La Cina si affida ai tassi per rilanciare l’economia dando forza a imprese e famiglie. Lo fa con due manovre della Banca centrale cinese (PBoC): la prima con un taglio di 10 punti sui pronti contro termine; la seconda con la sforbiciata dei tassi a un anno che sono scesi dal 2,5% al 2,3%.
Si tratta del taglio più grande da aprile 2020, quando il Covid-19 aveva fermato del tutto l’economia. Non era mai accaduto che la Cina in una sola settimana ritoccasse il costo del denaro in questo modo.
Uno stimolo così forte all’economia indica che la ripresa cinese è ancora lontana. Sono state immediate le conseguenze sul mercato:
- Rendimenti dei bond in discesa. Il rendimento dei titoli di Stato cinesi è sceso al minimo storico. Il titolo di Stato decennale è arrivato al 2,17% e, secondo le stime di Goldman Sachs, potrebbe scendere fino al 2,12% entro fine anno. Siamo già al livello minimo storico.
- Cresce l’interesse per le azioni. La manovra sui tassi rende più attraenti i titoli azionari cinesi ad alto dividendo. Il rendimento dei dividendi stimato sull’indice di riferimento CSI 300 nei prossimi 12 mesi prevede ora un premio dello 0,8% rispetto al rendimento dei titoli di Stato decennali cinesi. Si tratta del premio più alto dal 2006, secondo la stima di Bloomberg.
Il piano per far crescere le imprese
Dare priorità a “nuove forze produttive” ovvero le tecnologie basate su chip e intelligenza artificiale è il mantra del governo cinese per risollevarsi dalla crisi del mercato immobiliare e dal rischio di finire in stagnazione. Il progetto lanciato a marzo 2024 dal Congresso nazionale dal primo ministro della Cina, Li Qiang ha l’obiettivo di una crescita economica del Prodotto interno lordo (PIL) del 5% circa per il 2024.
Il mercato non ha reagito positivamente all’annuncio del piano del governo cinese. Per gli analisti della Banca Mondiale, nel 2024 la crescita del PIL potrà arrivare al massimo al 4,5%, in rallentamento rispetto al 5,2% previsto per il 2023. E il debito è destinato a restare elevato secondo secondo i dati del Fondo monetario internazionale (FMI). Attualmente, il debito del governo centrale cinese ammonta al 23,8% del PIL.
Le manovre per finanziare la crescita della Cina
La strategia appena lanciata da Pechino riflette l’ansia dei leader cinesi di essere in ritardo rispetto agli Stati Uniti nel settore delle tecnologie avanzate. Per finanziare la crescita sono state messe in campo alcune manovre finanziarie. In particolare:
- Nuove obbligazioni speciali. La Cina emetterà obbligazioni per scopi speciali per un valore di mille miliardi di yuan nel 2024 (pari a circa 139 miliardi di dollari) nel 2024 per fornire finanziamenti a settori strategici tra cui le applicazioni internet via satellite, il sistema satellitare di navigazione cinese BeiDou e la ricerca sulla fusione nucleare.
- Riqualificazione aree industriali. La Cina punta anche a riqualificare l’entroterra industriale, compresi i delta costieri del fiume Pearl e del fiume Yangtze. L’obiettivo di Li Qiang è trasformare il modello economico per mantenere dei tassi di crescita annui stabili intorno al 5%. Secondo l’analisi di Natixis, il debito municipale per progetti infrastrutturali, gli eccessi immobiliari e gli investimenti nel settore manifatturiero sono stati tra i pilastri fondamentali della crescita economica della Cina, cambiare le cose significa accettare anche una crescita più bassa nel breve termine.
Cina: il piano per la demografia
Nel piano del governo ci sono anche manovre specifiche per una società che sta invecchiando. In particolare:
- Cambia il sistema pensioni. Nei prossimi 10 anni circa 300 milioni di cinesi che oggi hanno tra i 50 e i 60 anni andranno in pensione. L’età pensionabile in Cina è tra le più basse al mondo: 60 anni per gli uomini, 55 per le donne impiegate e 50 per le donne che lavorano nelle fabbriche. Il sistema pensionistico cinese è al limite e il governo vuole spingere su una riforma che preveda l’implementazione di un sistema pensionistico privato gestito a livello nazionale e su piani pensionistici privati.
- Sostegno alla silver economy. Accanto all’idea di una riforma delle pensioni, nei piani del governo cinese ci sono diverse misure a sostegno degli anziani. Per esempio, l’aumento delle pensioni degli agricoltori di 20 yuan (circa 2,78 dollari) al mese, portandole a 103 yuan; il lancio di un sistema per fornire servizi di assistenza agli anziani a domicilio e lo sviluppo di un sistema sanitario per gli anziani, raddoppiando gli sforzi per rafforzare i servizi di assistenza agli anziani nelle aree rurali.
- Politica a favore delle nascite. La popolazione cinese è diminuita per il secondo anno consecutivo nel 2023, con le nuove nascite scese a circa la metà di quelle del 2016. Per promuovere lo sviluppo demografico a lungo termine saranno ridotti i costi del parto, migliorate le politiche di congedo parentale e di accesso all’istruzione. Gran parte della recessione demografica della Cina è il risultato della politica del figlio unico imposta tra il 1980 e il 2015. Dal 2021 le coppie possono avere fino a tre figli.
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*Articolo pubblicato a marzo 2024 e sottoposto a successive revisioni
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