Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e il primo a superare la soglia di 1,5 gradi centigradi sopra i livelli preindustriali stabilita dall’Accordo di Parigi, secondo dati di Copernicus. Il riscaldamento globale sta accelerando nella parte superiore del Pianeta. A causa anche del ruolo sempre più ridotto dell’Artico come scudo contro il cambiamento climatico. Nel frattempo, l’Artico, una delle regioni più remote e affascinanti del Pianeta, sta rapidamente emergendo come un punto focale della geopolitica mondiale.

I cambiamenti climatici, il potenziale economico e le crescenti tensioni tra le potenze globali stanno trasformando questa regione in un’arena di interessi strategici, economici e ambientali. Vediamo perché secondo alcuni punti chiave.

L’Artico come termometro del riscaldamento globale

Negli ultimi decenni, l’Artico si è riscaldato a un ritmo più rapido rispetto al resto del pianeta. Tra il 2023 e il 2024, la temperatura media sopra il Circolo Polare Artico è stata di 1,2 gradi centigradi superiore rispetto alla media globale. Questo fenomeno ha gravi implicazioni. Il permafrost infatti, una volta un pozzo di carbonio, è ora una fonte netta di anidride carbonica e metano. Quindi causa scioglimento accelerato e incendi boschivi sempre più frequenti.

Il ghiaccio marino artico, cruciale per riflettere l’energia solare e regolare il clima globale, si sta riducendo a ritmi allarmanti. Dal 1979, le estensioni estive di ghiaccio sono state progressivamente più basse, influenzando negativamente gli ecosistemi polari e le comunità indigene. Lo scioglimento dei ghiacci sta inoltre alterando le correnti oceaniche, come la corrente del Golfo, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per il clima globale. Allo stesso tempo, le temperature più calde delle acque marine e l’aumento delle precipitazioni stanno contribuendo a un circolo vizioso che amplifica ulteriormente il riscaldamento globale.

Trasporti ed energia: le opportunità economiche dell’Artico

Con lo scioglimento dei ghiacci si aprono nuove rotte marittime. Come il Passaggio a Nord-Est, che riducono significativamente i tempi di navigazione tra Europa e Asia. Per esempio, la rotta artica può accorciare il viaggio tra Shanghai e Rotterdam di circa 10 giorni rispetto alla tradizionale rotta del Canale di Suez. Questo cambiamento crea opportunità economiche significative, ma anche tensioni geopolitiche.

Inoltre, l’Artico è ricco di risorse minerarie ed energetiche, come petrolio, gas naturale e minerali essenziali, tra cui terre rare e cobalto. Questi attirano l’attenzione di potenze globali come Cina, Russia e Stati Uniti. Secondo dati Bloomberg, circa il 13% delle riserve mondiali di petrolio non sono state ancora scoperte e il 30% delle riserve di gas naturale si trovano nell’Artico.

La Cina, pur non essendo una nazione artica, ha investito in ricerca e infrastrutture nella regione, come rompighiaccio e droni sottomarini, per garantire un ruolo nella governance artica. Ha anche lanciato la sua Via della Seta Polare come parte dell’iniziativa Belt and Road, mirando a integrare l’Artico nelle sue reti commerciali globali. Nel frattempo, gli Stati Uniti e la Russia continuano a competere per il controllo delle risorse e delle rotte strategiche, con la Russia che investe pesantemente in infrastrutture militari e nella modernizzazione della sua Flotta del Nord.

L’Artico come snodo della sicurezza internazionale

Le tensioni tra la Russia e i sette paesi NATO che circondano l’Artico sono in aumento. La regione è cruciale per la difesa della sovranità nazionale, con un ruolo strategico nella sorveglianza missilistica e nelle operazioni militari. Gli Stati Uniti hanno recentemente intensificato le esercitazioni militari nella regione e hanno creato basi avanzate in Alaska per monitorare le attività russe e cinesi. Il Pentagono ha pubblicato una strategia artica per migliorare la sorveglianza e la prontezza militare, riconoscendo l’importanza crescente della regione sia dal punto di vista economico che della sicurezza.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha isolato Mosca dalle altre nazioni artiche, aumentando la sua dipendenza dalla Cina per il commercio e gli investimenti nella regione. Tuttavia, la Russia rimane una potenza dominante nell’Artico, con una presenza militare significativa, incluse basi aeree avanzate e capacità navali per operare nel Mare del Nord anche in condizioni estreme. La sua capacità di controllare le rotte marittime strategiche è un elemento di preoccupazione per le altre nazioni artiche.

La questione Groenlandia

La Groenlandia, la più grande isola del mondo, è diventata un altro tema di interesse geopolitico. La sua posizione strategica, che funge da ponte tra l’America del Nord e l’Europa, e le sue ricchezze naturali l’hanno resa un elemento chiave nella competizione geopolitica. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nel 2019 propose di acquistare la Groenlandia dalla Danimarca e, non appena rieletto a novembre 2024, ha ribadito l’interesse americano per la regione.

Nonostante il rifiuto danese nel 2019, gli Stati Uniti negli ultimi cinque anni hanno intensificato la loro presenza diplomatica e militare, aprendo un consolato a Nuuk e finanziando progetti infrastrutturali. La Groenlandia sta anche cercando di sfruttare le sue risorse minerarie, inclusi uranio e terre rare, per sviluppare la propria economia e aumentare la sua autonomia politica dalla Danimarca.

IDEE DI INVESTIMENTO

L’Artico rappresenta un microcosmo delle sfide globali: il cambiamento climatico, le ambizioni economiche e le tensioni geopolitiche si intrecciano in questa regione unica. Mentre il riscaldamento globale continua a trasformare l’Artico, sarà essenziale trovare un equilibrio tra sviluppo economico, protezione ambientale e stabilità geopolitica per preservare questo fragile ecosistema e garantire la pace nella regione. La cooperazione internazionale e un impegno condiviso verso la sostenibilità saranno determinanti per il futuro dell’Artico.

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Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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