilizzato intorno ai 2.770 miliardi
  • 2023: ha raggiunto i 2.862 miliardi di euro con una con una crescita dovuta in larga parte al pagamento degli interessi
  • 2024: il debito pubblico totale è atteso a oltre 2.900 miliardi di euro entro dicembre 2024

Le cause principali dell’aumento costante del debito pubblico italiano sono state l’espansione della spesa pubblica per far fronte alle crisi economiche e una lenta crescita del Prodotto interno lordo (PIL) che ha impedito una riduzione significativa del rapporto debito/PIL. Secondo dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), a ottobre 2024, il rapporto debito/PIL dell’Italia si attesta attorno al 137,8%, in crescita rispetto al 134,8% di fine 2023. Questo aumento riflette sia il continuo aumento del debito pubblico, che ha raggiunto nuovi livelli record, sia una crescita economica moderata.

Incrociando i dati Di Banca d’Italia e Istat, il rapporto debito/Pil nei prossimi anni continuerà a crescere a causa delle compensazioni d’imposta legate ai superbonus edilizi introdotti a partire dal 2020. Secondo le previsioni del Governo Meloni solo dopo il 2027 si potrà invertire questa tendenza.

Come influenza i mercati

Il debito pubblico italiano ha un’influenza significativa sui mercati finanziari e in particolare su obbligazioni, valute e azioni. Ecco come:

  • Tassi di interesse sui Titoli di Stato. L’aumento del debito pubblico comporta un aumento del rischio percepito dai creditori. Questo può far salire i rendimenti dei Titoli di Stato italiani. Per esempio, quando gli investitori richiedono un rendimento più alto per acquistare dei BTP i costi di finanziamento del governo aumentano. Questo influisce negativamente sulla fiducia dei mercati finanziari, poiché rende più costoso il rifinanziamento del debito.
  • Spread BTP-Bund. L’andamento del debito pubblico italiano incide anche sullo spread BTP-Bund, cioè la differenza tra il rendimento dei titoli italiani e quelli tedeschi (Bund). Un debito elevato, o percezioni di instabilità economica, portano a un ampliamento dello spread, segnalando una maggiore incertezza e sfiducia degli investitori verso l’Italia.
  • Rating del debito sovrano. Le agenzie di rating (come Moody’s, S&P, e Fitch) monitorano il livello di debito pubblico rispetto al PIL per valutare l’affidabilità creditizia di un Paese. Un aumento eccessivo del debito può portare a un declassamento del rating del debito sovrano. Questo spinge i mercati a valutare l’Italia come un investimento più rischioso, riduce la domanda e aumenta il costo del debito.
  • Valute. Un elevato livello di debito pubblico può influenzare negativamente l’euro. Se il debito italiano aumenta e c’è incertezza sulla sostenibilità fiscale del Paese, ciò può indebolire la fiducia nell’euro, specialmente se il problema si diffonde ad altri Paesi della zona euro.
  • Mercati azionari. Un debito pubblico elevato può influenzare negativamente anche le borse. Una crisi del debito o l’aumento dello spread può far crollare il valore delle azioni, poiché la maggiore instabilità economica riduce la fiducia degli investitori. In questi casi, il settore finanziario (banche, assicurazioni e così via) è il più vulnerabile.

Come investire sul debito pubblico

Investire sul debito pubblico italiano significa acquistare strumenti che finanziano il debito dell’Italia in cambio di un rendimento nel tempo. In particolare:

  • Titoli di Stato emessi dal governo italiano. Il principale e più conosciuto titolo di Stato italiano è il Buono del Tesoro Poliennale (BTP) che ha ormai diverse scadenze e obiettivo anche sostenibili. Scopri come funzionano i rendimenti dei Titoli di Stato italiani che possono essere acquistati sia sul mercato primario con aste organizzate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sia sul mercato secondario di Borsa italiana dove i titoli già emessi vengono scambiati tra investitori. I Titoli di Stato sono acquistabili tramite piattaforme di trading, banche o società di gestione del risparmio.
  • Fondi e ETF sul debito pubblico Italiano. Gli investitori che preferiscono non comprare direttamente titoli di Stato possono optare per fondi comuni di investimento o ETF (Exchange-Traded Funds) specializzati in obbligazioni sovrane italiane. Questi fondi raccolgono capitali da molti investitori e li investono in un portafoglio di titoli di Stato, offrendo diversificazione e una gestione professionale.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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