La lotta al cambiamento climatico ha portato alla ridefinizione delle politiche energetiche a livello globale. La decarbonizzazione dell’economia è un obiettivo comune per Unione Europea e Stati Uniti che hanno fissato al 2050 la data per raggiungere emissioni zero di Co2. Anche la Cina è della partita e vuole arrivare a emissioni zero entro il 2060. Gas, petrolio e idrogeno sono i protagonisti.
Tutte le politiche energetiche sono favorevoli allo sviluppo di tecnologie verdi. Alla base della transizione energetica che si fonda su un’economia a basse emissioni di carbonio. La guerra Russia-Ucraina ha cambiato le carte in tavola e ha fatto riaccendere l’attenzione su fonti fossili (carbone, petrolio, gas naturale) e riaperto il dibattito su fonti alternative (nucleare e idrogeno) diverse da solare ed eolico.
L’energia diventa sempre di più un settore su cui investire, ma come? Scopri quali sono le migliori opportunità di investimento tra gas, petrolio e idrogeno.
Investire sul gas: pro e contro
ll gas naturale è un combustibile fossile da cui si può generare energia elettrica e creare energia. È utilizzato prevalentemente per usi commerciali e residenziali (riscaldamento, illuminazione, raffreddamento).
La Russia è il più grande fornitore globale di gas naturale. Il conflitto con l’Ucraina ha messo in evidenza la dipendenza dagli idrocarburi russi, in particolare dell’Unione Europea. Tanto che l’UE sta considerando l’acquisto congiunto di gas naturale non russo per ottenere prezzi più vantaggiosi e potranno esercitare un maggiore potere contrattuale.
Pro
- Facile e comodo da usare per produrre energia, in particolare domestica. Quando brucia produce un inquinamento da Co2 inferiore rispetto al carbone e petrolio.
- Il prezzo era un vantaggio di questa fonte energetica fino allo scoppio della guerra in Ucraina. L’andamento del prezzo del gas è legato a quello del petrolio.
Contro
- La reperibilità della materia prima. I giacimenti di gas naturale sono concentrati in Russia e Medio Oriente e non sono infiniti.
- Estrarre gas e trasportarlo provoca danni all’ecosistema e genera inquinamento. Emette metano che una delle cause del riscaldamento globale.
Investire sul petrolio: pro e contro
Il petrolio è il combustibile fossile per eccellenza ed è da sempre considerato prezioso. Il conflitto Russia Ucraina ha avuto due effetti principali: il rialzo del prezzo del greggio e la spinta verso il processo di de-dollarizzazione che vede Cina e Russia alleate per togliere al dollaro l’egemonia sui prezzi delle materie prime. Egemonia che dura dalla metà del secolo scorso.
Nonostante l’avvio della transizione energetica la domanda di petrolio continua a essere elevata e continuerà a crescere secondo i calcoli dell’OPEC almeno fino al 2030 quando potrebbe cominciare una decrescita lenta. Ma questa previsioni potrebbero essere presto riviste a causa del conflitto Russia-Ucraina.
Pro
- L’energia prodotta con l’utilizzo del petrolio costa poco perché tutto il sistema ruota attorno a questa materia prima: infrastrutture, trasporti, centrali elettriche. Il basso costo non è dato dal prezzo della materia prima, ma dalla quantità di energia che si può produrre con un singolo barile di greggio.
- Lo sviluppo tecnologico e l’economia dell’ultimi secolo di basano sul petrolio che è ritenuta una fonte affidabile per resa finale. Questo consente di stabilire esattamente i prezzi al consumo. I principali paesi produttori sono riuniti in un cartello internazionale, OPEC, che agisce sui prezzi per influenzare la domanda.
- Il sistema industriale (manifatturiero, trasporti, energia) è legato direttamente o indirettamente al petrolio e da questo dipendono migliaia di posti di lavoro.
- Il petrolio è anche una materia prima da cui si producono diversi materiali. Il principale è la plastica che viene utilizzata nella catena produttiva dell’industria cosmetica e alimentare
Contro
- Il petrolio è una risorsa limitata e non è rinnovabile. Tutto ciò che consumiamo viene disperso nell’ambiente.
- Il petrolio è il principale responsabile dell’inquinamento ambientale da Co2. In particolare, inquina le falde acquifere e gli scarichi di auto aumentano le polveri sottili e la combustione crea non solo monossido di carbonio ma anche anidride solforosa che sono dannosi per la salute.
- Al petrolio sono legati quasi tutti i conflitti globali scoppiati nell’ultimo secolo. Le aree geografiche a più alta densità di giacimenti sono spesso teatro di guerre, terrorismo, disastri ambientali.
Investire sull’idrogeno: pro e contro
Il dibattito sulle energie alternative diverse da eolico e solare conduce all’idrogeno verde (H2) che non è una fonte energetica pura, ma un vettore energetico. Fino a oggi l’utilizzo è stato frenato dagli alti costi e dai massicci investimenti necessari per creare le infrastrutture.
Con l’idrogeno si può produrre gas pulito e far funzionare le centrali elettriche. Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e Unione Europea con il lancio del Green Deal, hanno avviato programmi che puntano sull’idrogeno per compiere una conversione energetica che sia in linea con i principi dell’Agenda 2030 della sostenibilità.
Pro
- Il punto a favore è che produrre idrogeno oggi è più facile: si ottiene con un processo chiamato elettrolisi che scinde l’acqua. Per mettere in moto il processo si usa l’elettricità, ma possono essere usate anche fonti sostenibili come eolico e solare.
- L’idrogeno è una soluzione anche per ridurre i gas serra nei settori dell’energia, dei trasporti e dell’industria.
Contro
- Il costo resta il principale punto a sfavore. Produrre idrogeno verde oggi è ancora troppo costoso perché il processo dipende ancora troppo dall’elettricità.
- L’Agenzia Internazionale dell’energia ha stimato che il costo dell’idrogeno pulito potrebbe scendere del 30% entro il 2030 solo se le politiche energetiche a livello globale sposeranno in maniera decisa le rinnovabili.
Come investire nel settore dell’energia
C’è l’elettricità al centro del megatrend in atto nel settore energetico. Usare l’elettricità per far funzionare tutto: dal riscaldamento alla guida fino all’industria è un obiettivo comune. Per questo le materie prime necessarie per alimentare la transizione verde sono sempre più richieste e, quindi, sempre più costose. Tanto che in Europa i prezzi dell’elettricità alle stelle, anche a causa dei costi del gas naturale russo, hanno ridato vita al nucleare.
La Commissione Europea ha incluso a inizio 2022 il nucleare e il gas nella tassonomia dell’Unione Europea considerandole fonti energetiche green che rispettano i criteri ESG. Una decisione che non è piaciuta ai grandi investitori di fondi. Il concetto di sostenibilità energetica si fa sempre più ampio sulla strada del raggiungimento di emissioni zero entro il 2030. Questo ha un impatto sull’investimento in risorse naturali energetiche.
I migliori fondi per investire
Per investire in risorse naturali come gas, petrolio e idrogeno (Categoria Morningstar Azionari Settore Risorse Naturali). Ecco dove investono i migliori fondi presenti sulla piattaforma di Online SIM.
- Investec Global Natural Resources Usd Classe A Acc è un azionario globale che investe in società che operano nell’industria mineraria, nell’estrazione, produzione, trasformazione o trasporto di risorse naturali o materie prime. Rende il 50,44% a un anno (dati Morningstar aggiornati ad aprile 2022). Partito nel 2008 ha materie prime ed energia come primi settori in portafoglio, America ed Europa pesano ognuna il 20%.
- BGF Natural Resources Growth & Income Fund Classe E2 EUR è un azionario globale che investe globalmente almeno il 70% del patrimonio complessivo in titoli azionari (quali azioni) di società operanti prevalentemente nel settore delle risorse naturali quali, in via non esclusiva, società operanti nel settore minerario, energetico e agricolo. Rende il 48,95% a un anno (dati Morningstar aggiornati ad aprile 2022). Partito nel 2011 ha materie prime ed energia come primi settori in portafoglio, l’America è il primo mercato e pesa il 41%.
- Jpm Global Natural Resources A (dist) – Eur è un azionario globale che investe in azioni di società impegnate nella ricerca per lo sviluppo, la raffinazione, la produzione e la commercializzazione a livello mondiale di risorse naturali e dei prodotti da esse derivati. Rende il 45,70% a un anno (dati Morningstar aggiornati ad aprile 2022). Partito nel 2005 ha materie prime ed energia come primi settori in portafoglio, l’America è il primo mercato e pesa il 39%.
Per investire in maniera diversificata sulla transizione energetica collegata al cambiamento climatico, scopri il portafoglio modello sul cambiamento climatico che ha un rendimento annualizzato del 14,61% (dati aggiornati ad aprile 2022), costruito in collaborazione con Main Street Partners, boutique finanziaria inglese specializzata in ESG.
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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