L’estate 2022 sarà certamente ricordata come la più calda degli ultimi 40 anni. Spagna, Italia, Regno Unito e Francia si preparano a temperature ben oltre i 40 gradi nella seconda metà di luglio 2022. Per gli scienziati dovremo abituarci al fatto che queste temperature di caldo record possano essere superate ad ogni estate nei prossimi 10 anni.
La ragione? Si è spezzato il fronte delle cosiddette correnti a getto, venti molto intensi presenti ai limite della troposfera (5-10 chilometri di altezza) che circumnavigano tutto il pianeta Terra in senso longitudinale. Secondo un documento pubblicato su Nature Communications dai ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research, l’Europa occidentale è l’area più esposta alle ondate di caldo estremo.
In Europa occidentale le temperature estreme sono aumentate quattro volte più velocemente rispetto ad altre latitudini settentrionali negli ultimi 42 anni. Questo secondo l’analisi degli scienziati del Potsdam Institute for Climate Impact Research. Ma non è finita. Per la prima volta lo studio mette in collegamento climate change e previsioni del tempo ipotizzando estati roventi da qui al 2030.
Caldo record: perché l’Europa è l’epicentro
Ma come funzionano le correnti a getto? In pratica in ciascun emisfero hanno una funzione di cintura di vento in rapido movimento e seguono percorsi ondulati ad un’altezza compresa tra 5 e 10 chilometri sopra la Terra. Si generano quando l’aria fredda proveniente dai poli si scontra con l’aria più calda proveniente dai tropici e sono responsabili di fenomeni atmosferici come temporali, pioggia e siccità.
Non è strano che si creino spaccature nella corrente a getto, ma quello che è strano è che queste spaccature siano diventate più durature e costanti nel tempo per colpa dei gas serra. In pratica, si creano degli stati a doppio getto che spiegano quasi tutte le crescenti ondate di calore nell’Europa occidentale.
Il cambiamento climatico influenza queste correnti? Gli scienziati non sono d’accordo su questo punto. Per ora la spiegazione più logica è che a spaccare le correnti sia il fatto che le alte latitudini come la Siberia, il Canada settentrionale e l’Alaska si stanno riscaldando più del doppio rispetto al resto del mondo. Non c’è dubbio però che i modelli climatici dovranno tenerne conto per valutare i rischi meteorologici estremi da ora in poi.
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