Sale ininterrottamente da 6 anni. E macina record su record. L’indice S&P500 è stabile sopra i 2100 punti e non ha visto una correzione al ribasso significativa da 43 mesi a questa parte. In gergo borsistico di chiama “massimo storico” e l’espressione da sola basterebbe a fare fuggire un investitore sensato da un mercato che è arrivato a valere 16 trilioni di dollari.  Nell’ultimo mese i grandi investitori hanno in parte mollato la presa e si sono spostati sulle azioni europee, ma è solo un parcheggio in attesa del rimbalzo sulle aspettative degli utili trimestrali.

La prova è che le grandi banche d’affari americane sono ancora positive su questo mercato. In testa a tutte c’è Morgan Stanley. Il titolo We Are Full of Bull dello studio di Adam Parker, strategist sull’azionario della casa d’investimento americana, non lascia spazio a dubbi.

Parker in tre punti ha spiegato perché il mercato può ancora salire:

  1. Le scorte negli Stati Uniti sono ancora una volta a livelli record.
  2. Il consenso sugli utili è troppo basso. Questo è successo solo 6 volte negli ultimi 39 anni, e mai nel corso del primo semestre dell’anno.
  3. Non ci sono i numeri a dimostrare che ci sia una bolla sul mercato soprattutto l’andamento di altre asset class (titoli di Stato, obbligazioni societarie, per esempio) è più preoccupante.

La cautela, però, in questi casi è d’obbligo. Per chi vuole restare sull’America è il caso di diversificare al massimo il portafoglio puntando anche sulla società a piccola capitalizzazione. La ragione? L’indice Russell 2000, che misura la performance delle aziende fuori da S&P500 ha migliori chance di crescita e comincia ad essere più amato dai gestori.

La prova? Un recente studio di Calepian Investment ha riportato il sentiment dei money manager che accusano l’indice S&P500 di non essere rappresentativo e troppo dipendente dall’andamento di Apple che da sola pesa il 4% sull’intero indice. A questo va aggiunto che il paniere comprende solo aziende made in Usa e che, essendo un indice in cui pesa la capitalizzazione di mercato, le prime 10 aziende rappresentano quasi il 20% dell’intero benchmark. Come orientarsi? Le valutazioni dei titoli sono diventate la preoccupazione principale per gli investitori: S&P500 e Russell 2000 trattano rispettivamente a 17 e 19 volte gli utili

Idee di investimento

Investire sul mercato azionario puntando su fondi che hanno in portafoglio anche società a piccola capitalizzazione significa fare un atto di fiducia nei confronti della crescita dell’economia americana e compiere una scelta speculativa. Per chi ha un obiettivo di lungo periodo, visto il livello delle valutazioni è più opportuno usare fondi che investono in large cap con gestione value, ovvero che vanno alla ricerca di società il cui valore è ancora sottostimato.

I migliori (Categoria Morningstar: Asionari Usa Large Cap value) sono:

  • Amundi Fund equity Us relative value  che a tre anni rende il 22,66% e da inizio anno il 9,31%.
  • Axa Rosemberg Us Equity Alpha che a tre anni rende il 22,95% e da inizio anno guadagna il 10,12%
  • Black Rock Global Funds Us Basic Value che rende a tre anni il 30,5% e da inzio anno sale del 10,99%.

Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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