C’è solo una strada per combattere il virus che si è impossessato dei mercati e dell’economia globale: far scendere in campo i medici del mercato che rispondono al nome di banche centrali e politiche fiscali a sostegno delle imprese e delle persone. Secondo il consensus degli economisti di Bloomberg e della maggioranza dei report dei grandi gestori la strada maestra è solo questa: i responsabili delle politiche fiscali e monetarie in tutto il mondo dovranno fare tutto il possibile per impedire che quella che attualmente sembra un’inevitabile recessione si trasformi in una depressione e che i mercati finanziari passino da un crollo all’altro.
Per le Borse, secondo Goldman Sachs, i prossimi tre mesi saranno governati dalla volatilità e si toccheranno nuovi minimi con una correzione possibile del 10%.
Secondo Axa Investment Management è necessaria una politica economica sincronizzata: politica monetaria, politica macroprudenziale, politica fiscale e la politica in generale devono essere allineate per conseguire un risultato efficace e durature in questo momento di crisi economica e sociale.
I medici del mercato hanno risposto all’appello, nessuno escluso, mettendo in campo azioni concrete. La più determinata è stata la banca centrale americana (FED) che è entrata in azione il 15 marzo 2020 nel tentativo di salvare l’economia degli Stati Uniti, tagliando il suo tasso di interesse di riferimento di un punto percentuale pieno, portandolo a quasi zero (0-0,25%) – si tratta del livello più basso dal 2008 – e lanciato un programma di Quantitative Easing per che prevede l’acquisto di 700 miliardi di dollari di titoli di stato e obbligazioni garantite da mutui. La manovra della FED è arrivata a sorpresa con un secondo taglio in una sola settimana e evidenzia la crescente paura di recessione: lo stop delle imprese, secondo i calcoli del governatore Jerome Powell, può portare a una crescita debole del secondo trimestre 2020 e non c’è visibilità sulla fine del contagio. L’appello di Powell è che accanto alla politica monetaria ora si muova la politica fiscale che ha tempi più lenti, nel frattempo, la Fed continuerà a utilizzare i nostri strumenti per supportare l’economia.
La mossa della FED è arrivata alla fine di una settimana in cui tutte le principali banche centrali si sono mosse a sostegno dell’economia. Ecco cosa è accaduto:
- La Banca del Giappone (BOJ) ha immesso sul mercato fino a 2.200 miliardi di yen (circa 20,7 miliardi di dollari) con tre diverse operazioni venerdì 13 marzo e ha promesso di fare ulteriori azioni per stabilizzare il mercato. Tra queste potrebbe arrivare l’acquisti di oltre 6.000 miliardi di yen (circa 58 miliardi di dollari) di ETF indicizzato al mercato giapponese.
- La Banca centrale europea (BCE) si è mossa il 12 marzo 2020 e ha adottato un approccio meno incisivo ampliando il programma di Quantitative easing (QE), con un piano di acquisti aggiuntivi di 120 miliardi di euro fino alla fine dell’anno, ma ha lasciato i tassi invariati (sui depositi a -0,50%, il principale a zero e sui prestiti marginali a 0,25%), promettendo condizioni molto più favorevoli ai maxi-prestiti alle banche Tltro-3, per aiutare le Piccole e medie imprese (PMI). La manovra è stata accolta malamente dal mercato europeo con ribassi medi di oltre 15% in una sola seduta. La BCE è poi corsa ai ripari non escludendo un possibile taglio dei tassi di interesse in futuro se giustificato da un inasprimento delle condizioni finanziarie o da una minaccia al target di inflazione di medio termine.
- La Bank of England (BOE) è intervenuta partita mercoledì 11 marzo con una riduzione di mezzo punto per portare il tasso chiave allo 0,25% e ha introdotto un nuovo programma per fornire credito facile ed economico per dare alle banche ancora più spazio per garantire prestiti.
- La Banca centrale cinese (Pboc) prima ha ridotto la quantità di liquidità che le banche devono accantonare come riserve e poi, il 16 marzo 2020, ha immesso sui mercati 100 miliardi di yuan (14,28 miliardi di dollari circa) attraverso una linea di credito di medio-termine (Mlf) a un anno e al tasso d’interesse del 3,15%. L’obiettivo è assicurare una liquidità sufficiente sui mercati.
- A livello globale, le altre le banche centrali di sono mosse a sostegno dell’economia dei propri Paesi con diverse manovre: tagliando i tassi (Banca centrale del Canada, Australia, Norvegia, Paraguay); iniettando miliardi di liquidità sui mercati o acquistando titoli di Stato (Banca centrale India, Brasile, Svezia, Indonesia, Messico, Colombia); sostenendo la propria moneta (Banca centrale coreana).
IDEE DI INVESTIMENTO
Per contrastare il rischio recessione, il trend delle banche centrali è chiaro: tagliare i tassi, stampare moneta quando serve e potenziare i piani di Quantitative easing dove ci sono oppure lanciarne di nuovi. Accanto al lavoro delle banche centrali, il consensus degli economisti chiede a gran voce la discesa in campo di politiche fiscali incisive a sostegno dell’economia. La politica monetaria e quella fiscale sono due elementi riconosciuti di macroeconomia, utilizzati per influenzare l’attività economica di uno Stato. Di fronte a una nuova probabile recessione mondiale la politica monetaria è spuntata perché manca lo spazio per ridurre ulteriormente i tassi di interesse, già molto bassi. Per gli investitori che in questa fase di mercato vedono ridursi i guadagni l’unica strada è gestire il panico da Coronavirus, non rinunciando ad acquisti selettivi secondo il proprio grado di rischio e orizzonte temporale.
Per valutare il rischio di portafoglio e bilanciare nella maniera migliore gli asset su cui investire (azioni, obbligazioni, liquidità), questo è il momento ideale per scoprire i vantaggi di un portafoglio modello ben equilibrato.
Note
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