Il boom di emissioni obbligazionarie verdi ha generato una tendenza secondo cui, negli ultimi due anni, gli investitori hanno pagato un premio per entrare in possesso di green bond a fronte di un rendimento inferiore. Il differenziale di prezzo pagato in più si chiama greenium, appunto premio verde, ma le cose stanno cambiando.
Secondo i dati dell’ultimo report di Climate Bonds Initiative il mercato dei green bond ha superato i mille miliardi di dollari. Questa è l’organizzazione internazionale no-profit che ha come obiettivo la promozione di investimenti e progetti necessari a una rapida transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima. Il mercato dei green bond rappresenta solo l’1% del totale delle emissioni obbligazionarie e, nonostante il boom, il greenium si sta attenuando.
A certificarlo è stata l’Associazione per i mercati finanziari in Europa secondo la quale gli investitori ad aprile 2021 non hanno pagato praticamente alcun premio per detenere obbligazioni societarie verdi, mentre il premio medio è stato di 9 punti base nel 2020.
Il greenium si sta riducendo grazie a un aumento dell’offerta che, secondo Refinitiv la società inglese tra i maggiori provider mondiali di dati e infrastrutture tecnologiche per i mercati finanziari, nei primi cinque mesi del 2021 ha portato le obbligazioni verdi a raccogliere oltre 193 miliardi di dollari, quasi tre volte rispetto al 2020. Un segno che le obbligazioni verdi stanno diventando meno scarse è che le emissioni verdi rappresentano il 16% delle vendite di obbligazioni societarie investment grade nel 2021, ovvero più del doppio rispetto al 2020, secondo Refinitiv.
IDEE DI INVESTIMENTO
La riduzione del greenium è una buona notizia per i fondi di investimento obbligazionari che sono sempre alla ricerca di investimenti di nuove emissioni ESG. Secondo un’analisi di Mirova, il 26% dei fondi obbligazionari corporate area euro e il 16% dei fondi area euro in generale investe in green bond che rappresentano meno del 3,5% e del 2% degli indici di riferimento.
Secondo lo studio di Mirova, a inizio 2021 il greenium si era già ridotto a 2 punti base in media, non scomparirà ma si ridurrà ancora nel momento in cui l’offerta sarà in grado di fare fronte alla domanda. Se si guarda al rendimento, il greenium non ha inciso in maniera così importante. Il confronto tra l’indice Bloomberg Barclays Global Aggregate e il corrispondente green mostra che dal lancio di quest’ultimo (2014) a maggio 2021, il benchmark tradizionale ha reso il 2,5% annualizzato, quello “verde” il 2,3% secondo un’analisi di Morningstar.
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Note
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