Alla fine di aprile 2019 gli investitori di tutto il mondo erano così convinti che la pace commerciale tra Usa e Cina fosse dietro l’angolo, che le aspettative sul mercato azionario, soprattutto americano, erano altissime. Appena due settimane dopo il sentiment si è rovesciato. Cosa è accaduto? Con un tweet perentorio il presidente americano Donald Trump ha riaperto la guerra e lo scenario è cambiato. Non c’è più certezza che la banca centrale americana (FED) possa continuare nella sua politica monetaria accomodante lasciando fermi i tassi per tutto il 2019. E non c’è più certezza che un accordo tra Usa e Cina sia così vicino. I rischi geopolitici sono di nuovo al centro e la storia sul mercato adesso è ritorno della volatilità che è la principale causa di un rallentamento della crescita globale. «Dovremmo ora aspettarci l’ingresso dei mercati in una fase di consolidamento, mentre cerchiamo di capire quali potrebbero essere i prossimi sviluppi e se la crescita globale e degli utili sorprenderà al rialzo o al ribasso» si legge nel report di Amundi dal titolo “La fiducia va meritata”. «Nel nostro scenario di base, con il recupero dell’economia globale nella seconda metà dell’anno e le banche centrali ancora accomodanti, gli episodi di volatilità del mercato possono creare interessanti punti di ingresso nei mercati con valutazioni convincenti, come i mercati azionari europei e emergenti».

Vediamo in dettaglio cosa ha cambiato il sentiment in 3 punti chiave:

  • Con un annuncio su Twitter l’11 maggio 2019 il presidente Trump ha aumentato dal 10% al 25% i dazi doganali su 200 miliardi di merci cinesi – interessando circa 5.700 prodotti compresa la tecnologia – Le tariffe non entreranno in vigore immediatamente e si applicano solo alle merci esportate dopo il 10 maggio.
  • L’aumento delle tariffe è il segnale di un’inversione di tendenza nei negoziati commerciali che sono in corso da mesi ed erano stati descritti come in una fase finale di accordo. Il cambio di rotta sembra essere dovuto al tentativo della Cina di ridefinire alcune aree di testo già concordate.
  • Una lettera inviata dal premier cinese Xi Jinping al presidente Trump acuisce le distanze tra le parti mettendo nero su bianco che la Cina ritiene l’accordo commerciale squilibrato a favore degli Usa.

IDEE DI INVESTIMENTO

La pace non è davvero dietro l’angolo e questo ha una conseguenza diretta sul mercato azionario, il più vulnerabile alla guerra commerciale. Secondo l’analisi di Morgan Stanley, comincia adesso una fase in cui il rischio e la volatilità saranno protagonisti e, allo stesso tempo, si aprono opportunità di investimento sui possibili ribassi in particolare sui mercati emergenti che saranno i primi a beneficiare di un accordo commerciale. Per Gary Greenberg, Head of Global Emerging Markets di Hermes Investment Management, le tensioni sono destinate a durare a lungo ma alla fine si troverà un accordo. «L’economia cinese continuerà a crescere intorno al 6% quest’anno e le attuali valutazioni delle azioni cinesi rappresentano buone opportunità di investimento a lungo termine per investitori attenti», ha detto Greenberg.
Per David Page , Senior Economist US, e Aidan Yao, Senior Economist China, di AXA Investment Managers, gli investitori non devono necessariamente temere eventuali riacutizzazioni della volatilità, mentre per Olivier De Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l’Echiquier il rischio che i negoziati si arenino e la possibilità che il deal si allontani non è pari a zero. «In un caso estremo, la situazione potrebbe addirittura generare nuovi timori per la crescita globale in quanto il miglioramento delle prospettive di crescita per la seconda metà dell’anno sono in parte basate su una tregua a livello di rischi geopolitici», ha detto De Berranger. Da non sottovalutare poi le possibili tensioni sul cambio dollaro-yuan – oggi a 6,70 – che secondo l’analisi di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte SIM, potrebbe arrivare a 7,70 nell’ipotesi in cui gli Usa procedessero da fine giugno a estendere i dazi al 25% su ulteriori 300 miliardi di dollari di beni importati, ipotizzando una ulteriore ritorsione cinese solo tramite cambio.

I mercati azionari si stanno muovendo su livelli alti dopo l’importante rally di inizio anno. Secondo i gestori è opportuno agire con cautela e approfittare della volatilità per puntare sui mercati emergenti che maggiormente possono beneficiare di un accordo tra Usa e Cina.

La Top 5 dei fondi azionari emergenti

ProdottoRendimento YTDRendimento 3y
Jpm Emerging Markets Equity D (acc) -usd16,29%15,27%
VanEck - Emerging Markets Equity UCITS I216,11%11,17%
BlackRock Strategic Funds - Emerging Markets Equity Strategies Fund D2 EUR16,06%19,21%
Baillie Gifford Worldwide Emerging Markets Leading Companies Fund Class B USD Acc15,13%17,76%
AB FCP I Emerging Markets Growth Portfolio Classe A15,12%8,45%
Nella tabella, i fondi azionari che investono sui Paesi emergenti ordinati per rendimento da gennaio 2019. Dati in euro aggiornati a maggio 2019. Fonte: Morningstar.

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Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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