Gli investimenti per la sostenibilità sono sempre più diffusi e i Green Bond sono tra questi.

Scopri tutto quello che c’è da sapere riguardo le obbligazioni green:

Cosa sono i Green Bond

Il green bond è un’obbligazione associata a un’emissione statale o aziendale che ha come obiettivo il finanziamento di progetti di sostenibilità ambientale.

La prima emissione green è stata emessa sul mercato dalla Banca europea degli investimenti (BEI) nel 2007, da allora il mercato è cresciuto costantemente fino all’esplosione nell’ultimo anno e mezzo. Nel 2020 il mercato dei green bond è arrivato a 800 miliardi di dollari, superando il mercato dell’high yield europeo, e si stima che per fine 2021 possa superare i 1.000 miliardi di dollari di emissioni.

La crescita del mercato ha aumentato anche i controlli e ha portato a definire degli standard per queste emissioni, chiamati Green Bond Principles, che sono stati fissati a livello globale dall’associazione internazionale dei mercati di capitali (ICMA). Si tratta di un’autoregolamentazione e non sono previste sanzioni.

In particolare, secondo gli standard dei mercati capitali un green bond deve:

  • selezionare un progetto di sostenibilità da finanziare o rifinanziare;
  • proventi vincolati al progetto selezionato. Esiste un sistema di tracciamento per verificare che il denaro investito sia davvero impiegato per il progetto finanziato;
  • obbligo di rendicontazione annuale dell’utilizzo dei proventi che deve indicare quanto denaro e in quali progetti è impiegato il denaro;
  • avere un revisore esterno che deve certificare documenti e obiettivi.

Per rafforzare gli standard, c’è anche un codice di settore volontario che stabilisce cosa qualifica come verde un’obbligazione a cui segue verifica e approvazione da parte del Climate Bonds Standard and Certification Scheme. Questa pratica è rafforzata da un secondo parere emesso da agenzie indipendenti, per esempio Sustainalytics, che controllano la componente green dell’obbligazione.

Data la crescita del mercato, anche le agenzie governative hanno messo in atto un processo di verifica del mercato dei green bond. L’Unione Europea è stata la prima nel 2019 ad adottare regole che disciplinano quali prodotti finanziari si possano definire come verdi o sostenibili. Queste regole richiedono alle aziende di comunicare che percentuale dei loro investimenti è ecocompatibile o sostenibile.

Da chi sono emessi i green bond

Le obbligazioni green possono essere emesse da aziende con caratteristiche di corporate bond con obiettivi green, oppure da organismi sovranazionale, come la BEI, e dai singoli Stati. In particolare, sono le emissioni statali green ad aver dato la spinta maggiore al mercato nell’ultimo anno e mezzo. Il primo Stato ad emettere un’obbligazione green è stata la Polonia nel 2016 poi hanno seguito Francia, Irlanda, Belgio, Olanda, Germania e Italia.

Green Bond in Italia

I green bond in Italia sono quotati sul MOT, il Mercato telematico organizzato e gestito da Borsa Italiana dove vengono negoziati Titoli di Stato e obbligazioni corporate. Da una decina di anni, accanto al MOT è attivo anche il Segmento Professionale del mercato ExtraMOT (ExtraMOT PRO) dedicato alla quotazione di obbligazioni anche convertibili, cambiali finanziarie, strumenti partecipativi e project bond.

Sul sito di Borsa Italiana si trova l’elenco dei green e dei social bond che possono essere acquistati sul mercato secondario.

Anche lo Stato italiano ha la sua obbligazione verde. Si tratta del Btp Green scadenza 2035 che ha un rendimento effettivo a scadenza netto del 3,27.

Il rendimento dei Green Bond

L’asset class delle obbligazioni green sta guadagnando sempre più terreno nei portafogli degli investitori istituzionali. Secondo un sondaggio di NN Investment Partners restano alcune barriere ancora da superare: la prima è la percezione di rendimenti inferiori rispetto alle obbligazioni tradizionali, seguita dalla paura del greenwashing e dall’insufficiente capacità del mercato (19%).

In realtà la paura di rendimenti inferiori è stata in qualche modo curata dal mercato: nel 2020 il rendimento dei bond ESG in euro è stato del 4,4% contro l’1,8% di quelli ordinari anche grazie alle tante emissioni legate all’emergenza Covid-19. E sono proprio le obbligazioni green a dare la spinta maggiore.

Se guardiamo al pre Covid, un’analisi di NN Investment Partners ha messo a confronto l’andamento dell’indice Bloomberg Barclays Msci Euro Green Bond Index contro il Bloomberg Barclays Msci Euro Aggregate Index, un indice di obbligazioni societarie e sovrane tradizionali denominate in euro. Già nel 2019 i green bond hanno battuto le obbligazioni ordinarie rendendo il 7,4% contro il 6% delle obbligazioni ordinarie. L’analisi mostra anche che il rendimento maggiore è dovuto a una volatilità più elevata e quindi a un rischio maggiore.

Come investire in Green Bond

La selezione della singola obbligazione green è un esercizio difficile per un investitore. Per investire sulle obbligazioni verdi ci sono fondi obbligazionari che specificatamente dichiarano questo obiettivo di rendimento ma non esiste una categoria di fondi specializzata in green bond.

I prodotti che mettono in portafoglio queste emissioni – statali o aziendali – appartengono a diverse categorie obbligazionarie. Tuttavia negli ultimi due anni sono stati lanciati prodotti hanno l’obiettivo di investimento obbligazionario green e hanno obbligazioni verdi come focus di investimento secondo un’analisi Morningstar Direct.

Online Sim ha selezionato i migliori fondi obbligazionari globali che investono specificatamente in green bond:

  • Mirova Global Green Bond Fund Classe R EUR Acc è un obbligazionario globale in euro e a un anno rende il 2,37% (dati Morningstar aggiornati a giugno 2021). Il fondo è partito nel 2017 e in portafoglio fa diverse emissioni green statali.
  • Allianz Green Bond Classe AT Eur Acc è un obbligazionario globale e a un anno rende il 2,15% (dati Morningstar aggiornati a giugno 2021). Partito nel 2017 il fondo ha come emissioni statali come titoli più pesanti in portafoglio.
  • DWS Invest Green Bonds Classe ND EUR Dis è un obbligazionario internazionale che rende a un anno l’1,53% (dati Morningstar aggiornati a giugno 2021). Il fondo partito nel 2018 punta specificatamente su emissioni che hanno come obiettivo il miglioramento del clima e dell’ambiente.
  • CSIF (Lux) Bond Green Bond Global Blue Classe FBH Eur Acc è un obbligazionario globale in euro e rende l’1,04% a un anno (dati Morningstar aggiornati a giugno 2021). Partito ad aprile 2019 in portafoglio ha diverse emissioni green statali (Olanda, Irlanda, Germania, Belgio).
  • AXA World Funds – Planet Bonds Classe E EUR Acc è un obbligazionario globale in euro rende lo 0,84% a un anno (dati Morningstar aggiornati a giugno 2021). Partito nel 2015 investe il 100% del portafoglio green bond emessi da governi, istituzioni e società con sede in qualsiasi parte del mondo.
  • NN (L) Green Bond EUR Acc è un obbligazionario internazionale che rende a un anno lo 0,73% (dati Morningstar aggiornati a giugno 2021). Partito nel 2019 ha come titoli più pesanti in portafoglio le emissioni statali green.
  • BNP Paribas Green Bond Classe Classic Eur Acc è un obbligazionario globale in euro e perde lo 0,19% a un anno (dati Morningstar aggiornati a giugno 2021). Partito nel 2017 investe il 94% del portafoglio in green bond emessi da governi, istituzioni e società con sede in qualsiasi parte del mondo.

infografica green bond

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

*Articolo pubblicato originariamente a giugno 2021 e sottoposto a successive revisioni e aggiornamenti.

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