Fino a tre anni fa gli abiti stampati in 3D erano un’esclusiva dell’alta moda e le creazioni erano spesso ospitate dai musei. Adesso qualcosa sta cambiando e la moda in 3D sta diventando un affare di massa per le case di abbigliamento a livello globale. A spingere in questa direzione è il grande potenziale che questa tecnologia può offrire al settore della moda in termini di risparmio dei costi di produzione e di sostenibilità. Stile ed estetica a parte, lo shopping di abbigliamento è in gran parte un processo di determinazione della vestibilità. L’industria della moda non ha mai puntato su un sistema standardizzato di misure e i rivenditori hanno taglie diverse e una definizione differente delle dimensioni piccole (small), medie (medium) e grandi dimensioni (large). Con il 3D tutto questo potrebbe cambiare.

L’adozione diffusa della tecnologia di scansione del corpo 3D potrebbe, infatti, introdurre il concetto di taglia su misura e di vestibilità perfetta: è la prossima frontiera della moda e darebbe una spinta decisiva agli acquisti online. Secondo una ricerca di Alphawise, società di sondaggi di Morgan Stanley Research, l’ostacolo più grande per i consumatori digitali di abbigliamento è proprio la difficoltà nel capire quale sia la misura più adatta di un pantalone, di un cappotto o di un paio di scarpe da mettere nel carrello degli acquisti. Così spesso si ordinano due taglie dello stesso capo per confrontare la vestibilità e questo allunga il processo di acquisto con consegne in più fasi, resi e così via. Per i rivenditori online di moda questo significa avere un magazzino ampio, una pianificazione di scorte adeguate e costi di spedizione di consegne e resi che riducono i margini di guadagno.

La scansione del corpo in 3D cambierebbe per sempre l’esperienza di acquisto digitale perché consentirebbe ai consumatori di provare virtualmente gli abiti e trovare la soluzione migliore. La giusta taglia, secondo l’analisi commissionata da Morgan Stanley, conta al momento più del prezzo di acquisto. Il futuro è, in parte, già realtà. Le nuove tecnologie consentono ai consumatori di effettuare scansioni 3D dei loro corpi utilizzando i loro telefoni cellulari attraverso App che, grazie alla telecamera degli smartphone, producono immagini 3D di se stessi tramite una serie di selfie 2D. Siamo all’inizio, ma la tecnologia sta rapidamente migliorando. Alcune aziende oggi stanno implementando la tecnologia di misurazione che aumenta le telecamere con i laser per una maggiore precisione e non è folle immaginare che questa tecnologia possa essere presto una funzione di serie nei telefoni cellulari.

Per i rivenditori di abbigliamento online, questa tecnologia potrebbe trainare le vendite e trasformare i loro modelli economici. Secondo i calcoli di Morgan Stanley, quando viene restituito un prodotto, i rivenditori online non hanno entrate per compensarli. Oggi i rendimenti online possono variare dal 25% al 50% e se si riuscisse a ridurre anche solo del 5% i costi tra magazzino, imballaggio e spedizione, il tasso di rendimento dei prodotti potrebbe raddoppiare i guadagni prima delle entrate e delle imposte per un rivenditore di abbigliamento online. Il rovescio della medaglia è etico e di privacy: l’adozione della scansione 3D arriva con i propri ostacoli, ossia la disponibilità del cliente a condividere i propri dati corporei potenzialmente sensibili e la rassicurazione che chiunque raccoglie i dati li gestisca in modo sicuro.

IDEE DI INVESTIMENTO

Le nuove tecnologie stanno entrando pesantemente nel futuro della moda che utilizza il digitale anche per diventare più sostenibile. La necessità di aggiornare i metodi di produzione dispendiosi, tossici e inquinanti del settore è stata più volta ribadita dai grandi stilisti che si stanno impegnando in questa direzione. Per esempio, Stella McCartney ha annunciato il lancio di Stella McCartney Cares Green, una piattaforma open source dedicata alla moda sostenibile. Per lei, l’uso della tecnologia innovativa nella moda è diventato più di una semplice scelta, ma un imperativo. Ma anche le grandi catene retailer come Zara e H&M hanno lanciato linee sostenibili. L’uso della tecnologia è affiancato anche dalla biologia per creare capi innovativi con materiali come fibre biodegradabili derivanti alghe o frutta e coloranti ecologici fino alla pelle bio coltivata in laboratorio. Le innovazioni sono destinate a spingere l’industria del fashion su un percorso più sostenibile, a conferire ai consumatori un nuovo io digitale e l’intelligenza artificiale è destinata a fare lo stilista.

Per investire sulle nuove tendenze della tecnologia anche legate ai consumi ci sono i fondi azionari tecnologia (Categoria Morningstar Azionari settore tecnologia)

La Top 10 dei fondi che investono in tecnologia

ProdottoRendimento YTDRendimento 3y
Parvest Disruptive Technology Privilege-Capitalisation22,25%17,45%
Polar Capital Funds PLC - Polar Capital Global Technology Fund I Income20,84%21,00%
Jpm Us Technology D (acc) - Usd20,73%18,89%
GAM Star Fund plc - GAM Star Technology Class Institutional USD Accumulation19,90%13,99%
AXA World Funds - Framlington Digital Economy I Capitalisation USD16,27%---
DNB Fund - Technology retail A (N)15,81%---
BGF World Technology Fund Classe E215,50%17,89%
T. Franklin Technology Fund Usd Classe A (acc)14,26%14,97%
Allianz Global Investors Fund - Allianz Global Artificial Intelligence IT EUR13,15%---
Vitruvius Growth Opportunities - Eur Classe B13,03%12,36%
Nella tabella, i fondi azionari specializzati in tecnologia ordinati per rendimento da inizio anno. Dati % in euro aggiornati a dicembre 2018. Fonte: Morningstar.

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Note
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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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