L’auto elettrica non sfonda tra i consumatori europei che non sono ancora pronti a lasciare le auto a combustione. Così mentre le vendite continuano a calare, il settore automotive deve fare i conti con le normative stringenti sulle emissioni, l’aumento dei prezzi e i dazi che infiammano la concorrenza tra i marchi occidentali e cinesi.
Il nodo della riduzione di emissioni di Co2
Le case automobilistiche europee hanno chiesto all’Unione Europea azioni urgenti in vista degli obiettivi sulle emissioni del 2025. La ragione? Possono costare il pagamento di 15 miliardi di euro di multe, oppure costringere il settore a interrompere la produzione di circa 2 milioni di auto.
L’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA), potente organismo di settore, ha chiesto alla Commissione europea di anticipare le revisioni previste della normativa sulla CO2 al 2025 in modo da essere pronti per il 2026. Ma l’obiettivo era un altro: ritardare di due anni l’entrata in vigore delle norme UE che prevede un’emissione di circa 95 grammi di CO2 per chilometro a veicolo. Obiettivo fallito.
Il rallentamento tedesco frena il settore
Il crollo delle vendite di veicoli elettrici in Germania pesa su tutto il mercato automobilistico europeo. Tanto che, Volkswagen e il partner cinese SAIC sono pronti a chiudere lo stabilimento a causa del calo delle vendite. Secondo i dati ACEA, da gennaio a luglio 2024 i veicoli completamente elettrici hanno rappresentato il 12,5% di tutte le nuove immatricolazioni di auto nell’UE, ben al di sotto del livello necessario per rispettare le norme severe sulle emissioni.
Questo scenario sta mettendo a dura prova la scadenza stabilita dall’UE di vietare di fatto le vendite di nuove auto con motore a combustione interna a partire dal 2035. Cosa ha provocato il calo delle vendite? Secondo i costruttori europei, la riduzione degli incentivi è stata determinante insieme con l’invasione dei produttori cinesi in Europa.
Auto elettrica: la difficile conquista dei consumatori UE
La strada non è in discesa anche per i produttori cinesi che fanno fatica a conquistare i consumatori europei. Il colosso cinese dei veicoli elettrici Byd si sta rapidamente espandendo in Europa e nel Regno Unito, ma dovrà superare dazi, reazioni politiche e scetticismo dei consumatori. La strategia cinese punta su due strade: il marketing con un’invasione di spot televisivi, cartelloni pubblicitari, partecipazione ai saloni dell’auto più blasonati e la sponsorizzazioni del torneo di calcio Euro 2024; e l’aumento della presenza fisica con il raddoppio dei punti vendita nel Regno Unito da 60 a 120.
Sulle ambizioni cinesi pesano i dazi che l’UE sta valutando e questa strada potrebbe essere seguita anche dalla Gran Bretagna. Ma più di tutto pesa il giudizio dei consumatori che, nonostante i prezzi allettanti, non si fidano dell’auto elettrica soprattutto se prodotta in Cina. Circa il 74% degli intervistati in un recente sondaggio di Bloomberg Intelligence ha espresso preoccupazione per l’acquisto di un’auto di marca cinese, citando la qualità (25%), la sicurezza (14%) e la tecnologia cinese (17%) come motivi principali.
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