L’attenzione verso il cambiamento climatico ha fatto diventare popolare la parola resilienza che viene declinata come aggettivo accanto alle città che hanno deciso di cambiare il loro futuro e quello del clima. Una città è resiliente quando ha deciso di ridisegnare il proprio sistema urbano adeguandosi ai cambiamenti climatici, mettendo comunque al centro i bisogni sociali, culturali, economici delle persone che la abitano. Dalla trasformazione delle città, secondo gli Obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite, dipende una larga parte del futuro del Pianeta perché oggi il 70% delle emissioni di gas responsabili del riscaldamento del Pianeta vengono proprio dai centri urbani. In particolare, l’Obiettivo 11 delle Nazioni Unite pone l’attenzione sullo sviluppo di città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili. L’esempio di città resiliente per eccellenza in questo momento è Copenhagen che ha lanciato un Piano clima senza precedenti e sta facendo scuola a livello globale.
La capitale della Danimarca ha l’obiettivo di diventare una città “carbon neutral”, ovvero a impatto zero per emissioni di carbone, entro il 2025 cambiando le abitudini di trasporto della sua popolazione che dovrà viaggiare prevalentemente con i mezzi pubblici, in bicicletta o a piedi. Per questo le strade di Copenhagen sono state ridisegnate e ospitano oltre 300 chilometri di piste ciclabili e ha la più bassa percentuale di auto pro capite di tutta l’Europa. La nuova mobilità è solo uno dei 300 progetti di adattamento urbano che sono partiti nel 2016 e che puntano a proteggere la città anche dagli effetti devastanti del clima come inondazioni e grandi precipitazioni. Per questo è partito un progetto di gestione delle acque reflue, che garantisca il miglior deflusso possibile anche grazie a nuove aree verdi – parchi ma anche edifici e tetti delle case dove il verde è protagonista – che contengano l’acqua.
Gli effetti della politica attuata da Copenhagen non sono solo ambientali. Secondo i calcoli di Bnp Paribas Asset Management l’uso della bicicletta e le camminate per muoversi in città consentiranno di risparmiare almeno 230 milioni di euro di costi sanitari annuali e anche l’industria eolica danese ne beneficerà, creando ricchezza per la popolazione. In Europa ci sono altre città resilienti che stanno cercando di emulare la capitale danese, anche se a piccoli passi. Parigi, per esempio, ha vietato l’uso delle le auto di domenica e nei giorni festivi in diverse parti della città, sta sviluppando parcheggi fuori città per tagliare l’uso dell’automobile da parte dei pendolari e c’è un progetto per raddoppiare le sue piste ciclabili e fornire strade dedicate alle auto elettriche entro il 2020.
Puntano sulla riduzione del traffico auto anche Madrid che vuole far entrare in centro solo i residenti, i veicoli a emissioni zero, i taxi e i mezzi pubblici come gli autobus; Vienna che vuole spingere gli abitanti a lasciare le auto e muoversi solo con i mezzi pubblici; Berlino che ha annunciato un piano per costruire una dozzina di “superstrade” riservate ai ciclisti e continua a spingere sulla mobilità elettrica e condivisa; Bruxelles che vanta la più vasta area d’Europa dove le auto non entrano e punta a diventare città pedonale per eccellenza.
IDEE DI INVESTIMENTO
Il premio Nobel per l’economia 2018 è andato Paul Romer e William Nordhaus che hanno dedicato la loro carriera alla comprensione del motivo per cui l’economia cresce e se è possibile che continui in questo modo senza causare danni irreparabili al pianeta. Basandosi sulle affermazioni dei due economisti, Laurent Ramsey, Managing Partner and CEO di Pictet Asset Management ha elaborato un’analisi secondo cui affinché una importante innovazione come la tecnologia ambientale si affermi e si diffonda nel mondo, gli investitori dovrebbero allungare i loro orizzonti temporali. In una parola: per salvare l’ambiente servono investimenti in sostenibilità. «Solo allora il capitale potrà arrivare dove è più necessario» ha affermato Ramsey. «Secondo una stima, circa 2500 miliardi di dollari di investimenti privati dovrebbero essere indirizzati verso tecnologia verde ogni anno nei prossimi due decenni». Il dato incoraggiante è che il settore dei prodotti e servizi ambientali è in ascesa e vale già 2000 miliardi di dollari con una crescita annua del 6-7%, il doppio del tasso di espansione dell’economia mondiale.
Per investire sulla sostenibilità ambientale in Europa l’ideale è un fondo azionario rispettoso dei criteri ESG con un alto rating ambientale (Categoria Morningstar Azionari Europa Large Cap).
Fondi azionari Europa large cap con più alto punteggio di sostenibilità sul tema ambientale
Prodotto | Portfolio Environmental score | Rendimento 1y | Rendimento 3y |
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DPAM Equities L EMU SRI MSCI Index F | 66,99 | -8,69% | --- |
THEAM Quant-Eq Eurp Fac Defesv C EUR Cap | 65,53 | --- | --- |
8A+ SICAV-EIGER | 65,47 | -18,66% | 0,86% |
BNPP E MSCI Europe SRI Track Privl Cap | 65,30 | --- | --- |
CSIF (Lux) Equity EMU ESG Blue FB EUR | 65,13 | --- | --- |
Generali IS Euro Eq Ctrld Vol EX Acc | 65,04 | -18,38% | --- |
Amundi Azionario Val Eurp a dist B | 64,69 | -11,99% | 3,09% |
8a+ Eiger | 64,87 | -16,02% | 2,93% |
AXAWF Fram Eurozone RI A Cap EUR | 64,85 | -12,46% | 4,89% |
Metropole Euro SRI A | 64,82 | -18,35% | 0,76% |
AXAWF Framlington Euro Opports A Cap EUR | 64,81 | -16,85% | 2,24% |
Euromobiliare IF - Euro Equity D | 64,69 | -16,26% | 0,65% |
Euro Capital Durable NC | 64,67 | -15,08% | 3,21% |
BNL Azioni Europa Dividendo | 64,65 | -13,21% | 1,00% |
Parvest Sust Eq Hi Div Eurp C C | 64,65 | -12,03% | 1,76% |
AXAWF Fram Europe Opps A Cap EUR | 64,64 | -13,03% | 1,46% |
Popso (Suisse) Invt European Eq B EUR | 64,58 | -15,61% | 1,80% |
Lazard Equity SRI RC H-USD | 64,48 | --- | --- |
Allianz Europe Equity SRI CT2 EUR | 64,45 | -13,84% | --- |
Parvest Sustainable Equity Europe C C | 64,40 | -11,04% | 1,59% |
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Note
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