Negli ultimi anni, la finanza globale sembrava aver sposato la transizione energetica verso fonti rinnovabili. Tuttavia, il panorama sta rapidamente cambiando. Le principali banche statunitensi, tra cui Morgan Stanley, JPMorgan Chase, Wells Fargo e Goldman Sachs, stanno riconsiderando le loro politiche sui finanziamenti energetici. L’amministrazione statunitense, con il sostegno alle industrie di petrolio, gas e carbone, ha spinto le banche a rivalutare le restrizioni imposte in passato sui progetti legati ai combustibili fossili. Il Fair Access to Banking Act, che mira a garantire agli operatori di energia fossile pari accesso al capitale, sta incentivando questo cambiamento.

Secondo dati Bloomberg, nel 2023 le banche statunitensi hanno erogato oltre 500 miliardi di dollari in finanziamenti ai settori di petrolio e gas, un aumento del 20% rispetto all’anno precedente. Parallelamente, gli investimenti nelle energie rinnovabili sono scesi del 15%, evidenziando il nuovo trend. La conseguenza diretta? Un aumento degli investimenti in asset ad alto contenuto di carbonio, mentre le banche europee, più attente agli obiettivi climatici, stanno cercando di liberarsene. Questo spostamento sta ridisegnando il mercato finanziario globale.

I grandi gestori globali: ritorno al petrolio e disinvestimento dalle rinnovabili?

Il rinnovato interesse per i combustibili fossili non si limita solo alle banche. Anche i grandi gestori di fondi, come BlackRock e Vanguard, stanno modificando il loro approccio agli investimenti energetici. Negli anni precedenti, questi colossi della finanza avevano puntato su strategie net zero, favorendo investimenti in energia rinnovabile e infrastrutture sostenibili. Tuttavia, con l’aumento dei tassi di interesse e il rallentamento delle performance di alcuni asset green, il rischio finanziario è diventato più evidente. Secondo Ray Dalio, grande investitore e punto di riferimento a Wall Street, la finanza privata investirà nella transizione energetica solo se sarà realmente redditizia.

Al momento, molti fondi stanno riducendo la loro esposizione alle rinnovabili e tornando a puntare su petrolio e gas, attratti dalla loro elevata redditività nel breve termine. Secondo dati di Morningstar, nel 2023 i fondi ESG hanno registrato una performance inferiore del 7% rispetto ai fondi tradizionali, mentre gli investimenti in petrolio hanno ottenuto un rendimento medio del 12%. Questi numeri hanno spinto diversi investitori istituzionali a rivedere le loro strategie.

Quali conseguenze per gli investitori in fondi comuni?

Gli investitori in fondi comuni di investimento si trovano ora di fronte a un bivio. Chi aveva scelto strategie ESG (Environmental, Social, and Governance) potrebbe trovarsi con rendimenti inferiori rispetto ai fondi che hanno mantenuto una maggiore esposizione ai combustibili fossili. L’uscita di diverse banche dall’Alleanza Net-Zero Banking indica che il supporto finanziario alla transizione energetica potrebbe rallentare. Per gli investitori, questo significa valutare con maggiore attenzione le politiche di investimento dei fondi, analizzando se il loro portafoglio è orientato verso energie rinnovabili o combustibili fossili.

Nel lungo termine, il rischio climatico potrebbe influenzare la redditività degli investimenti in petrolio e gas, ma nel breve periodo, i mercati sembrano premiare chi torna a puntare sui combustibili fossili. Secondo l’International Energy Agency (IEA), il prezzo del petrolio potrebbe rimanere elevato nei prossimi anni a causa della crescita della domanda in Asia e del rallentamento della produzione nei paesi OPEC. Questo scenario potrebbe favorire ulteriormente i rendimenti dei fondi legati all’energia fossile.

IDEE DI INVESTIMENTO

Il ritorno di Wall Street al petrolio segna una svolta nel settore finanziario globale. Per gli investitori, la sfida sarà bilanciare profitti e sostenibilità, in un mercato sempre più instabile e influenzato da tensioni geopolitiche e un rallentamento dell’economia.

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Note

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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