Da una parte c’è la trattativa Roma-Bruxelles, che potrebbe concludersi entro il 19 dicembre, dall’altra l’iter della procedura per debito eccessivo che va avanti per la sua strada, con la conferma della linea della Commissione europea che è pronta da un momento all’altro ad aprire ufficialmente l’infrazione. Uno dei nodi centrali è la riforma delle pensioni che da sola mette i conti a rischio sostenibilità nel medio-lungo periodo. Nei progetti del Governo italiano c’è l’introduzione della cosiddetta quota 100 da gennaio 2019, ma questo non significa che la legge Fornero venga abolita. Con la quota 100, infatti, sarà possibile accedere alla pensione rispettando due requisiti, ecco cosa accadrà nel 2019:
- può andare in pensione chi ha compiuto almeno 62 anni di età e ha versato almeno 38 anni di contributi;
- la quota 100 non si ottiene, quindi, sommando semplicemente l’età anagrafica e i contributi maturati. Per esempio, avere 50 anni di età e 40 di contributi non garantisce la quota 100, perché manca un requisito minimo, ovvero avere compiuto 62 anni;
- per i lavoratori precoci, resta la possibilità di andare in pensione, ma solo dal 2020, anche senza soddisfare il requisito minimo di 62 anni ma solo se avranno versato almeno 43 anni e 3 mesi di contributi (uomini) e 42 anni e 3 mesi di contributi (donne);
- fino al 31 dicembre 2019 resta sempre la possibilità di usufruire dell’Ape volontario.
- c’è sempre la possibilità della pensione anticipata RITA, ovvero rendita integrativa temporanea anticipata, che consiste nell’erogazione frazionata di tutto o parte del capitale accumulato nei fondi previdenziali: il periodo considerato sarà da un massimo di 5 a 10 anni, ma solo se si è disoccupati, si è raggiunta l’età della pensione di vecchiaia, si versa in un fondo da almeno 5 anni e si sono versati almeno 20 anni di contributi nel regime obbligatorio pensionistico di appartenenza.
E mentre il dibattito sulla riforma delle pensioni continua in Parlamento e in Commissione europea, la European Insurance and Occupational Pensions Authority (EIOPA) ha pubblicato un report incentrato sul nuovo Pension Benefit Statement (PBS), che dovrà essere fornito dai fondi pensione a tutti gli aderenti ai fondi almeno una volta all’anno. Si tratta di un passo ulteriore dei fondi previdenziali verso la trasparenza ma ha anche un altro obiettivo: supportare la strategia della direttiva IORP 2, che dedica una forte attenzione al tema delle rendite che rappresentano la prestazione principale dei fondi pensione e costituiscono la soluzione per fronteggiare il cosiddetto “rischio longevità” sempre più forte in Europa dato l’innalzamento delle aspettative medie di vita. In particolare:
- la direttiva Iorp 2 che deve essere recepita entro il 13 gennaio 2019 cambia la governance dei fondi pensione “negoziali” dando più peso alla gestione del rischio.
- il documento PBS annuale dovrà contenere la stima della prestazione pensionistica attesa dall’aderente, accompagnata dalla previsione di uno scenario favorevole e uno sfavorevole.
IDEE DI INVESTIMENTO
Il 2018 non è un anno buono in termini di rendimento per i fondi pensione. Secondo dati Covip, per la prima volta dal 2008, la performance nei primi nove mesi del 2018 registra un dato negativo: le variazioni medie aggregate, al netto dei costi di gestione e della fisco, sono del -0,1% per i fondi chiusi e un -0,2% per i fondi aperti. Ma se si guarda al lungo periodo, ovvero gli ultimi 10 anni, il confronto con il rendimento del Trattamento di fine rapporto (TFR), che è il bechmark sui cui misurare il rendimento dei fondi pensione, è ampiamente a favore della previdenza integrativa con un guadagno del 3,1% per i fondi negoziali contro 2,1% del TFR dal 2007 al 2018.
Online SIM, la piattaforma italiana del risparmio gestito, offre ai suoi clienti la possibilità di investire in fondi pensione in completa autonomia scegliendo a zero commissioni di ingresso e con commissioni di gestione molto competitive. Tra i prodotti ci sono:
- Arca previdenza. Fondo pensione che investe sui mercati finanziari con differenti profili ed è articolato in 4 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e un 1 comparto garantito.
- Seconda Pensione. Il fondo gestito da Amundi Sgr che consente di costruire nel tempo un trattamento pensionistico complementare al sistema obbligatorio investendo i contributi versati nelle differenti possibilità offerte dal fondo pensione. Il fondo è articolato in 5 comparti di investimento, differenziati per grado di rischio dal più dinamico al più prudente, e in 1 comparto garantito.
Note
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