Negli ultimi dodici mesi il settore del reddito fisso è stato sotto pressione a causa dell’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato e, soprattutto, dell’ampliamento degli spread di credito in alcune classi di investimento. La tensione sui BTP decennali, per esempio, è dovuta alla manovra presentata dal governo M5S-Lega Nord: dopo la bocciatura dall’Unione europea, che ha inviato una lettera al Governo italiano in cui parla di una “deviazione senza precedenti nella storia del Patto di Stabilità e Crescita”, è arrivata la bocciatura da parte dell’agenzia di rating Moody’s che ha retrocesso da BAA2 a BAA3 la valutazione assegnata ai titoli di Stato italiani, con una previsione “stabile” sull’andamento futuro.
Per Moody’s l’Italia ha ancora punti di forza ma servono riforme che favoriscano la crescita. In attesa della valutazione dell’agenzia Standard & Poor’s, che secondo le previsioni manterrà stabile il rating, ma cambierà in negativo le previsioni, i gestori di portafogli obbligazionari globali stanno rivedendo l’asset allocation. Le ragioni sono tante: oltre alle tensioni sui Titoli di Stato Italiani, ci sono la debolezza dei mercati emergenti e il rendimento del 3% raggiunto dai Treasury a 10 anni negli Stati Uniti ad alimentare un certo nervosismo sulle prospettive del mercato obbligazionario.
Cosa fare adesso? Secondo l’analisi di Jim Caron, Head of Global Macro Strategies on the Global Fixed Income team di Morgan Stanley Investment Management, il tema generale della «crescita positiva sincronizzata» degli ultimi anni ha perso consistenza a causa della debolezza dei mercati emergenti, dei dati economici europei e della crescita sottotono del Regno Unito dopo il referendum sulla Brexit. Ma non c’è solo questo. Negli ultimi 10 anni, uno stimolo monetario sostenuto e tassi d’interesse più bassi, volti a mantenere in vita le economie dopo la crisi finanziaria globale, hanno reso più facile per gli investitori guadagnare rendimenti nel reddito fisso. Adesso tutto è cambiato in questa nuova era di aumento dei tassi di interesse.
La svolta strategica per i gestori è riposizionare il portafoglio dalla semplice esposizione di mercato (Beta) verso un‘analisi approfondita delle singole obbligazioni e dei segmenti di mercato (Alfa) per contribuire a generare rendimenti e sfruttare al massimo i benefici della diversificazione in reddito fisso. L’analisi del team fixed income di Axa Investment Managers sottolinea come l’attuale ciclo di mercato lungo dovrà finire e per questo è prudente tenere un portafoglio di titoli a reddito fisso di qualità più elevata, orientandosi verso titoli più sensibili ai tassi d’interesse invece che al rischio di credito.
IDEE DI INVESTIMENTO
Molti investitori devono ancora realizzare che le banche centrali (FED e BCE in prima fila) hanno abbandonato una politica coordinata di Quantitative Easing che sta modificando il ciclo delle obbligazioni globali.
La selezione, la qualità dei titoli e un’attenta diversificazione sono sicuramente armi vincenti in questa fase di mercato. Per Jon Mawby, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management, serve una spinta in più con strategie flessibili che sfruttino la crescente volatilità. Resta importante, secondo, Axa Investment Managers, avere una copertura dall’esposizione al rischio di credito. «Oggi i mercati si sono per lo più normalizzati e non è più sufficiente solo per essere sul mercato.
Fare scelte attive attorno alla duration, al credito e al posizionamento della curva di rendimento è più importante che mai, e sbagliare può portare a opportunità mancate e potenziali perdite», ha sottolineato Jim Caron, Head of Global Macro Strategies on the Global Fixed Income team di Morgan Stanley Investment Management.
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Note
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