C’è un mercato di emissioni obbligazionarie che sta crescendo in maniera esponenziale e si sta conquistando un posto di primo piano nei portafogli dei grandi gestori. Si tratta del mercato dei green bond, le obbligazioni verdi, che nei primi mesi del 2019 hanno battuto per valore di emissioni le classi di investimento storiche come le obbligazioni high yield e i bond convertibili. Soltanto nel primo trimestre del 2019 sono stati emessi oltre 420 miliardi di green bond (+42% rispetto allo stesso periodo del 2018) e per gli analisti il settore è destinato a crescere fino a 500 miliardi entro la fine dell’anno. Cosa c’è dietro il boom? A dare una spinta al mercato ci sono, senza dubbio, le emissioni statali. L’ultima in ordine di tempo è stata quella dell’Olanda che ha emesso un’obbligazione con scadenza 20 anni e intende raccogliere fino a 10 miliardi di euro.

L’Olanda è solo l’ultimo caso di lancio di emissioni statali green che vede l’Europa protagonista a livello globale. Ad aprire il mercato è stata la Polonia nel 2016, poi è arrivata la Francia nel 2017 con un’emissione che partiva da 7 miliardi di euro ed è arrivata fino a 13 miliardi, seguita da Belgio e Irlanda. Accanto all’impegno degli Stati, è cresciuto anche il mercato delle emissioni green aziendali – l’Europa è il più grande mercato con oltre 184,2 miliardi di emissioni dal 2012 a oggi – anche se l’impegno per sostenere cause verdi, per ora, è insufficiente per raggiungere gli obiettivi Onu secondo il rapporto Global corporate green investment and the UN sustainable development goals, a cura di Corporate Knights e Climate Bonds Initiative, che ha analizzato gli investimenti di oltre 7 mila aziende.

Al di fuori dell’Ue, le potenzialità sono esponenziali se si guarda ai mercati emergenti come rivela il report di Amundi in collaborazione con Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). La ragione? I mercati emergenti non sono solo le economie più esposte ai rischi legati ai cambiamenti climatici, ma affrontano anche una sfida senza precedenti per decarbonizzare le loro economie, mantenendo al contempo una traiettoria di sviluppo economico sostenibile. Secondo il report di Amundi, una delle maggiori sfide affrontate dai mercati emergenti è il bilanciamento di maggiori finanziamenti infrastrutturali con salvaguardie ambientali e sociali per garantire che le nuove esigenze infrastrutturali soddisfino i requisiti climatici intelligenti nel tentativo di costruire infrastrutture sostenibili. E guardando alle emissioni globali di green bond è evidente che i mercati emergenti devono colmare una lacuna prima di tutto informativa verso gli investitori istituzionali.

IDEE DI INVESTIMENTO

Sul mercato italiano non esiste una categoria di fondi specializzata in green bond. I prodotti che mettono in portafoglio queste emissioni – statali o aziendali – appartengono a diverse categorie obbligazionarie, tuttavia negli ultimi due anni sono stati lanciati prodotti che esplicitano nel nome l’obiettivo di investimento obbligazionario green e hanno i green bond come focus di investimento secondo un’analisi Morningstar Direct. La prima società di gestione a credere in queste emissioni è stata la giapponese Nikko AM che nel 2010 ha lanciato un obbligazionario globale Nikko AM Global Green Bond Fund A USD (+4,15% da gennaio a giugno 2019). Ma bisogna arrivare al 2016 per il primo fondo con focus green bond: si tratta di NN (L) Green Bond I Cap EUR, un fondo obbligazionario diversificato che rende il 4,62% da gennaio a giugno 2019 (+2,35% da giugno 2018 a giugno 2019). Nel 2017 è arrivato Allianz Green Bond AT EUR ed è un obbligazionario globale che rende da gennaio a giugno 2019 il 4,2% (+3,61% da giugno 2018 a giugno 2019) e sempre nel 2017 è stato lanciato Parvest Green Bond Classic EUR Acc di Bnp Paribas Asset Management che rende il 2,90% da gennaio a giugno 2019 (+2,46% da giugno 2018 a giugno 2019). La data di nascita è 2018 per DWS Invest Green Bonds ND, un obbligazionario globale che rende il 2,77% da gennaio a maggio 2019; e nasce nel 2018 anche Eurizon Absolute Green Bonds R Cap, obbligazionario globale che rende il 3,27% da gennaio a maggio 2019 (+1,94% da giugno 2018 a giugno 2019).

Al di là dei fondi con focus green bond, ci sono altri prodotti del risparmio gestito che mettono in portafoglio obbligazioni green. Per individuarli bisogna capire se un prodotto investe secondo criteri green o socialmente responsabili e se è attento ai temi ambientali.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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