Il terzo e ultimo faccia a faccia tra Hillary Clinton e Donald Trump è previsto per mercoledì 19 ottobre a Las Vegas nelle aule dell’Università di Nevada-Las Vegas. Sono i 90 minuti decisivi per capire chi ha più chance di essere eletto presidente degli Stati Uniti l’8 novembre 2016. Dopo l’ultima gaffe di Trump che ha esortato i malati terminali repubblicani a restare in vita almeno fino alle presidenziali, in modo da poterlo votare, e la storiaccia del video contro le donne, i sondaggi danno in caduta libera il candidato repubblicano. Tanto che Hillary Clinton, dopo la diffusione del filmato con le frasi sessiste risalente al 2005, secondo l’ultimo sondaggio Nbc/Wall Street Journal, è in vantaggio con il 46% delle preferenze mentre Donald Trump è al 35%.

Undici punti percentuali sono difficili da recuperare, ma Trump non ha ancora ricevuto il colpo del ko e neppure il video ha convinto il partito a estrometterlo dalla corsa. Il rischio di recessione globale con una discesa dello 0,08% del Prodotto interno lordo (Pil) globale previsto da uno studio di Citigroup, quindi, non è ancora scongiurato. e chi può cerca di dare la spallata definitiva al tycoon. Barack Obama ci prova da mesi e lo ha fatto di nuovo in occasione del video: “Non si può ripetutamente denunciare le parole di Donald Trump sulle donne” ha detto Obama “e poi continuare a sostenerlo nella sua campagna per diventare la persona più potente del pianeta”. La critica è rivolta ai repubblicani che, pur prendendo le distanze dal video in cui il tycoon usa parole volgari e sprezzanti nei confronti delle donne, non hanno ritirato il loro appoggio alla sua candidatura alla Casa Bianca.

Elezioni Usa 2016: l’incognita tassi pesa quanto il presidente

A un mese dall’elezione, resta comunque l’incertezza su chi prenderà il posto di Obama dopo otto anni di presidenza. L’unico che è certo di una vittoria di Clinton è Nate Silver, statistico e giornalista che previde le due vittorie di Barack Obama. Su FiveThirtyEight, il blog di cui Silver è direttore da qualche mese è stata aperta una pagina dedicata alle previsioni elezioni USA 2016, aggiornata quotidianamente, che dà la vittoria ai democratici all’87% contro un 12,5% di possibilità per Trump. Gli analisti e i gestori hanno cominciato da tempo a fare i conti soprattutto con il fatto che a differenza di quanto accaduto in passato, le elezioni americane non hanno portato fortuna ai fondi.

Secondo un’analisi di Morningstar, infatti, tutte le categorie di fondi di investimento specializzati sull’America da agosto 2016 hanno incassato una perdita media dell’1% con gli azionari che hanno ottenuto la performance peggiore con una perdita di oltre un punto percentuale. I gestori temono che la politica monetaria del governatore della Fed, Janet Yellen, diventi più severa e che, se vincesse Trump, la difesa dell’indipendenza politica della banca centrale sfiorerebbe la guerra con la presidenza. In attesa delle elezioni, la Fed ha messo in stand by il rialzo dei tassi di interesse deludendo in parte le attese del mercato.

Il rialzo però è previsto entro fine anno e potrebbe arrivare addirittura prima delle elezioni: secondo i sondaggi e le rilevazioni di Cme group che misura con il Fed watch le probabilità di manovra della banca centrale, monitorando l’andamento dei futures, le probabilità di un rialzo tra 0,25% e 0,50% nella riunione del 2 novembre – a 5 giorni dalle elezioni Usa – sono pari al 91,7%.

IDEE DI INVESTIMENTO

Il mercato americano ha vissuto la campagna presidenziale in maniera turbolenta. Il fattore Trump e la paura di una svolta razzista e no global dell’America hanno pesato tanto quanto la ripresa del ciclo restrittivo della Federal Reserve e il conseguente rafforzamento del dollaro. Per Goldman Sachs i fattori di incertezza sul mercato azionario Usa sono troppi, tanto che la banca americana ha messo nella lista di osservazione l’indice S&P 500 di Wall Street, che contiene le società a più grande capitalizzazione, consigliando di alleggerire le posizioni.

A preoccupare Goldman Sachs non è solo l’America: anche il mercato azionario europeo è a rischio a causa delle sfide politiche imminenti, come le elezioni tedesche e l’avvio della trattativa su Brexit attese nel 2017, e il referendum costituzionale in Italia che è previsto il 4 dicembre 2016, esattamente un mese dopo le elezioni americane. Anche Citigroup non è ottimista per le stesse ragioni e consiglia di restare sulle materie prime, oro in testa, come rifugio dalla volatilità post elettorale, soprattutto nel caso in cui vincesse Trump.

“Tentare di indovinare se la vittoria della Clinton sarà negativa per i titoli del settore sanitario o se quella di Trump sarà positiva per i titoli della difesa/militari, non è un buon modo per costruire un portafoglio durevole” ha detto David Goodsell Director, Durable Portfolio Research Center Natixis Global Asset Management. E le opinioni sull’impatto previsto delle elezioni presidenziali sui principali temi di mercato mostrano una netta differenza tra coloro che operano negli Stati Uniti e coloro che operano al di fuori del Paese, secondo il Global Financial Advisor Survey, pubblicata da Natixis Global Asset Management a fine settembre 2016. A livello globale, i consulenti ritengono che la Clinton sarebbe il presidente migliore per il mercato azionario (55% del campione) e obbligazionari (47%).

Al di fuori degli Stati Uniti, i professionisti del settore finanziario ritengono che la presidenza a Hillary Clinton avrebbe un impatto più positivo anche sull’economia globale. In particolare, per esempio, Colombia (65%), Spagna (57%), Italia (55%) e Panama (55%) sono i paesi più fortemente orientati a favore della Clinton quale presidente migliore per i mercati obbligazionari. La Francia è un’eccezione importante in tal senso, col 47% dei consulenti che propende per “nessuno dei due”.

“Che si tratti della Clinton o di Trump, sono ragionevolmente ottimista che vedremo l’introduzione di una qualche politica fiscale produttiva che stimolerà la crescita economica statunitense” ha detto Chris Wallis, CFA® CEO, Portfolio Manager Vaughan Nelson Investment Management. “Non ci vuole molto per essere produttivi – si può ridurre il prelievo fiscale sulle società, aumentare lievemente la spesa per infrastrutture. Alla fin fine, nessun politico viene rieletto se l’economia non cresce. Pertanto, credo che vedremo l’economia crescere”.

Note

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Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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