La pandemia da Covid-19, che ha accelerato tanti macrotrend della sostenibilità, ha invece fermato la corsa all’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030. Obiettivo che punta ad ottenere la parità di genere, non solo tra sessi ma anche tra razze, culture, reddito e istruzione. Secondo il Gender Gap Report 2021 del World Economic Forum (WEF), prima del virus servivano 95 anni per raggiungere la parità di genere, oggi ne serviranno almeno 135. Eppure il percorso virtuoso di Governi e aziende verso l’uguaglianza di genere è cominciato, anche in Italia. Il gender gap, o gap salariale, resta in ogni caso un problema molto attuale in Italia.
Scopri di più riguardo il gender gap e come ridurre questo divario con i migliori investimenti:
- Gap finanziario, salariale e previdenziale: cos’è
- Come sta cambiando il gender gap
- Investimenti per ridurre il gender gap
Gap finanziario, salariale e previdenziale: cos’è
Il gap, o divario, tra uomini e donne viaggia su diversi binari. C’è un gap finanziario che è strettamente collegato al gap salariale e c’è un gap previdenziale che sta diventando un tema emergenziale globale.
Nell’Europa dei 27, in media le donne guadagnano il 14,1% in meno all’ora a parità di posizione, secondo dati Eurostat elaborati dalla Commissione Europea. In particolare, gli stipendi delle donne in Italia, sono mediamente più bassi del 10% rispetto a quelli degli uomini di pari livello secondo Federconsumatori su dati Istat e Osservatorio JobPricing. Questo spesso determina una mancanza di indipendenza finanziaria per le donne e, soprattutto, una scarsa propensione all’investimento di qualità. Sul fronte salariale le donne lasciano spesso il loro patrimonio in liquidità o al massimo scelgono il reddito fisso e gli immobili. Non amano rischiare. In questo modo non aumentano il patrimonio finanziario.
A rendere così caute le donne in tema di investimenti è il gap salariale. Per colmare il divario di stipendio tra uomini e donne sono diversi gli Stati che hanno approvato leggi ad hoc. La parità di retribuzione tra uomo e donna è una legge in Italia da ottobre 2021. La strada è però lunghissima e non basta una legge. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori non solo le donne guadagnano di meno, ma spendono in media di più degli uomini per acquistare i prodotti a loro dedicati. Su 12 comparti di beni e servizi analizzati, ben 7 risultano più cari per il genere femminile.
Il divario tra uomini e donne a livello retributivo non cambia se guardiamo alla pensione. Il gap previdenziale è un’emergenza globale. Nei paesi europei dell’Ocse, le donne con 65 o più anni hanno un trattamento previdenziale del 25% inferiore a quello degli uomini. Il divario arriva fino al 40% in Germania, Lussemburgo e Olanda e fino al 50% in Giappone, Messico, Austria e Regno Unito. In Italia il divario previdenziale è superiore al 30%. Quali sono le ragioni? Secondo uno studio della società di consulenza Mercer ci sono tre cause: le differenze legate alla carriera lavorativa, i sistemi pensionistici e il tessuto socio-culturale del Paese.
Come si può migliorare? Secondo l’analisi Mercer da una parte il Governo dovrebbero ridisegnare i sistemi pensionistici in chiave di genere e investire, per esempio, in servizi per la prima infanzia in modo da agevolare le carriere femminili. Ma anche le donne possono fare la loro parte migliorando l’educazione finanziaria e facendo fruttare i propri risparmi.
Come sta cambiando il gender gap
In uno scenario di rallentamento del percorso verso la parità di genere dovuto alla pandemia, l’Europa sta facendo molto per aumentare l’uguaglianza di genere. Sono diverse le iniziative che ha messo in campo (trasparenza retributiva, work life balance, caring economy). L’Italia nell’ultimo anno è stata una felice eccezione. Lo dimostra il salto in avanti che l’Italia ha fatto nella classifica 2021 dei Paesi più virtuosi in materia secondo il World Economic Forum (WEF). L’Italia è salita al sessantatreesimo posto (era al numero 76 nell’edizione 2020 del Global Gender Gap report). La politica del Governo che ha portato poi a una legge sulla parità di retribuzione è stata l’elemento determinante per questa ascesa.
Per misurare come sta cambiando il gender gap a livello globale ci sono diversi indici da tenere in considerazione oltre a quello del WEF. Gender Equality Index 2021 del European Insitute for Gender Equality (EIGE) misura la capacità dei Paesi dell’area nelle politiche di uguaglianza. Il Bloomberg Gender Equality index (GEI) che monitora 380 aziende in 44 Paesi, 17 italiane. Gender Equality Index, lanciato a giugno 2021 da Aberdeen Standard Investments Research Institute (ASIRI), che analizza 29 paesi sviluppati a livello globale attribuendo loro un punteggio sulla base di molteplici fattori economici, politici e di empowerment.
Investimenti per ridurre il gender gap
Colmare il gap salariale, finanziario e previdenziale è un obiettivo sociale che rientra nella lettera S della sigla degli investimenti sostenibili (ESG). L’obiettivo è dare alle donne uguale accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria, al lavoro dignitoso e alla rappresentanza nei processi decisionali politici ed economici.
Per investire con una diversificazione ampia che ha come obiettivo combattere il gender pay gap Online SIM offre un portafoglio modello che punta sull’uguaglianza di genere che ha un rendimento annualizzato del 15,28% (dati aggiornati a dicembre 2021). Costruito in collaborazione con Main Street Partners, boutique finanziaria inglese specializzata in ESG.
Investe in fondi tematici con un preciso obiettivo di investire nella parità di genere e su fondi generalisti che puntano su aziende ben posizionate su alcune metriche legate al tema (per esempio, percentuale di donne in CdA, percentuale di donne nel top management, la soddisfazione degli impiegati). Queste metriche vengono ricalcolate periodicamente e comunicate all’investitore in modo da dargli il senso di un investimento tangibile con degli obiettivi chiari e trasparenti.
Un’altra possibilità è investire in singoli fondi azionari tematici presenti sulla piattaforma di Online SIM come occasione di diversificazione di un portafoglio azionario già ben bilanciato.
- NORDEA 1 Global Gender Diversity Fund EUR Classe BP Acc è un azionario tematico che investe a livello globale con uno stile blend. Partito nel 2019, il fondo rende il 33,29% da inizio anno (dati Morningstar aggiornati a dicembre 2021). Tecnologia e finanza sono i primi settori in portafoglio. Il mercato Usa vale il 63,5% del portafoglio.
- RobecoSAM – Global Gender Equality Impact Equities Classe D Eur è un azionario tematico che investe a livello globale con uno stile blend. In portafoglio sono selezionate aziende che riconoscono e promuovono consapevolmente l’uguaglianza di genere reclutando, coltivando e trattenendo il talento femminile a tutti i livelli dell’organizzazione aziendale, inclusi i comitati e il consiglio di amministrazione. Ridenominato a ottobre 2020, il fondo rende il 29,78% da inizio anno (dati Morningstar aggiornati a dicembre 2021). Tecnologia e finanza sono i primi settori in portafoglio. Il mercato Usa vale il 63% del portafoglio.
- BNP Paribas Inclusive Growth Classe Classic Eur Acc, è un azionario tematico che investe a livello globale con uno stile blend. Il fondo è stato ridenominato nel 2021 (prima era BNP Paribas Human Development) e ha introdotto una nuova strategia di investimento orientata alla crescita inclusiva, investendo su aziende che dimostrano un approccio proattivo verso la riduzione delle disuguaglianze legate al reddito, all’istruzione, al genere, all’origine etnica, geografica, all’età o alla disabilità. Rende il 22,38% da inizio anno (dati Morningstar aggiornati a dicembre 2021). Tecnologia e salute sono i primi settori in portafoglio. Il mercato Usa vale il 62% del portafoglio.
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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