Se dovessimo tracciare una linea di confine tra la fine della calma piatta e il ritorno della volatilità sui mercati azionari dovremmo tornare indietro di un paio di mesi, a inizio febbraio 2018. Da allora le Borse mondiali dopo due anni di continue salite hanno ricominciato a fare quello che gli investitori si erano dimenticati fosse il comportamento normale: salire a scendere, alternativamente. Questo cambio di rotta ha una protagonista assoluta che mancava dagli schermi delle sale operative da tempo e si chiama volatilità. Il primo trimestre è stato all’insegna di questa compagna di banco che aumenta in proporzione diretta all’incertezza del mercato. Il risultato? Dopo un rialzo del 20% a fine 2017, l’indice Msci World rappresentativo delle Borse mondiali, ha chiuso il primo trimestre 2018 con una perdita del 2,67%.
Il ritorno della volatilità è sintomatico della confusione e dell’incertezza prevalenti almeno nelle prospettive a breve termine. E non c’è stata una vera e propria causa scatenante come sottolineò all’indomani della prima correzione violenta Ray Dalio, fondatore dell’hedge fund Bridgewater. Poche settimane dopo il più pragmatico degli investitori, Warren Buffett, il fautore della strategia «compra e aspetta» ha sposato la tesi di Dalio su cosa fare in caso di volatilità: cogliere le opportunità che il saliscendi offre. Per Buffett, che continua a essere un punto di riferimento per gli investitori di tutto il mondo, non occorre avere una laurea in economia e nemmeno conoscere il gergo di Wall Street, bisogna ignorare la paura e buttarsi.
Per chi, come Dalio e Buffett, sui mercati naviga da sempre e ha conosciuto tutte le situazioni possibili è facile domare la volatilità, tenendo sotto controllo il timore di sbagliare. In un mercato che cambia così velocemente senza una vera ragione, anche i più esperti restano sopresi. È il caso di Mohamed A. El-Erian, consigliere economico di Allianz, che si è detto sorpreso non tanto della ripresa della volatilità quanto della corsa senza nessuna battuta di arresto delle Borse dal 2015 al 2017. «Veniamo da un periodo in cui praticamente non c’era praticamente alcuna volatilità dei mercati finanziari. Solo l’anno scorso abbiamo visto sei delle sette misure più basse per la volatilità della storia», ha detto El-Erian. «I mercati azionari hanno corso così velocemente che è normale si siano create delle sacche d’aria che prima o poi scoppiano».
Se all’inizio della ripresa della volatilità le condizioni macro economiche non erano cambiate, adesso il battibeccare sugli scambi commerciali tra Usa, Cina ed Europa e l’inizio di una guerra sulle tariffe che, al tempo, non era ancora cominciata possono solo aumentare l’incertezza e la volatilità. «Ci aspettiamo che il ritorno di un regime di volatilità in linea con quella storica possa introdurre opportunità tattiche», hanno commentato Andrea Delitala, Head of Investment Advisory di Pictet Asset Management e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management nella strategia di investimento di marzo 2018. «Gli indicatori utili da tenere sotto osservazione sono i futures VIX e i tassi sul decennale USA, con una soglia di attenzione al 3%, dove una normalizzazione della volatilità potrebbe creare il segnale per far riprendere quota ai mercati».
IDEE DI INVESTIMENTO
Nello spazio di un mese, la volatilità è diventata protagonista del 2018 amplificando le incertezze e questo non era accaduto lo scorso anno quando una volatilità relativamente bassa e un’elevata incertezza erano andate a braccetto rappresentando un interessante enigma. La volatilità ha spinto gli investitori a una pioggia di riscatti sugli azionari e verso strategie total return e flessibili e fondi obbligazionari. La tendenza è confermata dalla raccolta dei fondi europei che vedono i fondi bilanciati flessibili in testa al preferenze degli investitori e dall’Osservatorio di Online SIM da cui però emerge un posizionamento differente rispetto al trend di mercato relativamente a fondi bilanciati e monetari. «Questo diverso comportamento può essere determinato dal fatto che i nostri clienti hanno a disposizione strumenti avanzati che li supportano nella scelta dei fondi, dell’asset allocation e nella composizione dei portafogli» ha dichiarato Federico Taddei, amministratore delegato di Online SIM, in un’intervista al quotidiano La Stampa.
Per domare le oscillazioni di mercato una buona scelta sono i fondi alternativi che puntano sulla volatilità, se invece si cerca la flessibilità di gestione i fondi bilanciati flessibili che investono una parte del patrimonio in azioni, potendo variare la quota da un minimo del 10% fino a un massimo del 90%, e una parte in obbligazioni e sono in grado di offrire rendimenti stabili nel tempo e decorrelati rispetto alla direzionalità dei mercati.
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