Il Bancomat ha appena compiuto 50 anni e sembra già un oggetto destinato alla pensione, perché il 2017 è anche l’anno in cui il mobile payment e le App sono diventate una realtà, anche in Italia. La tendenza del denaro elettronico, di cui il Bancomat è il nonno nato in Inghilterra nel giugno del 1967 con la prima emissione da parte di Barclays e che arrivò in Italia solo negli anni ’80 perché era forte il timore di furti, è ormai una realtà. Oggi, secondo l’Associazione bancaria italiana (ABI), il rischio di frodi è prossimo allo zero e sono 50 mila gli ATM in Italia, circa 100 milioni le carte in circolazione – tra debito, credito e prepagate – e 1,9 milioni i Point of Sale (POS) che consentono di pagare con il denaro elettronico.
Gli ATM sono la storia del denaro elettronico. Il presente sono gli smartphone e le App per le quali non serve una carta. Secondo i dati dell’Osservatorio Mobile payment e commerce del Politecnico di Milano, le operazioni informatizzate valgono ormai il 25% dei consumi. Per la fine del 2017 si attende un incremento dell’11% delle transazioni digitali. La novità sta nella sempre maggiore propensione dei consumatori ad affidarsi ai nuovi strumenti di pagamento, anche se l’Italia è più lenta rispetto al resto d’Europa seppur in rapida ascesa, con un incremento delle operazioni pro capite anno su anno del 13,8%.
La conseguenza nella rivoluzione del mercato dei pagamenti è una presenza sempre minore degli sportelli bancari, un aumento dei bonifici e meno contanti in circolazione, anche se, anche qui, l’Italia è ancora indietro rispetto alla media Ue. Secondo i dati presentati da Abi al Salone dei Pagamenti, Payvolution di Milano la trasformazione delle banche italiane avanza con l’utilizzo sempre più inarrestabile dello smartphone che ha portato contatti quadruplicati in 4 anni e operazioni digitalizzate due volte su tre. Questa propensione al pagamento digitale ha spinto le grandi aziende tecnologiche come Google, Apple, Samsung, Amazon e anche Facebook a entrare nel mercato dei pagamenti digitali, e sono tante le aziende che hanno puntato sul cashless con alcune eccellenze italiane come Satispay. Una conseguenza è anche l’occasione di valorizzazione del ruolo professionale delle donne nel futuro digitale come è emerso al Salone dei Pagamenti in corso in questi giorni nell’ambito della sessione dal titolo “Industry 4.0. Come il digitale può rafforzare il ruolo economico delle Donne”, moderato da Claudia Segre, Presidente Global Thinking Foundation, a cui ha preso parte anche Maria Ameli, Wealth Manager di Ersel.
A dare una spinta decisiva al mercato sarà l’arrivo su scala globale di Facebook che, per ora, ha dato la possibilità solo negli Stati Uniti agli utenti di PayPal di pagare in digitale. Presto questa operatività potrebbe essere estesa ad altri Paesi, cominciando dal Regno Unito, e allargarsi anche ad altri sistemi di pagamento. Ma la vera rivoluzione avverrà quando Facebook metterà in condizione i propri utenti di inviarsi denaro tra loro via Messenger. Il conto alla rovescia per questo servizio è già cominciato e agli utenti basterà registrarsi con la propria carta di debito per inviare o ricevere denaro.
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Le banche italiane non temono la concorrenza dei giganti del web già entrati nel sistema dei pagamenti e che guardano al credito. La rivoluzione nei pagamenti, infatti, è cominciata anche in banca con i bonifici superveloci, che sono il primo passo. Si chiamano istant payment, e sono stati lanciati da Intesa Sanpaolo e dietro c’è una piattaforma tecnologica in competizione con gli altri operatori del circuito dei pagamenti. E sul terreno della concorrenza non c’è solo la velocità ma anche la sicurezza, che è l’altro tema forte. Secondo Abi, con i bonifici istantanei l’Europa ha fatto un altro passo in avanti verso una sempre maggiore integrazione del mercato dei pagamenti e verso una società ancora più moderna ed evoluta, con meno contante e più strumenti elettronici innovativi, veloci e sicuri.
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